L'evento al Colle Don Bosco. La giornata ai Becchi è stata un momento di confronto, di riflessione, di ricordo alla figura di San Giovanni Bosco con le tante iniziative che culmineranno nel 2015 con il bicentenario della sua nascita.
Torneranno a casa con il bagaglio della loro fede rafforzato dalle sei giornate trascorse a Torino Valdocco per il raduno del Movimento giovanile salesiano. Non a caso, a chiusura dell’esperienza «Testimoni della gioia», hanno fatto tappa a Castelnuovo Don Bosco. Molti di loro, suddivisi in gruppi, hanno preso parte al pellegrinaggio a piedi da Castelnuovo ai Becchi percorrendo la «strada del Papa». Erano oltre 1300 i giovani da tutta Italia e dall’estero, Ungheria, Croazia e Slovenia, che ieri, venerdì, hanno partecipato nella Terra dei Santi al 198° «compleanno» di San Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815. Il sagrato della basilica dei Becchi si è trasformato in un palcoscenico per ospitare i ragazzi arrivati da lontano per conoscere i luoghi natali del «santo dei giovani», accomunati dalla voglia di credere ancora nei principi di Don Bosco con la sua Congregazione salesiana oggi presente in 132 paesi del mondo. La calda mattinata estiva è stata scandita dalle parole del rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chavez Villanueva, che, in compagnia del delegato mondiale della Pastorale Giovanile, Fabio Attard, prima di celebrare la messa, ha accompagnato i giovani in un confronto che li ha resi protagonisti. «Oggi – ha spiegato don Chavez – ancora troppi giovani sono esclusi dalla società. E’ urgente appoggiarli e trovare il loro ruolo, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni». E ha proseguito: «Giovani non dimenticate che Don Bosco conta su di voi».
La giornata ai Becchi è stata un momento di confronto, di riflessione, di ricordo alla figura di San Giovanni Bosco con le tante iniziative che culmineranno nel 2015 con il bicentenario della sua nascita. Il gruppo di 190 giovani dalla Sicilia è coordinato da Salvo Bocca, 28 anni, educatore di professione. «Essere qui – dice Salvo – con giovanissimi che in media hanno 17 anni, fortifica me e loro. E’ un momento di confronto, condivisione e contatto con Don Bosco». Da Torino Mattia Carli, 26 anni, addetto stampa nel mondo della cultura, spiega: «Noi giovani dobbiamo essere appoggiati nella società perché il nostro cuore ha molto da raccontare e trasmettere». Sara Doratiotto, 17 anni, studentessa veneta di Portogruaro, è alla sua prima esperienza nella Terra dei Santi. «E’ un emozione – racconta - essere a casa di Don Bosco». Tante le storie e le esperienze che durante le giornate piemontesi si sono intrecciate. Tanti i volti di ragazzi, che hanno condiviso un’esperienza da trasmettere ai loro coetanei.
Marina Rissone
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