La Divina Misericordia

Gesù ha affidato a questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero.

La Divina Misericordia

da Teologo Borèl

del 27 aprile 2011

 

    

           La scelta della Festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico. Indica lo stretto legame tra il mistero Pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: 'Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore' (Q. I, p. 46). 

          Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione della festa: 'Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre' (Q. II, p. 345). 

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Ges√π ha espresso due desideri:

- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;

- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile Misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.

'Sì, - ha detto Gesù - la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l'azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all'immagine che è stata dipinta' (Q. II, p. 278).

La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse:

- 'In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene' (Q. I, p. 132) - ha detto Gesù. Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: 'la remissione totale delle colpe e castighi'. Questa grazia - spiega don I. Rozycki - 'è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest'ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (...). E' essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di 'secondo battesimo'.

          E' chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia' (R., p. 25). La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione - come dice don I. Rozycki - può essere fatta prima (anche qualche giorno). L'importante è non avere alcun peccato.

          Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che 'riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia', poiché‚ 'in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto' (Q. II, p. 267).  

 

Santa Faustina Kowalska

          Santa Maria Faustina Kowalska, nota in tutto il mondo come apostola della Divina Misericordia, è annoverata dai teologi fra i grandi mistici della Chiesa.

          Nacque in Polonia, a Glogowiec, terza di dieci figli, in una povera e devota famiglia di contadini. Già dal settimo anno di vita (due anni prima di ricevere la Prima Comunione) sentì viva la voce della vocazione, ma i suoi genitori non le diedero il permesso di entrare in convento. La piccola Elena quindi cercò di soffocare in sé questa chiamata di Dio, ma incitata dalla visione di Cristo sofferente, dalle parole di rimprovero: “Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai? ” (Diario, p. 6), iniziò a cercare accoglienza in convento. Bussò a numerose porte, ma da nessuna parte venne accolta. Il 1° agosto 1925 entrò nel convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Nel suo Diario ha confessato: “ Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine” (Diario, p. 9).

          Dopo alcune settimane subì tuttavia la forte tentazione di trasferirsi in un’altra congregazione, in cui ci fosse più tempo da dedicare alla preghiera. Allora Gesù, mostrandole il suo volto ferito e sofferente, disse: “Tu mi causerai un simile dolore, se uscirai da questo ordine. E qui che ti ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie” (Diario, p. 10).

Nella Congregazione ricevette il nome di Suor Maria Faustina.

          Trascorse il tempo del noviziato a Cracovia e lì, alla presenza del vescovo S. Rospond, pronunziò i primi voti e dopo cinque anni i voti perpetui: castità, povertà e obbedienza.

          Tutta la sua vita era concentrata nel tendere ad una unione sempre più piena con Dio e a collaborare con Gesù nell’opera della salvezza delle anime. “Gesù mio — ha confessato nel Diario — Tu sai che fin dai primissimi anni ho desiderato diventare una grande santa, cioè ho desiderato amarTi con un amore tanto grande, quale finora nessuna anima ha avuto verso di Te” (Diario, p. 456).

Il Diario rivela tutta la profondità della sua vita spirituale.

           Un’attenta lettura di questi scritti dà l’immagine dell’alto grado di unione della sua anima con Dio: Dio le concedette grandi doni ed ella si sforzò e lottò continuamente sulla via della perfezione cristiana. Il Signore le elargì grandi grazie: il dono della contemplazione, quello di una profonda conoscenza del mistero della misericordia di Dio, visioni, apparizioni, stimmate nascoste, il dono della profezia e della lettura delle anime, come pure il raro dono delle nozze mistiche. Avendo ricevuto doni così numerosi scriveva: “Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono a lei elargito la rendono perfetta, ma l’unione intima della mia anima con Dio. (...) La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio” (Diario, p. 380).

          Lo stile di vita severo e i duri digiuni, che si impose ancor prima di entrare nella Congregazione, indebolirono il suo organismo fino al punto che, già come postulante, dovette essere mandata a Skolimów, località vicino a Varsavia, per migliorare le sue condizioni di salute. Dopo il primo anno di noviziato arrivarono le dolorose esperienze mistiche della cosiddetta notte oscura e dopo le sofferenze spirituali e morali legate alla realizzazione della missione che aveva ricevuto da Cristo Santa Faustina offrì la propria vita per i peccatori e per tale motivo patì anche numerose sofferenze per salvare così le loro anime. Negli ultimi anni della sua vita aumentarono inoltre le sofferenze interiori e i disturbi fisici: si manifestò la tubercolosi che invase i polmoni e il tubo digerente. Per questo motivo venne ricoverata due volte, per alcuni mesi, in ospedale a Cracovia.

          Del tutto distrutta nel fisico, ma pienamente matura nello spirito, unita misticamente a Dio, morì in fama di santità il 5 ottobre 1938, all’età di appena 33 anni, di cui 13 di vita religiosa.

          Gesù ha affidato a questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero. “Oggi mando te — le disse —a tutta l’umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio cuore misericordioso” (Diario, p. 522). “Sei la segretaria della Mia misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura” (Diario, p. 530), per “ far conoscere alle anime la grande misericordia che ho per loro ed esortarle alla fiducia nell’abisso della Mia misericordia” (Diario, p. 516).

          Il culto della Divina Misericordia consiste nella fiducia nella infinita bontà di Dio e nelle opere di misericordia verso il prossimo.

 

 Scarica il Diario di suor Faustina Kowalska

 

 

Preghiera Coroncina alla Divina Misericordia

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la Tua Volontà come in celo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non c'indurre in tentazione ma, liberaci del male. Amen

Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te, Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.Credo in Dio, Padre Onnipotente, Creatore del celo e della terra e in Gesù Cristo suo unico figlio il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi. Il terzo giorno risuscitò da morte, salì a celo e siede alla destra di Dio Padre Onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la Remissione dei peccati, la Resurrezione della carne e la Vita Eterna. Amen-          Si utilizza il rosario e sui grani del Padre Nostro o che sono comunque staccati dalla decina successiva si recita:Eterno Padre, ti offro il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.-          Sui grandi dell'ave maria si recita per dieci volte consecutivamente:Per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.-          Dopo aver ripetuto la sequenza per 5 volte alla fine si recita per 3 volte consecutivamente:Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo interoSi conclude la preghiera con il segno della Croce. 

 

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