Una immagine di altri tempi forse, ma che si nota anche in questi, è quella della gente che fa la fila davanti al confessionale. Finalmente ci si decide di confessarsi, si vincono remore, si pensa che forse qualcosa da farsi perdonare da Dio ce l'abbiamo e andiamo in chiesa.
del 20 ottobre 2006
 
Una immagine di altri tempi forse, ma che si nota anche in questi, è quella della gente che fa la fila davanti al confessionale. Finalmente ci si decide di confessarsi, si vincono remore, si pensa che forse qualcosa da farsi perdonare da Dio ce l’abbiamo e andiamo in chiesa.
Esistono ancora questi grandi confessionali, questi mobili che per gente che non frequenta sembrano strani. Da una parte uno seduto che sta ore e ore a parlare, il prete; dall’altra si scambia la gente, in ginocchio a bisbigliare, a dire, a chiedere, ad ascoltare, a farsi un segno di croce. Chi fa più in fretta, chi meno; chi ha un elenco asettico che ripete da quando era bambino e non si accorge che oggi non ha più la mamma cui disobbediva, ma continua a dire che disobbedisce ai suoi genitori; chi dice i peccati degli altri anziché i suoi, chi ha un peso enorme e non riesce a liberarsi, chi s’aspetta solo misericordia e ne esce sollevato e pulito… E la fila qualche volta si allunga. Simao noi è la nostra fila di peccatori, tutti bisognosi di un dono, di una rinascita, di una vita più pura.
Ecco immagino così quella scena del deserto alle rive del Giordano. Giovanni ha appena finito una delle sue filippiche, ha appena urlato: razza di vipere… chi vi salverà dall’ira che viene? Ha fatto i conti in tasca a tanti ben pensanti che offendono Dio nei poveri e lentamente si compone una fila di gente che vuol fare ammenda dei suoi peccati, della sua vita fuori dalla legge di Dio. L’acqua lava, toglie il sudiciume, può ben essere simboli di questa operazione interiore di penitenza del cuore. E Gesù si mette anch’esso in fila coi peccatori. Lui non ha peccato, ma condivide la vita degli uomini e soprattutto vuol lanciare un segnale a tutti: è necessario mettersi in un atteggiamento nuovo di fronte all’imminente esplosione del Regno di Dio. E Dio padre lo presenta a tutti come il centro di questa bella notizia.
La fila dei peccatori nel deserto non è più una fila qualunque di penitenti, incerti del loro futuro sicuri di essere condannati a un eterno ritorno nelle maglie del peccato; ha al suo interno Gesù, colui che attraverso un altro battesimo li immergerà in una vera novità di vita e sarà per tutti speranza certa.
Ma questa speranza dove la trovo?
mons. Domenico Sigalini
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