C'è qualcosa di indefinibile, di misterioso che accomuna tutti gli uomini: la vita. È l'insieme delle cose che desideriamo e di tutto quelle che le rendono possibili. È l'insieme di tutte le promesse affascinanti di cui ci sentiamo destinatari, ma anche di tutte le incognite oscure che temiamo. Vivere è un bene che ci è donato da Dio.
del 28 luglio 2011
 
 
Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”.
C’è qualcosa di indefinibile, di misterioso che accomuna tutti gli uomini, ricchi e poveri, bianchi e neri, giovani anziani religiosi e altri: la vita.
È l’insieme delle cose che desideriamo e di tutto quelle che le rendono possibili. È l’insieme di tutte le promesse affascinanti di cui ci sentiamo destinatari, ma anche di tutte le incognite oscure che temiamo. Vivere è un mestiere rischioso, ma è un bene. E questo bene ci è donato da Dio.
          Solo che, proprio perché è un bene molti tentano di privarcene. Ci sono “ladri che vengono per rubare, uccidere e distruggere”, dice il Vangelo. Ruba, uccide e distrugge la vita chi inquina l’aria che respira, chi toglie il futuro alle giovani generazioni, chi spegne i sogni dell’amore nel vizio, chi vende il povero per un paio di sandali, chi scandalizza i piccoli, chi tratta ogni vita, anche quella che ha appena iniziato ad affacciarsi all’esistenza, come merce da vendere e comprare, su cui fare esperimenti e costruire carriere.
          È un ladro chi fabbrica armi e progetta guerre, chi non protegge la vita o non la ritiene preziosa sul posto di lavoro, chi la distrugge a sé e agli altri sulla strada.Ma ruba, uccide e distrugge la vita anche chi ti avvelena l’anima, chi spegne nel cuore la bontà con l’odio, la purezza del cuore con le subdole mercificazioni di ogni sentimento.È importante però che vediamo anche quanta dedizione alla vita ci circonda. I genitori che la donano e curano con generosità e delicatezza, le persone che fanno da scudo e forza del debole, gli educatori che offrono ragioni di vita, gli amici che la rendono desiderabile, gli sposi che la progettano come pienezza del loro amore, le guide spirituali che ne curano il senso, le solidarietà sul lavoro che ne difendono la qualità, tutti coloro che la comunità umana mette a disposizione per proteggerla…
          Il mondo è questo grande ovile, la grande casa della vita in cui tutti siamo stati accolti e tutti siamo destinatari del grande dono della vita. E c’è una porta per questa grande casa che decide chi è ladro o chi è dono: questa porta è Gesù. È Gesù che ci dà la vita. Sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo oltre ogni misura.Lui hanno tentato di distruggerlo, ma non ci sono riusciti. Le armi puntate su di lui non hanno ottenuto l’effetto che tutte le cattiverie umane speravano; l’annuncio di Pietro in quel giorno di Pentecoste deve risuonare ancora nelle nostre stanche vite, sulle nostre fabbriche di pietre tombali, sui nostri “ormai”, sui nostri “speravamo”, su tutti i nostri verbi all’imperfetto.
          “Sappia con certezza… Dio ha costituito Signore quel Gesù che avete crocifisso. È Lui che ci offre quelle ragioni di vita e di speranza che vorremmo proclamare a noi stessi, a tutta la Chiesa e al mondo. Noi sappiamo che le ragioni di vita e di speranza non di depositano mai o sono vive o non ci sono, non sono mai archiviabili, non esistono in biblioteca non le puoi trovare neanche su Internet te le devi sempre costruire, cercare, attendere, invocare. È Gesù che ce le offre. “che dobbiamo fare” dicevano gli ebrei a Pietro.
Cambiamo la direzione dei nostri passi e rivolgiamoli verso Gesù. 
Domenico Sigalini
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