L'altro, la mia priorità

L'altro è la mia priorità. Altrimenti non posso dire di amare. Potrò affermare di stare bene con l'altro, di provare qualcosa di nuovo quando sono con lui, ma non ancora di amarlo. Amare significa che l'altro non è solo la cosa più importante della mia vita, ma è più importante della mia vita stessa, tanto che sono disposto a dare la mia vita per lui.

L'altro, la mia priorità

da Teologo Borèl

del 04 maggio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

«È solamente con l'amore che si rinasce e ci si rende conto di esistere realmente».

          Vogliamo riflettere su alcuni aspetti della spiritualità familiare. Lo facciamo iniziando dal primo elemento. Immediato, di facile comprensione, eppure sovente dimenticato o vissuto solo in una delle sue dimensioni che lo rimpiccioliscono, se non lo ridicolizzano, rendendo impossibile la comprensione piena e maturante dello stare insieme come famiglia: l'amore. Amare è volere ciò che è bene per l'altra persona; cercare di comprendere, accogliere, aiutare l'altro. Porre al centro della propria attenzione l'altro significa che talvolta per amore si può andare anche contro i propri gusti e desideri, soprattutto quando è in gioco il bene dell'altro. L'altro è la mia priorità. Altrimenti non posso dire di amare. Potrò affermare di stare bene con l'altro, di provare qualcosa di nuovo quando sono con lui, ma non ancora di amarlo. Se fate attenzione, nelle due frasi precedenti, il soggetto non è l'altro, bensì il mio sentimento, il mio provare qualcosa, in sostanza il soggetto è l'io e non l'altro. Amare significa che l'altro non è solo la cosa più importante della mia vita, ma è più importante della mia vita stessa, tanto che sono disposto a dare la mia vita per lui. La prospettiva delle recriminazioni di coppia è, dunque, ben lontana da questa impostazione. Per questo, il clima di ricerca del benessere, della propria armonia interiore quale scopo supremo della vita non può coesistere con la dimensione dell'amore.

          Certamente, ciò che l'amore chiede non è cosa da poco e non è facile da vivere. Non facile, ma non impossibile. L'amore trasforma la persona, le fa iniziare una vita diversa, nuova e più piena, poiché ci si svuota di sé e ci si riempie del mistero dell'altro. Ma è solo con l'amore che si rinasce e ci si rende conto di esistere realmente. Potremmo dire che l'uomo si riscopre proprio nell'amore. Amore che non è solo sensibilità, o solo passione, bensì è, e deve essere sempre più, volontà di bene. Deve diventare dono all'altro, fatto con dedizione e responsabilità.

          Ora, se proviamo a trasferire tutto questo nel rapporto di una coppia, cosa accade? Il dono di sé diventa esclusivo e pieno. Così, l'amore fra i coniugi diventa un farsi dono e un donarsi continuo, momento dopo momento, senza rinunciare all'essere per l'altro. È un donare e donarsi reciproco, senza pretendere nulla in cambio; è volere che l'altro sia felice. L'uomo e la donna si completano in questo modo. E rafforzano il loro rapporto. Nel donarsi reciprocamente, l'uomo e la donna non perdono la loro personalità, il loro essere se stessi, ma si completano diventando una sola carne, e non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico e affettivo. Spesso si considera l'unione sessuale quale punto di partenza dell'amore, mentre essa è l'apice di questo grande sentimento, ne è il momento culminante e rafforzativo. Parlare di amore sponsale vuol dire parlare di un amore particolare, nel quale, mentre ci si dona all'altro, si riceve dall'altro e il proprio io si trasforma in un 'noi', senza però perdere le sue caratteristiche. Il diventare un 'noi' non toglie nulla al proprio io di ciascuno dei due, ma lo arricchisce. L'amore fra gli sposi fonda il sacramento del matrimonio: tanto che in questo sacramento sono essi i ministri e non il sacerdote che presenta a Dio la loro volontà di amore. L'amore sponsale si estende poi a una comunione di vita totale: è lo stato dell'amore.

          Nel corso della vita coniugale, questo sentimento ha bisogno di stabilità per essere sempre rivolto alla persona con la quale si è scelto di condividere la propria esistenza, per non farsi sopraffare dalle tentazioni del mondo e da quello che è quasi diventato un 'uso' nella società attuale. Richiede quindi anche forza interiore, costanza e umiltà. Ma ha bisogno di dinamicità, nello stesso tempo. Un amore che vada avanti, nel corso degli anni, per abitudine o solo per una fedeltà giuridica o esteriore, non ha senso. Nella vita comune, che due sposi cristiani conducono, c'è bisogno di un rinnovamento continuo del loro rapporto, di una crescita continua di quei sentimenti che nutrono l'uno per l'altra, anche davanti alle inevitabili difficoltà che la vita pone davanti. È un amore che cresce col passare degli anni. Diventa sempre più forte e maturo, anche quando la bellezza è sfiorita e i capelli sono diventati bianchi.

Giuseppe Maria Pellizza

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