Quando passa Gesù tutta la sofferenza esplode, gli si accalca contro, lo sommerge: ciechi, zoppi, storpi, malati, indemoniati, violenti e arrabbiati, approfittatori e pazzi: tutti si contendono la sua Parola, il suo tocco, i suoi sguardi. Avvertono che lui è la salvezza, lui è la possibilità di tornare ancora a vivere.
del 18 dicembre 2006
 
 
 
Ci sono delle giornate in cui ti prende un grande sconforto. Sembra che il male si accanisca sempre più sulle nostre vite. Ti sembrava di avere messo in fila tanti bei gesti, di avere impostato tante buone attività, di aver creato anche consenso attorno a una visione di vita bella, solidale, pulita e invece torna la delinquenza, il male più efferato. Le notizie dei telegiornali sono una sequenza di fatti disgustosi, di ingiustizie insuperabili e di comportamenti impazziti di odio, di vendetta, di cattiveria.
Ma sarà sempre così la vita dell’uomo? Siamo tutte belve che si accaniscono ‘una contro l’altra? E’ possibile immaginare una vita diversa o chi lavora per la bontà sarà continuamente sconfitto? Lo stesso senso di impotenza lo sperimentiamo anche in noi, nella nostra vita interiore, nelle nostre vite di coppia, di famiglia, nelle relazioni tra amici.
Quando passa Gesù tutta la sofferenza esplode, gli si accalca contro, lo sommerge: ciechi, zoppi, storpi, malati, indemoniati, violenti e arrabbiati, approfittatori e pazzi: tutti si contendono la sua Parola, il suo tocco, i suoi sguardi. Avvertono che lui è la salvezza, lui è la possibilità di tornare ancora a vivere. E Gesù prova compassione, non passa sulle nostre sofferenze perché lui deve predicare, deve dire cose più importanti, ha i suoi progetti, ha un fine già stabilito da sempre che non gli permette di accorgersi di noi. Lui si vuole accorgere di noi.
Il suo progetto è la nostra felicità, il suo scopo è condividere con questa nostra umanità il desiderio di bene e la constatazione di essere malvagi, le malattie e la voglia di essere guariti, le infermità che tolgono la gioia di vivere e la speranza di tornare a stare in compagnia di tutti. Ha compassione di te, di me, di tutti quelli che desiderano vivere, ma non ce la fanno per la loro tragica situazione. Gesù sente compassione ancora oggi di chi sta da sempre armato fino ai denti per sopravvivere, di chi non conosce affetti e comprensione, di chi ha scritto nelle sue carni il dolore di una malattia e dona salvezza e speranza.
Il Signore asciugherà le lacrime da ogni volto, eliminerà la morte per sempre. Potremo dire tutti : il Signore ci ha veramente voluto bene, abbiamo sperato in lui e ci ha esaudito. Il Signore in cui abbaiamo sperato è Gesù.
Dio non ci abbandona mai.
mons. Domenico Sigalini
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