Ultima moda a Milano...ma non si tratta di vestiti ma della tendenza ad una violenza quanto mai gratuita tra i giovani della Milano bene ovvero ben lontani da ogni degrado e borderline.
del 07 febbraio 2007
Sono i bad boys in divisa: giacca blu e camicia bianca. Età 16, 17 e 18 anni. Sabato erano ai «Magazzini Generali» e nel parcheggio della discoteca hanno scatenato una rissa a pugni e calci, con insulti ai poliziotti. Tredici gli arrestati: figli di professionisti e scarcerati, in attesa del processo a primavera. L’altra notte, i bad boys—una buona parte di loro— si sono concessi il bis: al «Luminal», altro locale à la page. Festa dei diciott’anni. È bastato un pacchetto di sigarette gettato in strada. «Non devi buttare le cose quando passo io». Una testata. Schiaffi. In quaranta sono partiti all’inseguimento dei due «provocatori ». Alle 2, in viale Monte Grappa, nel quartiere dei locali alla moda, dopo una festa con tra i partecipanti anche personaggi dello spettacolo, figli di esponenti politici e noti dee-jay, ecco motociclette sbattute per terra, cestini dei rifiuti divelti. E una scazzottata generale. Sedata, a fatica, dalla polizia locale, con un coraggioso agente che s’è buttato nel mezzo, finendo contuso. Sei pattuglie.
Più una dei carabinieri. «Via, c’è madama». Dei ragazzini, uno non ce l’ha fatta. Gli altri scappavano. Ha alzato le mani: «Non ho fatto niente ». Due i denunciati, altrettanti i feriti.
 
LE RISSE — C’è una nuova mania tra i minorenni milanesi: la festa con rissa annessa. Una movida della testata in itinere. I bad boys non hanno modelli come «Fight Club», il film dove ci si massacrava di botte. Ma sanno con precisione cosa fare e dove andare. Esempio: per oggi pomeriggio, hanno un’altra bellicosa ideuzza. Presentarsi davanti all’Istituto San Carlo, scuola privata, frequentata dagli odiati «fighetti ». Ma anche loro sono «fighetti», figli di professionisti, insomma la famosa Milano-bene. In gran parte, frequentano l’istituto privato De Amicis. «Lo facciamo perché è divertente, perché sei pieno d’alcol, perché è bello fare a botte» spiega eccitato Marchino, 17 anni. La scorsa notte, Marchino era al «Luminal» con la fidanzata. Solo che «stavolta non c’entro».
La stessa risposta resa ai vigili dagli altri 40. Forse, c’è da credergli, a Marchino: se nega le botte di viale Monte Grappa, rivendica con orgoglio la maxi-rissa dei Magazzini Generali: «Quella l’ho fatta scoppiare io e voi giornalisti scrivete un mucchio di cazzate». Gli piace raccontare, a Marchino. «Ero fuori dal locale con la mia ragazza e un amico. È arrivato uno, più grande. Le ha detto qualcosa. Sono andato lì e gli ho dato una testata. Sono arrivati i buttafuori. Ci hanno diviso ». I body guard muscolosi hanno chiesto chi fosse stato a iniziare. «Ho risposto che era colpa dell’altro. Sono entrato nel locale. L’altro mi ha aspettato fuori. Sono usciti prima i suoi amici e lui se l’è presa con loro perché lo avevano lasciato solo. Si sono menati ».
 IL «NEMICO» — Cambio di scena. Dai Magazzini Generali al Luminal. «Le prendi e le dai — filosofeggia Marchino —. È così. Conoscevamo i due che sono stati presi a botte. Erano alla festa con noi.
Ma sono stati loro a provocare, i fighetti, quelli con la puzza sotto il naso». Eccolo il nemico: «Sono i più grandi, quelli tra i 22 e 23 anni, che fanno i brillantoni, che sono figli di papà. Quelli che non si fanno i fatti loro. Quelli che vengono davanti a scuola a fare i ganassa». Quale scuola? «In molti stiamo al De Amicis». Istituto nel cuore della città. Generazioni di studenti. Quelli di oggi se le danno. «Il motivo? Mah. Ci si diverte. Siam zeppi d’alcol. E sai una cosa? Basta che uno ti guardi storto. Non capisci più niente, scoppia il casino». Paura o solo adrenalina? «Certo che hai paura. Quando sei 40 contro 40 non sai mai cosa può succedere.Manon puoi tirarti indietro». Perché bisogna guardare sempre avanti: «Oggi abbiamo l’appuntamento davanti al San Carlo». Due ammucchiate di boxe dilettantistica in tre giorni. Che cosa succede? Il Comune pensa a un piano speciale. Il vicesindaco Riccardo De Corato: «Reprimeremo le violenze. Ma non può essere l’unica strada. C’è una escalation di violenze. Dobbiamo coinvolgere scuola e famiglie». Già: le famiglie. «Mi domando: dov’erano mamma e papà di questi giovani? Sapevano che i figli erano fuori?». Fuori casa. Fuori dalla discoteca. Fuori controllo.
Andrea Galli, Maurizio Giannattasio
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