"Io do la mia vita...per i più piccoli e poveri della società". Don Paolo con la sue parole che ti scavano dentro ci ha fatto riflettere...perché parti? quale colore e odore porti con te? quale messaggio vuoi lasciare ai ragazzi che incontrerai?
del 21 febbraio 2012
 
   
 Guarda le fotografie dell'incontro  'Io do la mia vita...per i più piccoli e poveri della società'Continua il nostro cammino di formazione alla mondialità. Lo scorso weekend ci siamo dati appuntamento ad Albarè per il quarto incontro, sfidando freddo e neve, decisi ad approfondire temi importanti e a scambiarci opinioni ed esperienze per prepararci al meglio all’avventura estiva. Don Paolo è stata una presenza preziosa nel raccontarci del suo lavoro a stretto contatto con i giovani della comunità e nel fornirci spunti interessanti sui quali continuare ad interrogarci e riflettere in questo mese che ci separa dal prossimo appuntamento a Mogliano; in particolare ci siamo portati a casa stralci di testimonianze tratti direttamente dai diari e dalle lettere di quanti hanno condiviso con don Paolo un pezzo di strada, nonché alcune domande provocatorie a cui cercare di dare una risposta: perché parti? quale colore e odore porti con te? quale messaggio vuoi lasciare ai ragazzi che incontrerai? Bellissima e suggestiva poi l’immagine di “entrare a piedi scalzi” nella realtà in cui andremo a trascorrere un mese della nostra vita, cioè con modestia, semplicità e attenzione, non mettendosi al posto di chi in quella realtà lavora per 365 giorni all’anno, non giudicando senza aver capito fino in fondo, non mancando di rispetto verso le persone e i luoghi. Diventa importante inoltre lo sguardo con cui si osserva quel mondo, cercando di cogliere anche le piccole cose a prima vista insignificanti, ma che si rivelano poi tesori che possono aiutarci quanto rientreremo nelle nostre case e ricominceremo la vita di sempre. Nella serata abbiamo avuto l’opportunità, il dono, di andare presso la comunità terapeutica gestita da don Paolo.Attraverso il gioco le barriere si sono infrante: all’inizio ognuno dalla sua parte, chissà chi più incuriosito, chi con un atteggiamento di indifferenza rimaneva bello comodo sulla sua calda sedia ma poi alla fine un mescolamento incredibile. I vari giochi, hanno aperto reciprocamente lo sguardo facendoci vedere la realtà con gli occhi da bambini .. cercando di non avere pregiudizi verso di loro, verso i loro “sbagli”, sapendo che anche noi non siamo da meno anzi.!   Ed è così che G. di 20 anni ha concluso la fine della serata dicendo: “Grazie.. sapete, fino a due anni fa chiamavo sfigato chi si divertiva in questa modo.. oggi vi ringrazio, perché anch’io sono qui e nella massima semplicità mi sono divertito. . .” Un grazie che non si cancella, che rimarrà impresso e indelebile nel nostro cuore.. un grazie reciproco ad ognuno di loro.. di voi!  La domenica ci ha poi visto coinvolti nell’esperienza in Madagascar, grazie al racconto di chi vi ha partecipato che ha presentato il video realizzato e ha risposto a tutte le nostre domande e curiosità.  Il gioco a rotazione in cui ognuno si è soffermato ad esplorare i sei elementi fondamentali dell’esperienza missionaria ci ha aiutato infine a capire come preghiera, sobrietà, accoglienza, gruppo, preparazione e animazione siano quegli ingredienti che nel giusto equilibrio possono rendere l’avventura davvero positiva e straordinaria per noi e per chi viaggia insieme a noi.Tanti spunti su cui continuare a riflettere e camminare in questo mese in cui qualcuno di noi è chiamato già a rispondere in modo deciso all’invito in qualche remota parte del mondo (Brasile, Congo, Etiopia, Moldava, Madagascar…) in cui ci stanno già aspettando. 
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