L'azzardo di Veronesi 'Il futuro sarà bisessuale'

Il professor Umberto Veronesi, negli anni, ci ha abituati a molte e diverse esternazioni puntualmente destinate ad essere riprese dai media, cui servono titoli forti e slogan immediati. L'intervista rilasciata in agosto al Riformista prospetta un futuro segnato dalla bisessualità.

L'azzardo di Veronesi 'Il futuro sarà bisessuale'

da Quaderni Cannibali

del 22 settembre 2007

Ma rileggiamo le sue parole agostane: 'La specie umana — ha affermato Veronesi — si va evolvendo verso un 'modello unico', le differenze tra uomo e donna si attenuano (l'uomo, non dovendo più lottare come una volta per la sopravvivenza, produce meno ormoni androgeni, la donna, anche lei messa di fronte a nuovi ruoli, meno estrogeni) e gli organi della riproduzione si atrofizzano. Se a ciò si aggiunge che il sesso non è più l'unica via per procreare, si finirà col privare del tutto l'atto sessuale del suo fine riproduttivo e dunque non sarà più così importante se sceglieremo di praticarlo con un partner del nostro stesso sesso.'

 

All’inizio sorge anche il dubbio: sarà lui o non sarà lui? Ma poi l’eloquio inconfondibile, le argomentazioni medico scientifiche buttate lì con la nonchalance dello scienziato che 'non deve chiedere mai', le conclusioni da tecnocrate, e per finire l’attacco al Paese 'ritardato'non lasciano dubbi: non può essere che lui, il professor Umberto Veronesi. Ci sembra di rivederlo, con il suo stile da vecchio elegante signore che dall’alto del suo scetticismo confesso e militante, impartiva lezioni televisive (rigorosamente senza contraddittorio) durante il referendum sulla procreazione assistita per spiegare come la legge 40 fosse una disciplina retrograda. Circostanza regolarmente smentita dalla realtà. Ma perché ci occupiamo di Veronesi? Il quotidiano arancione 'il Riformista' ha pubblicato, in agosto, una conversazione con l’oncologo a cui ha dato un titolo più che significativo: 'Veronesi prospetta un futuro bisessuale'. Il professore pone le basi del suo ragionamento sul 'calo di spermatozoi nella popolazione maschile del mondo occidentale. Questo è un fatto che dipende da cause ormonali. Cioè la ipofisi che controlla le ghiandole che producono ormoni androgeni ne stimola una produzione sempre minore per effetto dell’evoluzione delle condizioni di vita dell’uomo, che non necessitano più di una intensa aggressività fisica per la sopravvivenza: caccia, guerra, etc'. Qualcosa di simile avverrebbe anche nelle donne, che nella loro rincorsa alla parità col maschio, produrrebbero sempre meno ormoni estrogeni. Conclusione: il futuro dell’umanità, secondo l’oncologo, sarà segnato dal prevalere della bisessualità, con la procreazione che si separerà totalmente dalla sfera affettiva. Di qui il ruolo cardine della fecondazione assistita e della clonazione come strumenti a servizio di un nuovo modello antropologico. Terminata la lettura dell’articolo, ci si chiede se l’illustre clinico abbia collaborato alla stesura della trama di un film di fantascienza, oppure sia stato colto da un momento di debolezza. In realtà il professore non è un visionario e sa bene che in tanti 'circoli' (vedi l’ambiente anglosassone), l’ambizione di rimodellare l’antropologia per via scientifica è fortissima. Basti pensare al via libera inglese alla produzione di 'chimere', nuove entità realizzate fondendo il materiale genetico proveniente da esseri viventi diversi. Il problema si sposta così su un altro piano, che lambisce l’etica e la politica, ma che non può essere sottaciuto. Intanto va ricordato al professore che se il calo degli spermatozoi riguarda il mondo occidentale, come la mettiamo con tutto il resto del pianeta? Divideremo il mondo in due: quelli che i figli li faranno naturalmente e perciò stesso saranno destinati a dominare il mondo con la forza e quegli altri (noi) che li faremo in laboratorio, ma poiché non sapremo più combattere per difendere il nostro stile di vita e i nostri valori, saremo destinati a soccombere. E poi, con la sua spiegazione deterministica sul calo degli spermatozoi , Veronesi non fa altro che dare fiato e giustificazione scientifica a tutte quelle correnti (teorie del gender) che negano la differenza biologica dei sessi e che hanno assunto come principale obiettivo 'politico' il riconoscimento dei 'generi' sessuali ( al di là, dunque, dell’uomo e della donna). Per concludere: Veronesi non parla a caso. Di sicuro nella sua impostazione c’è la razionalità illuministica di chi crede di poter dominare la materia, ma dovrebbe anche sapere che la materia si ribella. Basti pensare all’incubo di un mondo in cui 'la massa prevalente dei suoi membri sia praticamente asessuata'. In ogni caso il professore - e tanti come lui - preferiscono stare sempre dalla parte di chi si arrende allo stato delle cose, considerandolo ineluttabile. Ma perché non si chiede cosa possa fare la comunità scientifica per contrastare il calo degli spermatozoi? In ogni caso, se il futuro ci riserverà fenomeni sempre più accentuati di 'orgoglio eterosessuale', Veronesi non si dovrà meravigliare. Sarà grazie anche al suo universo visionario.

Domenico Delle Foglie

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