La buonanotte: Il cielo non è lontano

Indossava il vestito più bello, di un luminoso color arancione, aveva i capelli raccolti con un nastro rosso e oro ed era pronta ad uscire per andare a scuola. Era il “giorno del padre” e tutti i bambini avrebbero dovuto arrivare a scuola accompagnati dal loro papà. Lei sarebbe stata l'unica con la mamma.

La buonanotte: Il cielo non è lontano

da Quaderni Cannibali

del 06 dicembre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));

Indossava il vestito più bello, di un luminoso color arancione, aveva i capelli raccolti con un nastro rosso e oro ed era pronta ad uscire per andare a scuola. Era il “giorno del padre” e tutti i bambini avrebbero dovuto arrivare a scuola accompagnati dal loro papà. Lei sarebbe stata l’unica con la mamma.

La mamma le aveva suggerito di non andare perché i suoi compagni non avrebbero capito. Ma la bambina voleva parlare a tutti del suo papà, anche se era un po’ diverso dagli altri.

A scuola c’era una folla di papà che si salutavano un po’ imbarazzati e bambini impazienti che li tenevano per mano.

La maestra li chiamava uno dopo l’altro e ciascuno presentava a tutti il suo papà.

Alla fine la maestra chiamò la bambina dal vestito arancione e tutti la guardarono, cercando l’uomo che non era là.

«Dov’è il suo papà?» chiese un bambino.

«Per me non ce l’ha» esclamò un altro.

Dal fondo una voce brontolò: «Sarà un altro padre troppo occupato che non ha tempo per venire».

La bambina sorrise e salutò tutti. Diede un’occhiata tranquilla alla gente, mentre la maestra la invitava a sbrigarsi. Con le mani composte e la voce alta e chiara, cominciò a parlare.

«Il mio papà non è qui perché vive molto lontano. Io però so che desidererebbe tanto essere qui con me e voglio che sappiate tutto sul mio papà e quanto mi vuole bene. Gli piaceva raccontarmi le storie, mi insegnò ad andare in bicicletta. Mi regalava una rosa rossa alle mie feste e mi insegnò a far volare gli aquiloni. Mangiavamo insieme dei gelati enormi e, anche se non lo vedete, io non sono sola perché il mio papà sta sempre con me, anche se viviamo lontani. Lo so perché me l’ha promesso lui, che sarebbe stato sempre nel mio cuore».

Dicendo questo, alzò una mano e la posò sul cuore. La sua mamma, in mezzo alla schiera dei papà la guardava con orgoglio, piangendo.

Abbassò la mano e terminò con una frase piena di dolcezza: «Amo molto il mio papà. È il mio sole e se avesse potuto sarebbe qui, ma il cielo è lontano. Qualche volta, però, se chiudo gli occhi, è come se non se ne fosse mai andato».

Chiuse gli occhi e la madre sorpresa vide che tutti, padri e bambini, chiusero gli occhi.

Che cosa vedevano? Probabilmente il papà vicino alla bambina.

«So che sei con me, papà» disse la bambina rompendo il silenzio.

Quello che accadde dopo lasciò tutti emozionati. Nessuno riuscì a spiegarlo, perché tutti avevano gli occhi chiusi, però sul tavolo ora c’era una magnifica e profumata rosa rossa.

E una bambina aveva ricevuto la benedizione dell’amore del suo papà e il dono di credere che il cielo non è poi così lontano.

Tante volte chiamiamo “cielo” la casa di Dio. A molti sembra un posto lontano lontano. Natale è il giorno in cui il cielo scende a toccare la terra.

Bruno Ferrero

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