La testimonianza: «Il Signore è il mio pastore» tra i terremotati del Giappone

La testimonianza da Tokyo di un missionario del Pime. Nel momento della prima scossa per provvidenza ero appena uscito dalla metropolitana, ed essendo passato un tempo di 10 minuti mi sono diretto a fare l'usuale spesa nel supermercato vicino casa. Arrivato il momento della seconda scossa, di magnitudo 9, ho raggiunto casa dove il sacerdote e il seminarista con cui vivo mi hanno abbracciato con gioia...

La testimonianza: «Il Signore è il mio pastore» tra i terremotati del Giappone

da Quaderni Cannibali

del 23 marzo 2011

 

Carissimi,

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,

per amore del suo nome. (Sal 23,1.3)

          Ringrazio di cuore per la vicinanza che state accordando a me a alla popolazione giapponese in questo momento di estrema emergenza, incertezza e sofferenza. Grazie a Dio, io sto bene e per ora non corro alcun grave pericolo! Il primo terremoto di venerdì scorso e il susseguente tsunami sono stati di dimensioni spaventose. Nel chiamato 'cuore di Tokyo' dove vivo io, la prima e la seconda scossa sono state fortissime e sinceramente lo spavento e lo sconcerto è stato indescrivibile. Eppure, non ci sono stati danni ingenti ne' a persone ne' a strutture; Tokyo e tutto il Giappone sono ben preparati ai terremoti.

          Nel momento della prima scossa per provvidenza ero appena uscito dalla metropolitana, ed essendo passato un tempo di 10 minuti mi sono diretto a fare l'usuale spesa nel supermercato vicino casa. Arrivato il momento della seconda scossa, quella di magnitudo 9, certamente ci siamo resi conto che non era il normale avvicendarsi dei terremoti che di tanto in tanto si avvertono. Ho raggiunto casa dove il sacerdote e il seminarista con cui vivo mi hanno abbracciato con gioia, cosa non scontata vista la proporzione dell'evento.

Se dovessi camminare in una valle oscura,

non temerei alcun male, perché tu sei con me. (Sal 23,4)

          Il Giappone è incredibilmente organizzato, ed è scattata immediatamente la procedura di emergenza terremoti e tsunami. La televisione e gli altoparlanti delle città hanno annunciato la situazione di tutto il settore orientale del Giappone, subito chiedendo l'immediata evacuazione delle zone limitrofe alle coste. Sono state immediatamente chiuse le grandi paratie marine che difendono le più grandi città, e, avendo immediatamente percepito il pericolo incombente, nell'arco di 5 minuti!, con grande determinazione e coraggio (tutto in diretta televisiva!!! Per ribadire che non è assolutamente vero che il governo ha tenuto allo scuro la popolazione o abbia temporeggiato, come alcune agenzie di stampa riportano) hanno deciso lo spegnimento immediato di undici centrali nucleari della cosa est; consapevoli di ciò che tutto il paese avrebbe dovuto affrontare dopo in termini di energia.

          Certamente, gli tsunami che hanno colpito la costa est del Giappone sono stati nella loro intensità distruggente fuori da ogni possibile aspettativa, sia dal punto di vista della loro velocità che della loro imponenza. Le notizie dopo meno di un'ora dall'accaduto parlavano di onde successive da 2 fino a 32 metri, con l'onda centrale di 16metri che ha toccato la costa ad una velocità di circa 300km/h. Alla catastrofe naturale si è aggiunto l'incidente della centrale nucleare di Fukushima, che sta tendendo con il fiato sospeso il Giappone e il mondo intero. Sinceramente vi è una scandalosa differenza fra ciò che viene comunicato circa la situazione della centrale e ciò che le agenzie internazionali di informazione a volte comunicano ed affermano. Non so cosa dire.

           A me sembra che il Giappone abbia e stia affrontando la cosa con preoccupazione, competenza e serietà; avendo da subito chiesto anche aiuto all'agenzia internazionale per l'energia atomica. Nelle notizie che riverberano all'estero, c'è troppa ideologia politica, che in questo momento non solo non serve, ma è persino dannosa. Le misure comunque adottate, per quello che capisco io e chi vive con me ogni giorno (tutti giapponesi), sono di garanzia che la volontà è quella per il bene di tutti: dalle persone che abitano nelle zone limitrofe a Fukushima, alla popolazione giapponese, al mondo intero. Vi confesso che mi sento umiliato quando in questi giorni da più voci giapponesi viene chiesto almeno alle nazioni che loro stessi onorano ed ammirano di non trascinare questo evento doloroso e pauroso nelle loro diatribe politiche.

          Da parte mia, e penso fortemente anche da parte dei miei confratelli del pime, consapevole dei rischi che minacciano la nazione, per quello che vedo e comprendo, anche per la discrezione (legittima!) delle notizie rilasciate dalle agenzie governative, di poter porre fiducia nell'operato di chi è preposto al controllo e soluzione della difficile situazione. Ricordo che nella centrale ci sono tecnici giapponesi, con famiglie e desiderio di vivere, ormai esposti alle radiazioni e votati al sacrificio, che stanno tentando il possibile e l'impossibile per loro e per tutti noi.

Felicità e grazia mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni. (Sal 23,6)

           Come penso vedete dalle immagini televisive, la situazione è apocalittica, ma la cosa che mi commuove di più, oltre alla tragedia delle terre e persone colpite, è la straordinaria capacità di solidarietà di tutto il popolo giapponese. A partire dal governo, all'esercito, alle organizzazioni umanitarie e religiose, alla Chiese Cristiane e alle persone ordinarie lo sforzo di nazione è compatto ed efficace. Dallo strettissimo regime energetico alla solidarietà spontanea delle persone, il paese si sta rivelando capace di affrontare la situazione. Domenica scorsa ho celebrato la Messa in Giapponese nella comunità cristiana di Kasai, dove vado ogni domenica da un anno. Alla fine della Messa, abbiamo compreso che fra noi c'erano dei nuclei familiari provenienti da Fukushima.

          Ci hanno raccontato lo spaventoso momento, ma con tanta pace e gratitudine al Signore per essere vivi. Al momento del sisma una famiglia era separata, ognuno alla sua attività quotidiana: papà e mamma al lavoro, bimbi a scuola. 'Sono trascorse tre lunghissime ore - raccontava la mamma - prima di riabbracciarci tutti. Pensavamo di esserci persi per sempre, invece siamo vivi e siamo qui come famiglia. Non abbiamo più niente, ma mi creda p. Andrea, altro che Quaresima... noi festeggiamo la Pasqua di gioia'!      

 

          In questa Quaresima, cammino di preparazione alla Pasqua di resurrezione chiedo a tutti un ricordo e un supporto nella preghiera.

Ne abbiamo bisogno!

Padre Andrea, Pime

Andrea Lembo

http://www.missionline.org

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