Il ricordo del Natale con gli studenti è sempre una bella occasione di riflessione, di gioia, di condivisione. Le polemiche lasciano il tempo che trovano...
del 21 dicembre 2017
Il ricordo del Natale con gli studenti è sempre una bella occasione di riflessione, di gioia, di condivisione. Le polemiche lasciano il tempo che trovano...
Al di là delle puntuali polemiche sul presepe nelle scuole e le recite natalizie “troppo cristiane”, il ricordo del Natale con gli studenti è sempre una bella occasione di riflessione, di gioia, di condivisione. Le polemiche lasciano il tempo che trovano, ormai non passano più dalle prime pagine dei giornali, restano pochissimo sulle homepage dei siti d’informazione, vengono seguite solamente da qualche Tg. Ciò dà spazio e serenità all’ottimo lavoro che nella maggior parte delle scuole, soprattutto primarie e secondarie di primo grado, si fa per rendere questo tempo speciale. Non manca la fatica degli insegnanti, spesa bene quando il coinvolgimento supera le barriere e costruisce i ponti tra culture, etnie e religioni diverse. Tutto questo non dismettendo le proprie tradizioni o alterando l’unico vero messaggio del Natale, quello cristiano, bensì trovando con intelligenza e cuore in esso i valori comuni di questa festa che ha come festeggiati il Dio che si fa uomo e le donne e gli uomini di buona volontà da quel momento della storia in poi. E qualunque adulto abbia partecipato nelle scuole da spettatore ad una recita in costume, a piccoli concerti di corali, o chiunque abbia visitato le aule addobbate attorno al presepe realizzato portando ogni alunno un personaggio, con semplicità e nella fraternità, sarà tornato a casa più sereno e più contento, e quanto ce n’è bisogno in questo tempo, altro che polemiche! Se il vero significato del Natale finisce per essere nascosto dalle ideologie, dall’indifferenza, dal disfattismo, dai “contrari a tutto”, dal consumismo, dai buonisti, e tutti in fondo si lamentano per questo, la scuola ha ancora il grande potere, l’opportunità, i numeri, il tempo e le risorse per riportare alla dimensione dell’umano ogni distorsione della realtà, e ciò senza fare proselitismo e senza essere cattolica. Basta solamente riscoprire il valore educativo della cultura, il talento di tantissimi letterati, musicisti, filosofi, artisti che – da laici e persino non credenti – hanno trovato nel Natale vero l’ispirazione per opere di straordinaria importanza che, chiuse nei musei, nelle biblioteche o nei motori di ricerca, nelle classi alunni e docenti possono portare alla luce come un tesoro prezioso. Così, soprattutto nelle secondarie di secondo grado, dove non è più tempo di rappresentazioni sceniche e cori, ma c’è voglia ugualmente di respirare tra i banchi il clima natalizio, si possono leggere e commentare le pagine sul Natale di Gesù scritte da Pascoli, D’Annunzio, Manzoni, Merini, Wilde, Stevenson, Pirandello, Capuana, Tolkien, Ungaretti, Saba, Rodari, Quasimodo e tanti altri. Poesie o prose, complesse o semplici, intime o universali, famose o nascoste, lontane o vicine nel tempo; tutte accendono i cuori, stimolano le menti, aprono riflessioni, suscitano sentimenti, mettono al centro l’essenziale allontanando il superfluo ed i fronzoli, fanno sgorgare gli auguri, quelli veri, per un Natale che faccia luce con gli occhi aperti di tutti sull’umanità ferita e su chi si china su di essa.
Marco Pappalardo
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