La strada di Paolo: un film, un viaggio spirituale

La strada di Paolo è il titolo del film che racconta il viaggio, l'esperienza personale di un autotrasportatore che, dalla Puglia, va in Terra Santa.

La strada di Paolo: un film, un viaggio spirituale

da Attualità

del 04 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));  La strada di Paolo è il titolo di uno degli speciali della VI edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, presentato in anteprima il 2 novembre al Palazzo delle Esposizioni.(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));

Il film racconta il viaggio, l’esperienza personale di un autotrasportatore che, dalla Puglia, va in Terra Santa. La pellicola, diretta da Salvatore Nocita, è stata prodotta da FAI Service (Federazione Autotrasportatori Italiani), in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura e Rai Cinema e con la partnership di Fondazione Ente dello Spettacolo.

Un film rivolto al grande pubblico, al “camionista Paolo” che è in ciascuno di noi, uno speciale che la Rai porterà al piccolo schermo e che fra pochi mesi si potrà acquistare assieme a un libro con degli approfondimenti.

Nel corso della presentazione mons. Franco Perazzolo, officiale del Pontificio Consiglio per la Cultura ha dichiarato: “Questo prodotto che arriva al momento giusto nel luogo giusto, con delle domande mai banali”. “Non stiamo presentando un prodotto che dia delle risposte - ha proseguito mons. Perazzolo - perché le risposte preconfezionate corrono il rischio di arrivare tardi o di non andare a bersaglio”.

Cerchiamo, ha detto il presule, “un film che sappia interrogare la gente. Spero che uscendo sta sera ciascuno di noi esca con le domande da fare a un amico e ai propri familiari. È più difficile trovare le domande che dare delle risposte. Una sorta di manuale delle giovani marmotte, non è questo che vogliamo”.

E ha ricordato che “il film è fuori dagli schemi, esce fuori dal cliché, e si interroga sul divino e l’umano ma lascia a ciascuno di noi di scegliere la strada, con grande libertà interpretativa: il che non vuol dire non interrogarsi o scegliere la strada più facile. Forse davanti alla domanda saremo portati a scegliere la strada più difficile”.

E ha concluso che si tratta di un “viaggio che si fa metafora di ciascuno di noi. Dobbiamo smetterla di essere viandanti e apprendere nuovamente ad esser pellegrini”.

Alla domanda di un giornalista che chiedeva se, alcuni anni fa, un film come La strada di Paolo non avrebbe rischiato di essere considerato “eversivo”, mons. Perazzolo ha risposto: “Eversivo non direi. È un film che fa pensare, e trovare qualcosa che ci faccia pensare è un grande traguardo”.

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nella lettera rivolta al pubblico presente ha indicato che si tratta di “un itinerario che si snoda lungo la strada, popolata non più da viandanti, ma da mezzi di trasporto sempre più numerosi e sofisticati, che però non riescono a cancellare lo spirito del uomo viator, pellegrino instancabile alla ricerca di un significato del proprio andare”. Perché, ha aggiunto, “anche noi come il camionista Paolo, siamo personaggi che abitano e vivono la strada”.

“La mia speranza - ha proseguito Ravasi - è che mediante il cinema, si possano diffondere valori, idee, come avviene attraverso la storia dell’autotrasportatore Paolo che durante uno dei suoi viaggi con il camion, per raggiungere un ospedale pediatrico di Gerusalemme, incontra città, uomini e donne che lo stimolano a interrogarsi intorno ai temi decisivi dell’esistenza: la vita, la morte, il destino dell’anima, il bene e il male, la fede e la ragione, la provvidenza e il caso”.

“Paolo si trova a ripercorrere, spinto dall’urgenza degli interrogativi, il viaggio che da millenni uomini e donne intraprendono mossi dall’inquietudine della ricerca. Ritorna allora alla mente il fulminante aforisma di Julien Green (1900-1998): Finché siamo inquieti possiamo stare tranquilli”, ha poi concluso il cardinale.

Il film sarà affiancato da un prodotto editoriale edito da Marcianum Press, con interviste rilasciate dal cardinale Angelo Scola, dal cardinale Gianfranco Ravasi, dal docente di filosofia, Salvatore Natoli, dal cantautore Roberto Vecchioni e dalla storica e giornalista Lucietta Scaraffia. La prefazione è di monsignor Dario Viganò, presidente della Fondazione ente dello spettacolo, che affronta il tema “cinema e chiesa”, mentre la postfazione è affidata a Fabrizio Palenzona, presidente di FAI Service.

Il regista a Salvatore Nocita al momento dell’anteprima ha riferito ai presenti soltanto un pensiero: “Questo film non aggiungerà niente alla mia carriera professionale, ma sicuramente molto alla mia persona”.

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