Ecco a voi due simpatiche proposte di libri da leggere tutti d'un fiato, per imparare a conoscere meglio la lingua italiana e la letteratura, senza fare troppa fatica!
del 10 febbraio 2009
Come parlare di un libro senza averlo mai letto - Pierre Bayard 
Quante volte, a scuola, avete cercato di evitare i libri che gli insegnanti obbligavano a leggere e recensire, magari copiando i commenti dei compagni (che a loro volta avevano copiato o scaricato da internet)?
E a chi non è mai capitato di trovasi in mezzo a gruppo di persone che parla di un libro che non si è letto o, peggio, di cui non si è mai sentito parlare?
Pierre Bayard ci indica consigli e stratagemmi per scampare queste situazioni senza fare figuracce e, addirittura, fornisce qualche dritta per riuscire a dire qualcosa proprio su dei libri che non avete mai letto! Come parlare di un libro senza averlo mai letto affronta le varie situazioni in cui si potrebbe essere costretti a parlare, appunto, di un libro non letto e i comportamenti da adottare in quei momenti.
Questo libro, però, non tratta di come si possa parlare di un’opera, dei suoi contenuti, senza averla letta, ma di come si possa tranquillamente parlare di un libro non letto, persino se si è un professore (come l’autore). Il presupposto da cui parte Bayard è che, conoscendo la collocazione storica di un testo letterario, si riesca a tracciarne un profilo basandosi sulle proprie conoscenze del contesto in cui libro stesso è stato originato. Egli afferma, ad esempio, di non aver mai letto Ulysses di Joyce, ma di poterne parlare alludendo al fatto che è una ripresa dell'Odissea (che egli peraltro ammette di non aver mai letto per intero), che si basa sul monologo interiore, si svolge a Dublino in un giorno solo, eccetera. Questo grazie al fatto che egli sa esattamente in che contesto Joyce ha operato.
 
 
L’italiano. Lezioni semiserie – Beppe Severgnini
Per quanti, poi, si sono accorti che negli ultimi anni la lingua italiana è cambiata, ma in peggio, arriva L’italiano.  Lezioni semiserie, un libro scritto con la speranza di reinstaurare quelle semplici regole che fanno della nostra lingua una delle più affascinanti al mondo.
Severgnini si lancia sulle tracce dei “malavitosi della sintassi” nostrana, alla ricerca dei “crimini linguistici” più diffusi e ci regala una panoramica di quelli che considera veri e propri “reati” commessi ai danni dell’italiano. Ogni capitolo si sofferma sui diversi abusi della lingua: dagli articoli davanti ai nomi propri, ai sostantivi che significano poco o nulla, come “dibattito a più voci”, agli aggettivi usati a sproposito, ai verbi snervanti, ad esempio “interfacciare”, fino a quelle congiunzioni irritanti, ma assai popolari, come “piuttosto che”, oggi usato erroneamente al posto di “oppure”. Al termine di ogni lezione l’autore ci sottopone ad un simpatico “sadoquiz”, o a un divertente “masotest”, per verificare quanti abusi facciamo dell’italiano e quale sia il nostro livello di ignoranza in certe regole grammaticali. Severgnini non si limita alla diagnosi, ma ci indica anche la possibile strada della riabilitazione, per imparare a non sbagliare più bastano sedici semplici suggerimenti che possono diventare un metodo chiaro per imparare a scrivere bene, senza troppa fatica, e divertendosi.
 
Mery Momesso
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