La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 1

L'emergenza educativa è oggi al centro dell'attuale dibattito pubblico dopo che per anni a livello politico e sociale è stata considerata quasi un fanalino di coda rispetto ai temi in agenda. la “questione educativa” resta il pilastro centrale per la società del terzo millennio...

La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 1

da Quaderni Cannibali

del 03 novembre 2009

Un dato di partenza

 

L’emergenza educativa è oggi al centro dell’attuale dibattito pubblico dopo che per anni a livello politico e sociale è stata considerata quasi un fanalino di coda rispetto ai temi in agenda. la “questione educativa” resta il pilastro centrale per la società del terzo millennio. Emerge dal Rapporto-proposto La sfida educativa curato dal Comitato per il progetto culturale della Cei e pubblicato dall’editrice Laterza.

 

 

“La discussione sull’educazione e sulla scuola è spesso stata ridotta ad un terreno di battaglia per tecnici e funzionari o per specialisti di tecnologie informatiche – si legge nel Rapporto -. La valenza educativa e culturale delle istituzioni formative è passata spesso in secondo piano, come se questa fosse marginale o solo funzionale ad interessi e sistemi sociali”. Di seguito una breve sintesi delle indagini condotte attorno al tema “emergenza educativa”. Da una ricerca condotta nel 2007 su Sussidiarietà ed educazione risulta che il 61% delle famiglie (e il 46% degli imprenditori) considera l’educazione la prima emergenza nazionale e che un altro 35% la considera tra le prime emergenze.

 

Le principali ricerche

 

Inoltre una recente ricerca dal titolo La professione docente: valore e rappresentanza (Nomisma 2009), promossa dall’Anp (Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola) che ha coinvolto 5000 docenti, viene sottolineato con forza l’esigenza di recuperare un ruolo sociale di primo piano strettamente legato ad una valorizzazione della professione e ad un maggior riconoscimento economico. Per ottenere questo risultato, il 57% è favorevole alla introduzione di un sistema di retribuzione differenziato, il 66% è favorevole ad una valutazione della carriere basata sul merito. La metà degli intervistati (49%) dichiara che i sindacati della scuola hanno una posizione debole nel promuovere le innovazioni professionali di cui la scuola e gli insegnati hanno bisogno, il 55,4% ritiene che rispetto alle battaglie degli ultimi anni, i sindacati della scuola non abbiano ottenuto risultati significativi.

 

Dal punto di vista socio-culturale

 

Sotto il profilo socio-culturale, l’emergenza educativa è connessa in primo luogo al disagio diffuso che caratterizza la condizione giovanile nelle società occidentali e che si manifesta nelle forme più disparate, dalle domande di senso, alla mancanza di certezze, alle forme (vecchie e nuove) di dipendenza. Da recenti indagini (Garelli, Palmonari, Sciolla 2006) emerge che il 22% dei giovani ha «poca» o «nessuna» fiducia nella scuola, che circa un terzo ne ha «così, così»; il 23,5% degli studenti (Argentin, Cavalli 2007) si sente «spesso» o «sempre» oppresso dall’idea di andare a scuola, è interessante osservare che questo fenomeno riguarda non solo coloro che hanno voti bassi (33%), ma, sebbene in misura minore, anche coloro che ottengo i voti migliori (15%); il 28% degli studenti si pone «spesso» o «sempre» la domanda su «che senso ha essere a scuola», nei licei e nei tecnici circa il 30% degli studenti prova «noia» nello stare a scuola, il 60% dei liceali (il 50% dei «tecnici» e il 47% dei «professionali») è «sempre» o «spesso» stressato per lo sforzo di conseguire risultati scolastici. A questi dati si aggiunge quello, non meno preoccupante, della strisciante incertezza che caratterizza i giovani: il 56,9% (età compresa tra i 15 e i 34 anni) ritiene che anche le scelte più importanti della vita non sono mai «per sempre», possono essere sempre riviste» (Buzzi, Cavalli, de Lillo 2007), il 68,8% di chi ha tra i 18 e i 30 anni ritiene che tra gli uomini di cultura, viventi o passati, uomini o donne, non ce ne sia uno che rappresenti per lui un punto di riferimento (Censis 2002).

 

Il fenomeno delle dipendenze

 

Altro dato inquietante è costituito dalle vecchie e nuove forme di dipendenza in cui incorrono i giovani. I dati epidemiologici mostrano che tra i ragazzi scolarizzati il 15-20% abusa abitualmente di sostanze alcoliche, il 29,2% ha fatto uso (almeno una volta nella vita) di cannabis; il 6,3% di cocaina; il 4,7% di stimolanti; il 4,4% di allucinogeni; il 2,2% di eroina (i dati sono tratti dalla Relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Anno 2007). Accanto alle dipendenze fisiche, sono in forte aumento anche nuove forme di dipendenza psicologica, molte delle quali sono legate ad un uso compulsivo di internet e delle nuove tecnologie della comunicazione.

 

AA.VV.

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