Il ragazzo continua a ripetere: «No razzismo», finché l'inserviente gli molla un pugno sulle labbra. Una smorfia di dolore: «Perché mi fai questo?». Resto sbigottita, mi sento come se quel pugno l'avesse dato a me...
del 04 febbraio 2010
 
 
Benedetto XVI commenta l’inno alla carità di San Paolo, “una delle pagine più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia”. “La carità è il distintivo del cristiano. È la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa”.
 
“L’amore è l’essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che dà bontà e bellezza all’esistenza di ogni uomo.
Al tempo stesso, l’amore è, per così dire, lo ‘stile’ di Dio e dell’uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo all’amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo.
In Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l’Amore incarnato”.
“Alla fine, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui, in comunione perfetta con Lui”. 
 
 
Quel pugno a Jimmy
Ognuno di noi può fare qualcosa per disinnescare la miccia del razzismo
 
«Sono alla stazione di Milano, con il cuore colmo di gioia: arriva la mia nipotina di 11 anni. Passiamo un attimo dai bagni della stazione con entrate elettroniche che si aprono tramite inserimento di una moneta, inservienti uomini e donne a controllare. Mentre aspetto, si fa avanti un ragazzo di colore più o meno della mia età, un habitué della stazione. Soldi alla mano, tenta di inserirli per entrare in bagno, ma uno degli inservienti lo blocca, lo strattona, intimandogli di andar via. Spinto fuori, in una specie di italiano comincia a dire: «No razzismo», ripetendolo più volte.
 
Chiedo agli inservienti perché non lo facciano entrare; mi rispondono che fanno un lavoro pericoloso dal punto di vista della sicurezza e che sono stufi di quella gente. Il ragazzo continua a ripetere: «No razzismo», finché l’inserviente gli molla un pugno sulle labbra. Una smorfia di dolore: «Perché mi fai questo?». Resto sbigottita, mi sento come se quel pugno l’avesse dato a me, avverto il dolore della dignità schiacciata, di una persona indifesa sopraffatta.
 
L’inserviente chiama la guardia privata preposta alla sicurezza e dichiara dinanzi a tutti di essere stato aggredito dal ragazzo. I suoi colleghi, uomini e donne, confermano. La guardia di vigilanza fa per allontanare il ragazzo di colore: «Jimmy – dice –, io ti conosco, non hai mai disturbato nessuno qui in stazione. Dimmi cosa è successo, altrimenti sarò costretto ad arrestarti».
 
Non dimenticherò mai lo sguardo di Jimmy, smarrito, alla ricerca di qualcuno che potesse confermare la verità. A quel punto, mi avvicino: «Non è andata così!». D’improvviso gli sguardi cattivi degli inservienti sono tutti su di me, ma non ho paura, devo rispondere alla sete di giustizia di Jimmy.
 
La guardia sorride e mi chiede se voglio confermarlo dinanzi alla polizia. Rispondo di sì e vengo scortata con Jimmy a deporre alla polizia, la quale poi scende nei bagni per interrogare gli altri. Nel frattempo, Jimmy mi chiede chi sono e perché l’ho fatto. «Ti ho difeso perché sono cristiana, e anche tu sei un figlio di Dio!». Il tumulto del mio cuore si rasserena nel «grazie» di Jimmy.
 
La guardia mi sorride di nuovo. Jimmy sceglie di non sporgere denuncia per non creare problemi a nessuno, dicendo che gli basta essere creduto. Non ho più rivisto Jimmy. I poliziotti mi hanno riferito che sta bene. Ho rivisto invece gli inservienti e ho pregato per loro».
 
Sara Pasquariello
Tratto da Città Nuova  n.2 – 25 gennaio 2010
 
“L’amore è lo ‘stile” di Dio”, “il distintivo del cristiano”
Sara Pasquariello
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