La buona notizia del Dio vicino

Raggiunge e tocca quella misteriosa radice del vivere che ci mantiene diritti come alberi forti, che permette speranze nonostante le macerie, frumento buono nonostante la erbe cattive del nostro campo...

La buona notizia del Dio vicino

da Teologo Borèl

del 03 dicembre 2010

       

          II Domenica di Avvento Anno A In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».

 

          E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. (...)

          La frase centrale dell'annuncio del Battista suona così: il regno dei cieli è vicino, convertitevi. Sono le stesse parole con cui inizierà la predicazione di Gesù. Dio è vicino, prima buona notizia. Il grande Pellegrino ha camminato, ha consumato distanze. Per ora, solo il profeta vede i passi di Dio.

          Ma «non è la Rivelazione che s'attarda / sono i nostri occhi non ancora pronti» (E. Dickinson). Avvento è l'annuncio che Dio è vicino, vicino a tutti, rete che raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l'agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero, per una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani. Il Regno dei cieli e la terra come Dio la sogna.

          Non si è ancora realizzata? Non importa, il sogno di Dio è il nostro futuro che ci chiama. Noi andiamo chiamati dal futuro. La seconda buona notizia: allora la mia vita cambia. Ciò che converte il freddo in calore è la vicinanza del fuoco. «Stare vicino a me è stare vicino al fuoco» (Vangelo apocrifo di Tommaso), non si torna indenni dall'incontro col fuoco. La forza che cambia le persone è una forza non umana, una forza im-mane, il divino in noi, Dio che viene, entra e cresce dentro.

          Ciò che mi converte è un pezzetto di Cristo in me. Convertitevi! Più che un ordine è una opportunità: cambiate strada, azioni, pensieri; con me il cielo è più vicino e più azzurro, il sole più caldo, il suolo più fertile, e ci sono cento fratelli, e alberi forti, e miele. Con me vivrai solo inizi. Vivrai vento e fuoco. E frutti buoni. Rivelazione che nella vita il cambiamento è possibile sempre, che nessuna situazione è senza uscita, per grazia. Il terzo centro dell'annuncio di Giovanni: portate frutti degni di conversione.

          Scrive Alda Merini: la fede è una mano / che ti prende le viscere/ la fede è una mano / che ti fa partorire. Partorire un frutto buono! Quando Dio si avvicina la vita diventa feconda e nessuno è più sterile. Dio viene al centro della vita non ai margini di essa (Bonhoeffer). Raggiunge e tocca quella misteriosa radice del vivere che ci mantiene diritti come alberi forti, che permette speranze nonostante le macerie, frumento buono nonostante la erbe cattive del nostro campo.

          Viene nel cuore della vita, nella passione e nella fedeltà d'amore, nella fame di giustizia, nella tenacia dell'onestà, quando mi impegno a ridurre la distanza tra il sogno grande dei profeti e il poco che abbiamo fra le mani.

          Perché il peccato non è trasgredire delle regole, ma trasgredire un sogno. Un sogno grande come quello di Gesù, bello come quello di Isaia, al centro della vita come quello di Giovanni. (Letture: Isaia 11,1-10; Salmo 71; Matteo 3,1-12; Romani 15, 4-9).

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