La cellula «artificiale» alla ricerca di un fine

Il primo batterio artificiale prodotto nei laboratori biotecnologici di Craig Venter scatena commenti e apre scenari del tutto inediti.

La cellula «artificiale» alla ricerca di un fine

da Quaderni Cannibali

del 24 maggio 2010

 

           Il primo batterio artificiale prodotto nei laboratori biotecnologici di Craig Venter scatena commenti e apre scenari del tutto inediti. Anche il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha chiesto una valutazione bioetica alla commissione presidenziale da lui istituita. Mentre giudizi prudenti vengono espressi sia dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, sia dall’Osservatore Romano.

 

           Gli scienziati sono generalmente soddisfatti del risultato annunciato sulla rivista Science, ma non mancano di far osservare che si tratta di un primo passo, e che conseguenze e possibile uso di queste cellule sono «ancora da verificare», come ha sottolineato il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Mentre non mancano commenti che riducono la portata della novità dell’esperimento di Venter.

           Barack Obama si è rivolto alla Commissione presidenziale per lo studio delle questioni bioetiche perché dedichi attenzione agli sviluppi di questo risultato scientifico. Il presidente Usa ha chiesto di considerare «i benefici potenziali per la salute, la sicurezza e altri settori», ma anche di «identificare gli appropriati confini etici e i rischi» per minimizzarli. La Commissione dovrà «esprimere raccomandazioni sulle azioni che il governo dovrebbe avviare per consentire agli Stati Uniti di sfruttare i benefici di questo settore della scienza in evoluzione».

           «Un segno ulteriore della grande intelligenza dell’uomo», che è un «dono di Dio» da impiegare sempre con «responsabilità». Così il cardinale Angelo Bagnasco ha commentato la notizia della creazione della «vita artificiale». «Non conosco i dettagli della scoperta», ha precisato il presidente della Cei, aggiungendo che «l’intelligenza non è mai senza responsabilità.

           Ogni acquisizione scientifica va illuminata da una visione etica che abbia sempre al centro la dignità umana». Anche sull’Osservatore Romanosi ammira la scoperta, puntualizzando: «Un ottimo motore ma non è la vita». E al Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute, il sottosegretario Jean-Marie Musivi Mupendawatu spiega: «Stiamo studiando a fondo la notizia, che comunque rilancia le grandi questioni, come il binomio scienza ed etica. È sempre necessario approfondire tutti gli aspetti legati a novità di questa portata».

           Il ministro della Salute Ferruccio Fazio parla di «scoperta positiva, ma le cui implicazioni sono solo ancora delle ipotesi». «Ma sull’uso – aggiunge – ci vorrà un’attenta riflessione. Quando si è in tema di manipolazioni genetiche resta comunque l’obbligo di vigilare affinché l’uso non sia indiscriminato». Il referente italiano del Progetto Genoma, Paolo Vezzoni (Cnr di Segrate, Milano) osserva che «il risultato è un passo importante, come andare su Marte. Ma ora serve tornarci».

           E ammette che «non è stata creata una nuova cellula artificiale, ma è stato sostituito il genoma di un batterio con uno sintetizzato artificialmente». L’oncologo Umberto Veronesi prevede che «non succederà niente di concreto nei prossimi anni», ma che «esploderà la ricerca sul Dna». E senza rischi: «Un Dna da solo non è un essere vivente. Vive e funziona solo se è messo all’interno di una cellula».

           Dal sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella viene un invito alla cautela: «Non è la scoperta del secolo, anche perché Venter ha solo scomposto e ricomposto elementi organici con metodi tra l’altro in parte già noti. Non ha creato nulla in laboratorio». Analogo scetticismo dal giurista Alberto Gambino (Università Europea di Roma): «A leggere le notizie sembrava che si fosse creata la vita artificiale e che addirittura la Chiesa avesse applaudito». Invece «non c’è alcuna vita artificiale, ma solo l’innesto di un cromosoma sintetico in una cellula già esistente».

Enrico Negrotti

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