Il colloquio con Dio è necessario per il semplice motivo che la Buona Novella evangelica instaura tra lui e noi dei rapporti di reciproco amore: allorché si ama alcuno, bisogna dirglielo talvolta, e non è sufficiente che si lavori per lui.
del 01 gennaio 2002
Professore all'Università di Lovanio in Belgio dal 1963, il canonico Guelluy è nato nel 1913. Si interessa di metodologia della teologia: pur considerando nel suo giusto valore il metodo deduttivo e razionale, pratica una teologia induttiva sfumata, in cui trovano posto l'evento, l'esperienza cristiana e la preghiera. La sua opera e la sua predicazione testimoniano il suo amore verso Dio, nostro Creatore e Padre, che si manifesta in Gesù Cristo e suscita in noi l'accoglimento della fede.
Il colloquio con Dio è necessario per il semplice motivo che la Buona Novella evangelica instaura tra lui e noi dei rapporti di reciproco amore: allorché si ama alcuno, bisogna dirglielo talvolta, e non è sufficiente che si lavori per lui. la preghiera è dovere d'amicizia: Cristo venne per insegnarci a vivere, non come servi, ma come amici. Quando una amicizia deriva da Dio e allorché è essa che vivifica tutto ciò che si è e tutto ciò che si fa, questa amicizia merita che le si dedichi qualche istante per riscoprirla con fiduciosa gratitudine. Noi non crediamo spontaneamente alle buone notizie, non siamo propensi a prender sul serio l'amicizia di Dio. Quindi, affinché le nostre vite siano evangeliche, e il Dio di Gesù Cristo sia veramente nostro Dio, bisogna riservarci del tempo per meditar con lui la Rivelazione che egli ci ha fatto, in relazione a ciò che noi siamo per lui ed egli per noi. Quale sarà la durata di questa preghiera esplicita, quali i ritmi? le risposte a tali domande ci verranno contemporaneamente dalla preghiera e dall'azione che ne evidenzierà valori e lacune. le risposte varieranno secondo le vocazioni, gli stadi della vita spirituale e della vita in genere, e non saranno mai definitivi. Dobbiamo diffidare d'una fedeltà che può renderei il cattivo servizio di inorgoglirei segretamente dei nostri sforzi; diffidare anche delle buone scuse che ci tranquillizzino della nostra fuga del raccoglimento. L'essenziale è imporsi dei tempi di preghiera non per spirito di disciplina. ma per fedeltà alla grazia. Tale fedeltà, lealmente impostata, potrà a volte imporre dei tempi di sosta, dedicati alla meditazione della Parola di Dio sotto il suo sguardo, e talvolta potrà essere anche una sosta molto lunga. E' possibile d'altra parte che, durante periodi abbastanza lunghi, la preghiera si riduca alla sola virtù dell'azione sorretta dallo spirito di fiduciosa disponibilità. L'essenziale è restare «nell'ascolto di Dio»; sarebbe più dannoso non imporsi un tempo prolungato di silenzioso raccoglimento allorché ci si sente attratti dalla logica stessa della vita di pietà, nel momento in cui il lavoro è più assillante o ci si trova ad esempio oppressi da una grande sofferenza, che derogare da un orario tradizionale di preghiera. La preghiera esplicita deve evangelizzare il cuore e convogliarlo verso il prossimo che si è tentati di sfuggire; questo incontro, evangelicamente vissuto, deve a sua volta far rinascere il bisogno di una preghiera più cosciente. La preghiera metodica farà sgorgar la preghiera spontanea nella misura in cui sarà vissuta come grazia, piuttosto che come una conquista umana; la preghiera spontanea a sua volta farà ritornare alla preghiera metodica.
Robert Guelluy
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