La Borsa o la vita?

In queste settimane di bollettini ossessivi sugli andamenti delle Borse, che rimbalzano, a giorni alterni, in questi mesi in cui sembra che la Salvezza del mondo sia solo nelle mani della Banca Centrale Europea e dei suoi tristissimi ideologi, e le nostre vite dipendano esclusivamente dagli umori dei Mercati...

La Borsa o la vita?

da Attualità

del 04 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

In queste settimane di bollettini ossessivi sugli andamenti delle Borse, che o volano o crollano o rimbalzano, a giorni alterni, come uccelli furibondi o razzi impazziti, e pare che proprio non conoscano l'andatura del passo umano;

in questi mesi in cui sembra che la Salvezza del mondo sia solo nelle mani della Banca Centrale Europea e dei suoi tristissimi ideologi, e le nostre vite dipendano esclusivamente dagli umori dei Mercati, che sappiamo poi in mano a logiche e cervelli sostanzialmente disumani (poveri noi, perciò!);

in queste settimane in cui il bombardamento mediatico sullo 'Spread', su questo nuovo Santissimo, assume il peso di una sorta di Giudizio di Dio, di quotidiana sentenza di morte o di grazia, e non sappiamo proprio dove voltarci per trovare una sola parola di verità, in un annottamento spirituale, culturale, e politico ormai simile ad un coma irreversibile;

in questa rissa planetaria di lingue furiose e micidiali, di idiomi 'finanziari' mitragliati giorno e notte senza pietà alcuna, di verbi castrati e urticanti, e di parole che afferrano e lacerano i cuori come ganci da macellaio,

mi pare di comprendere in modo nuovo il dramma messianico:

e cioè il rifiuto reiterato, caparbio, violento, e costante da parte dell'umanità di convertirsi, di cambiare vita, e di salvarsi.

          Solo questo terribile schema biblico mi sembra reggere all'impatto di questi anni davvero paradossali, e dare loro un'interpretazione adeguata, e alla fine salvifica, mentre tutte le altre chiavi interpretative a disposizione, quelle sociologiche, economiche, o storico-politiche si sbriciolano nelle nostre mani, mostrando tutta la loro miseria intellettuale, e cioè la loro spaventosa insufficienza a spiegarci che cosa stia realmente accadendo sul pianeta terra.

          Lo schema, in verità, è antico, e permea e struttura già l'intero Antico Testamento: gli uomini, in poche parole, vogliono ma anche non vogliono essere salvati, vogliono ma anche non vogliono affatto incontrare la (loro) verità, né cercarla sul serio, vogliono ma anche non vogliono imparare ad amare ed investire le proprie energie per curare la propria alienazione folle, la propria pazzia omicida, suicida, e cosmicida. Per cui, ad ogni svolta evolutiva, ogni volta che siamo chiamati a crescere e a liberarci ad un nuovo livello di profondità, resistiamo con tutte le nostre forze, e ci attacchiamo ad ogni tipo di menzogna e di idolatria del passato, ad ogni puntello interiore di presunzione e di orgoglio, ad ogni 'filosofia' o promessa politica o addirittura falsa teologia, ad ogni brandello putrescente di carne corrotta, di potere (nulla) o gloria di cartapesta o di oscena visibilità di questo mondo, ad ogni chiacchiera di portineria o fantasticheria da letamaio, pur di non riconoscere umilmente il nostro fallimento, il nostro straziante bisogno di salvezza, pur di non chiedere perdono per le nostre innumerevoli e pesantissime colpe, pur di non convertirci cioè più profondamente, ed entrare così nel respiro di Dio, nella sua pace, e collaborare a costruire la nuova fase esistenziale e storico-collettiva che si sta aprendo dinanzi e dentro di noi:

'Lo stolto pensa: Dio non esiste.Sono corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene.Dio dal cielo si china sui figli dell'uomo per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio.Tutti hanno traviato, tutti sono corrotti, nessuno fa il bene; neppure uno'. (Salmo 52, 2-4) Elia, davanti alla cecità che lo circonda, grida disperato: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno rovesciato i tuoi altarie io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita» (1Re 19,10.14).  Geremia si ritrova anch'egli abbandonato e reietto, con tutti, ma proprio tutti contro: i re di Giuda, i sacerdoti, e tutto il popolo, e finisce quasi per bestemmiare: «Non mi sono seduto per divertirmi nelle brigate di buontemponi, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario poiché mi avevi riempito di sdegno.Perché il mio dolore è senza fine e la mia piaga incurabile non vuole guarire? Tu sei diventato per me un torrente infido, dalle acque incostanti» (Geremia 15,17-18).            È sempre così, è sempre stato così, lo sapevano bene anche Eraclito o Lao Tze, e lo ha pagato caro Socrate: la verità in questo mondo è rifiutata. Anzi più la sua luce è forte e più non la vogliamo vedere, anche se poi, spesso proprio attraversando muraglie di rifiuti e purtroppo anche di cadaveri, la verità penetra nel tempo e lo trasfigura.            E non è proprio questo schema drammatico che trova il suo compimento e la sua rivelazione definitiva nella vicenda storica del Messia, e cioè del Salvatore per antonomasia? Non è proprio Gesù la sintesi estrema di questa drammatica maledizione dell'uomo, che si autocondanna alla disperazione dell'insensato pur di non affrontare in tempo i cambiamenti che ogni fase di crescita richiede? «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto» (Giovanni 1,9-11). 

          Ecco, volevo dire che solo questo schema riesce a soddisfare la mia fame di comprensione di questi decenni terminali dell'uomo bellico estremo-occidentale, dell'io predatorio tecnico-mercantile, disperato e cieco, e perciò sempre più avido e rabbioso, che ormai giustamente si fa governare soltanto dalla ragione spietata di Wall Street o di Bruxelles, e dai suoi sacerdoti sanguinari: ottiene cioè il proprio terribile contrappasso, l'inevitabile catena di effetti distruttivi di una (in)civiltà fondata quasi esclusivamente sui valori della borsa, sulla pubblicità, sul mercimonio delle anime e dei corpi, e sul consumo paranoico e criminogeno di tutto il creato e di tutti gli esseri umani.

          In questi anni cioè si sta riproponendo ad un nuovo livello di radicalità e di globalizzazione planetaria il dramma messianico del rifiuto da parte dell'uomo della propria rigenerazione, e cioè di un nuovo orientamento della propria vita individuale e collettiva. Più si fa evidente la necessità di un simile ricominciamento radicale e più questa evidenza lampante viene negata, rimossa, e cacciata negli inferi corporei dell'inconscio, dove devasta da dentro la nostra vita quotidiana, frantumando cuori e relazioni, anime e popoli.

          L'io terminale poi imbastisce ogni giorno la sua stregoneria mediatica affinché l'uomo non capisca più niente, resti nel proprio caos disperato, e quindi non inizi nemmeno a cambiare le cose, perché ormai anche un minimo miglioramento REALE farebbe in verità crollare il sistema...

          Ciò che sta accadendo, insomma, e ciò che accadrà domani e dopodomani nei prossimi anni, in modi vari e purtroppo anche catastrofici, è del tutto chiaro, se lo guardiamo alla luce di un intelletto sano di mente: il già morto (in noi, in Italia, in Europa, e nel mondo) morirà in modo sempre più palese ed eclatante, e il vivo vivrà, manifestandosi come l'unica cosa Vivente: ciò che è già morto sprofonderà nella propria putrefazione/corruzione a livelli crescenti di cupezza e di violenza, e ciò che è già vivo crescerà nella propria forza nascente, pur negata e perseguitata INVANO.

          Ognuno sta scegliendo da quale parte schierarsi, che lo sappia o meno, ognuno sta scegliendo il proprio destino, la propria destinazione finale, e anche la qualità umana delle proprie giornate terrene.

          Chi umilmente e docilmente, come un bambino, si lascerà prendere per mano dalla vita nascente della nuova figurazione di umanità potrà certamente soffrirne a volte tutte le fatiche, condividerne tutta la solitudine e l'incomprensione, ma percepirà già da ora, e giorno dopo giorno, la vicinanza straordinaria e l'aiuto sorprendente di Chi ci ha creati e ci sta portando, insieme a tutto il pianeta, verso svolte grandiose di nuova libertà e vita: «Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo, ma io non sono solo, perché il Padre è con me» (Giovanni 16,32).

          Rallegriamoci perciò, carissimi, in questa notte, e rinforziamoci nella fede, e cioè nella nostra coscienza illuminata dallo Spirito, che vede già la vittoria compiuta, e gode, già da ADESSO, della vita nuova dell'Uomo, l'infinita beatitudine del suo Respiro, più ampio di questo mondo che si sta strozzando con le proprie mani, e molto, ma molto più duraturo: «Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Giovanni 16,33).

          Urge, carissimi, una straordinaria concentrazione interiore per resistere in questa tormenta della storia, per continuare a benedire tra gli strepiti di milioni di voci maledicenti. Urge una pratica costante di meditazione e di preghiera per continuare a trasmettere luce e a beneficare i nostri fratelli con azioni e parole efficaci, per guarire e consolare, per aiutare i malati, per assistere i poveri, per consigliare i dubbiosi, per confermare nella fede gli incerti, per intercedere per i vivi e per i defunti, e cioè per rivestire la nuova umanità messianica, e dare così un vero nuovo inizio al mondo.

Marco Guzzi

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