La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 3

I dati riferiti alla Strategia di Lisbona, che sono stati riportati, non sono i soli ad essere indicativi dello stato di salute degli studenti (e della scuola) italiani, ad essi andrebbero aggiunti altri indicatori oggettivi come il tasso...

La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 3

da Quaderni Cannibali

del 03 novembre 2009

 

La formazione permanente

 

Per quanto riguarda la formazione permanente (intesa come la percentuale di popolazione di età compresa fra 25 e 64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione e formazione nelle quattro settimane precedenti l’indagine), in Italia dal 2000 al 2007 si è passati dal 4,8% al 6,2% rispetto ad un dato atteso per il 2010 del 12,5%.

 

 

L’unico parametro in cui l’Italia primeggia è l’aumento dei laureati in materie scientifiche atteso per il 2010. Il dato atteso nell’Unione Europea è del 15%, l’Italia ha già raggiunto questo obiettivo ed è insieme alla Polonia il paese che ha avuto l’incremento percentuale maggiore. I dati riferiti alla Strategia di Lisbona, che sono stati riportati, non sono i soli ad essere indicativi dello stato di salute degli studenti (e della scuola) italiani, ad essi andrebbero aggiunti altri indicatori oggettivi come il tasso di trasferimenti da una scuola superiore a un’altra di tipo differente, l’interruzione di almeno un anno del corso degli studi, la ripetizione di anni scolastici, i debiti formativi contratti nel corso degli studi.

 

A proposito di questi ultimi due dati, al termine dell’anno scolastico 2007-2008 sono stati promossi il 59,4% degli studenti delle superiori, sono stati ammessi con giudizio sospeso il 26,9% e non sono stati ammessi il 13,7%. La matematica è la materia in cui gli studenti incontrano le maggiori difficoltà: il 45,7% degli ammessi con giudizio sospeso dovrà dimostrare di aver superato l'insufficienza in questa disciplina. La seconda materia più ostica è la lingua straniera (il 30,6% degli studenti ammessi con giudizio sospeso ha un debito in questa materia). Seguono le altre discipline scientifiche (fisica, chimica, biologia, etc.) col 23,6% e l’italiano con il 14%. Gli istituti tecnici sono quelli in cui ci sono più alunni con giudizio sospeso (il 30%), la scuola con meno studenti con giudizio sospeso è il liceo classico (21,2%).

 

Tra i ragazzi con giudizio sospeso, quelli con una sola insufficienza sono il 39,3%, quelli con due insufficienza sono il 35,3%, quelli con tre o più insufficienze sono il 25,4%. La scuola con più promossi senza debito è il liceo classico (73,2%), negli istituti professionali, invece, meno della metà degli studenti (il 48,2%) è stato promosso senza debito. I giovani tra i 15 e i 19 anni che non vanno a scuola e non trovano lavoro sono quasi il 35% (un dato molto superiore alla media europea), quelli tra i 20 e i 24 anni che non studiano e non lavorano sono circa il 20%. Sono giovani fuori da qualsiasi contesto di formazione e di lavoro, che si trovano dunque in posizione estremamente fragile: giovani a rischio.

 

Bullismo, un fenomeno in aumento

 

Il bullismo, secondo il 9° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, realizzato da Eurispes per il Telefono Azzurro, interessa a vario titolo il 35% dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado e il 20% di quelli della secondaria di secondo grado. Per la maggioranza dei bambini, il bullismo è «una prepotenza contro un compagno più debole che si ripete spesso» (59,9%); per il 17,7% invece si tratta di «un’azione che va contro la legge». Quali sono gli atti di bullismo più diffusi? In primo luogo i brutti scherzi, di cui sono vittime (27,8%) poco più di un quarto dei ragazzi intervistati; seguono le provocazioni e le prese in giro (26,6%), le offese immotivate (25,6%), l’esclusione e l’isolamento dal gruppo (17,6%), i furti di oggetti o di cibo (13,5%), le percosse (11,5%), le minacce (11,1%), i furti di denaro (4,7%). Tutte queste percentuali sono più alte per quanto riguarda i maschi, ad eccezione dell’esclusione e dell’isolamento dal gruppo (20,2% per le femmine contro il 14,9% per i maschi).

 

Chi sono gli autori degli atti di bullismo? Nel 17,8% dei casi sono i contenei, nel 9,7% un ragazzo più grande, nel 6,2% un gruppo di maschi, nel 5,3% un coetaneo, nel 4,5% una coetanea. È interessante osservare anche come reagiscono le vittime agli atti di bullismo. Il 16,3% dichiara di non avere avuto reazioni, il 13,2% ha avvertito un insegnante o il Dirigente scolastico, l’11,7% ha detto al bullo di smetterla, il 9,8% è venuto alle mani, l’8,4% ha avvertito i suoi genitori, il 7,5% ha chiesto l’aiuto di altri compagni, il 5,9% è fuggito, il 3,6% si è messo a piangere. Circa un quarto dei bambini vittima di bullismo ha dunque adottato un atteggiamento passivo di fronte; un bambino su cinque ha invece reagito attivamente da solo; poco meno di un terzo ha preferito chiedere un aiuto esterno.

 

Il 14% dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado e il 16% della secondaria di secondo grado è stata vittima di atti di cyberbullismo nell’ultimo anno di scuola.

Quando si trovano di fronte a casi di bullismo, gli insegnanti intervengono rimproverando i responsabili (26,1%), prendendo provvedimenti disciplinari (19,6%), parlandone con i genitori (16,6%) o con il Dirigente scolastico (9,2%). Il 6,3% dei bambini afferma che gli insegnanti non si accorgono dei casi di bullismo, il 2,8% riferisce invece che non intervengono. Più della metà dei minori intervistati (56,2%) riferisce che a scuola gli insegnanti hanno parlato di bullismo, è però significativa anche la percentuale dei casi in cui l’argomento non è stato affrontato (il 39,9%).

 

Guardando il fenomeno del bullismo con gli occhi delle famiglie (Censis 2008b) emerge che il 57,6% ritiene che la responsabilità principale vada ricercata nell’educazione ricevuta in famiglia, il 51,4% rimanda a problemi relazionali (incapacità di inserirsi nel gruppo di pari e bisogno di attenzione), il 32,7% all’imitazione di scene violente viste in televisione, al cinema, nei videogiochi, il 24,7% ritiene che il bullo sia un soggetto prepotente e aggressivo per natura.

 

 

AA.VV.

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