Papa Benedetto XVI partirà alla volta del Benin venerdì, 18 novembre, per il suo ventiduesimo viaggio apostolico in occasione della firma e della pubblicazione dell'Esortazione post-sinodale su pace, giustizia e riconciliazione in Africa.
del 16 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
 
          Papa Benedetto XVI partirà alla volta del Benin venerdì, 18 novembre, per il suo ventiduesimo viaggio apostolico in occasione della firma e della pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale su pace, giustizia e riconciliazione in Africa. Il documento raccoglie i risultati della II assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, svoltasi in Vaticano nell’ottobre 2009, e guiderà le attività pastorali della Chiesa in Africa nei prossimi anni.
          In Benin, il Papa incontrerà tra sabato e domenica i Rappresentanti delle Istituzioni civili, politiche e diplomatiche, i leader delle altre religioni, e naturalmente la Chiesa del Paese, i Presidenti delle Conferenze episcopali di tutta l’Africa, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici cristiani impegnati nella pastorale e nelle attività sociali e caritative. Ma avrà anche un incontro speciale con i bambini. Durante la sua precedente visita in Angola, nel marzo 2009, Benedetto XVI aveva avuto un incontro specifico con le organizzazioni delle donne cattoliche. Donne e bambini sono considerati componenti “speciali” in Africa. Le donne sono la spina dorsale delle società africane e i bambini sono il futuro del continente. Come affermava Amilcar Lopes Cabral, uno dei principali leader africani degli anni ’60, “i bambini sono i fiori e l’unica ragione delle rivoluzioni africane”.          L’attenzione del Papa ai bambini tocca quindi uno dei punti chiave della storia delle lotte intraprese dagli africani per l’indipendenza e lo sviluppo dei loro paesi. L’auspicio è che la visita del Papa possa ridare senso, vigore e misura all’impegno di oggi e invitare gli africani a guardare al domani con più cognizione di causa, con più senso di responsabilità e con maggiore speranza. I discorsi del Papa, alla luce dei risultati del Sinodo per l’Africa, potranno aiutare tutto il Continente a continuare nella lotta per garantire un domani ai propri figli, un futuro migliore di quello che ci è dato di vivere oggi in Africa. Pensare ai bambini in Africa con lo sguardo al futuro e in modo responsabile significa anzitutto essere in grado di costruire un habitat di pace, giustizia e riconciliazione. Un habitat nel quale amore, fraternità e solidarietà siano le strade più idonee per la costruzione di una casa comune africana, a misura della dignità di ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio. “Lasciate che i bambini vengano a Me, perché di essi è il Regno di Dio”, ha detto il Signore.          Le Statistiche ufficiali mostrano che più della metà della popolazione in Africa oggi è costituita da bambini al di sotto dei 18 anni. Questo è un grande potenziale per il continente. Viaggiando attraverso l'Africa, si incontrano bambini con tanti sogni. Molti di loro vogliono diventare medici, veterinari, insegnanti, agricoltori; altri vogliono diventare imprenditori e imprenditrici, sacerdoti, suore, ecc.Purtroppo questi sogni vengono spenti dall’indigenza che costringe molti ad abbandonare la scuola e a tentare la fortuna altrove, spesso nelle strade, in quasi tutte le principali città africane. È un fenomeno comune vedere bambini ambulanti, bambini mendicanti e bambini borseggiatori, bambini trafficati dagli adulti per diversi obbiettivi che nulla hanno a che fare con il loro benessere. Molti fattori sono responsabili di questa situazione. Uno di questi è certamente l'abbandono delle famiglie al proprio destino, da parte dei governi africani: le politiche di aggiustamento strutturale imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) hanno costretto i governi africani a ridurre finanziamenti ai settori dei quali beneficiano le famiglie, quali la cultura, l’educazione, la salute, il lavoro e l’agricoltura. Molti funzionari pubblici hanno perso il lavoro, finendo nella povertà quasi assoluta.          Il futuro dell'Africa è in Africa. Il regalo più importante che il Papa può dare ai bambini del Continente sarà – nella luce del Vangelo - di incoraggiare le chiese locali e i diversi organismi internazionali presenti nei paesi africani a fare di più per difendere i diritti dei bambini, a sensibilizzare la comunità africana e l’opinione pubblica internazionale riguardo a questi diritti. In secondo luogo, la presenza del Santo Padre può rappresentare un forte richiamo ai governi perché rivedano le loro politiche e mettano “il sostegno alle famiglie” tra le priorità d’azione delle loro politiche, come ad esempiol’istruzione gratuita dalla scuola primaria alla scuola secondaria, l’assistenza sanitaria, l'agricoltura vera spina dorsale delle economie africane.Il Grande appuntamento di Papa Benedetto XVI con l'Africa: dietro i simboli della storia, i significati di oggi
          Nonostante la frequenza regolare dei Viaggi Apostolici in Africa, soprattutto durante il lungo Pontificato del Beato Giovanni Paolo II, le visite pastorali del Successore di Pietro suscitano sempre molto entusiasmo nel continente. Sono una fonte di grazia per il popolo di Dio, che ha la possibilità di vedere più da vicino il Pastore della Chiesa Universale e ascoltare attentamente il suo insegnamento, elaborato appositamente per il contesto africano e ogni volta minuziosamente contemplato, analizzato e verificato.           L'eco di tali visite, a livello locale, si fa ancora più ampia dal momento che spesso esse coincidono con celebrazioni significative per la realtà interna, o perché esse portano all'attenzione luoghi simbolici per la Memoria dell’Africa, la cui storia è marcata dall'alternarsi di momenti di gloria, episodi drammatici ed infinite sofferenze.In questo senso, il Viaggio in Benin è connotato da elementi simbolici forti:- L'anno nel corso del quale si svolge la visita, il 2011- Il Benin, Paese di accoglienza, ex Regno di Dahomey- Ouidah, al contempo “Porta di tenebre, e di luce”- La Memoria del Cardinal Bernardin Gantin, grande servitore africano della Chiesa Universale.          Il 2011 è l'anno dei festeggiamenti del 150mo anniversario dell’ Evangelizzazione del Benin, avviata nel 1861 per opera di una giovane Società di Missioni Africane (SMA) nel Dahomey, Regno negriero molto importante già nel XVIII secolo, nel quale oltre alla schiavitù si praticavano ogni anno sacrifici umani. Sono pochi gli Stati africani che possono celebrare questo genere di ricorrenze nel corso di questi primi anni del XXI secolo.          Inoltre, è a partire dal Regno di Dahomey che il Cristianesimo andò rapidamente espandendosi nei Paesi limitrofi e oltre: Nigeria, Togo, Ghana, Alto Volta (oggi Burkina Faso), Niger. Dunque, il Benin rappresenta il punto di partenza per la divulgazione della Fede cattolica in gran parte dei Paesi dell'Africa Occidentale.          Dal punto di vista dell'evoluzione politica e sociale, il Benin è stato inoltre il primo Paese che ha messo fine a un regime autoritario marxista-leninista, grazie all'istituzione di una tavola di dialogo e concertazione tra le parti e con tutte le forze vive della Nazione. L'esperienza del Benin rappresenta il prototipo delle Conferenze Nazionali, che numerosi Paesi africani hanno adottato in seguito per passare da un sistema monolitico a un ordine politico democratico.          Oggi, malgrado le difficoltà di ogni sorta, i ritardi, i processi a volte caotici e i sanguinosi confronti che lo sviluppo democratico ha comportato, la maggior parte delle Nazioni del continente cerca di stabilire e consolidare uno Stato di Diritto che favorisca la partecipazione attiva della popolazione alla vita pubblica e allo sviluppo socio-economico collettivo.           Proprio in Benin, in occasione della visita del Papa, si procederà alla pubblicazione dell'Esortazione Post-Sinodale, atto pontificio frutto delle decisioni dei Vescovi dell'Africa sulle questioni relative alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace, esigenze più che mai urgenti al giorno d'oggi. Ecco, dunque, il secondo elemento forte di questo viaggio: la pubblicazione e consegna di un documento tanto importante per l'avvenire politico, economico e sociale del continente.           Ouidah. L'atto solenne della firma da parte di Papa Benedetto XVI dell'Esortazione si svolgerà in una città che rappresenta la porta d'ingresso della Luce di Cristo nella maggior parte dei Paesi dell'Africa Occidentale. Tuttavia la città è stata per secoli un simbolo delle tenebre, poiché nel corso del XVII secolo era uno dei principali centri di vendita ed imbarco di schiavi, nel contesto dell'ignobile tratta negriera atlantica.Con la diffusione del Vangelo, a partire dal 1861, Ouidah ha assunto il ruolo di “faro nel regno dei valori cristiani”.          Nel 1914 venne inoltre creato un Grande Seminario, che ha accolto studenti del Togo, della Nigeria, della Costa D'Avorio e, più tardi, del Centrafrica, del Congo e addirittura del Camerun, e che da allora contribuisce alla formazione del clero, non per il solo Benin ma per l'intera regione.La storia religiosa di Ouidah è stata determinante per la crescita e il consolidamento della Chiesa, con un clero locale preparato, pronto ad esercitare il proprio ministero in gran parte del continente.Proprio in questo Grande Seminario di Saint Gall di Ouidah, costruito grazie all'aiuto finanziario dell'omonima diocesi svizzera, ha ricevuto la sua formazione sacerdotale il primo futuro arcivescovo metropolitano dell'Africa francofona, nativo del Benin: Bernardin Gantin, altro simbolo forte al centro del Viaggio Apostolico. L'intera vita del Cardinal Gantin (1922-2008) fu esemplare, come il servizio da lui reso al suo Paese e a Roma, in quanto collaboratore stretto di tre Papi (Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II), nello stesso periodo dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger (oggi Benedetto XVI), del quale fu grande amico.          Concludiamo questa riflessione sul significato del Regno di Dahomey e di Ouidah - dove hanno transitato milioni di esseri umani ridotti allo stato di semplice merce - sul ruolo che questa località e l'intero Paese hanno avuto nella ricezione del Vangelo di Cristo, e per la diffusione feconda del Cristianesimo nella regione, riportando alla memoria le parole di San Paolo: « Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia » (Rm 5,20). 
Filomeno Lopes, Joseph B. Ballong
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