...sentivo nella stanza di là parlottare. Mi alzai con il giornale in mano e gli occhiali sulla punta del naso per andare a vedere.Mia moglie stava riassettando i gerani sul poggiolo e parlava con loro. Mi ritirai per non farmi scorgere, ma nello stesso tempo sentire quello che si dicevano...
del 01 gennaio 2002
Certo che mia moglie è un fenomeno. Leggevo il giornale in cucina come sempre e mi arrivavano all’orecchio delle voci, come bisbigli, delle conversazioni. Con chi sta parlando mia moglie se in casa siamo solo noi due? Eppure sentivo nella stanza di là parlottare. Mi alzai con il giornale in mano e gli occhiali sulla punta del naso per andare a vedere.
Mia moglie stava riassettando i gerani sul poggiolo e parlava con loro. Mi ritirai per non farmi scorgere, ma nello stesso tempo sentire quello che si dicevano.
- Mi incorniciate il poggiolo ogni estate di rosso e di bianco, mi fate ridente la casa.
- E’ il tuo amore che ci rende belli, la tua acqua della sera che ci disseta, le tua mani che ci accarezzano e ci curano
- Ma voi fiori mi donate molto di più: lo splendore del creato.
Poi mia moglie scese per le scale in giardino. Allora io scesi dall’interno della casa in garage. Dalla finestrella la potevo vedere e sentire.
- Mia grande magnolia, sei l’albero più grande del giardino. Grazie alla tua ombra qui sull’amaca passo tranquilla i miei momenti di lettura e di relax.
- E per i bambini c’è l’altalena, perché i miei rami sono forti.
- Dimmi un po’ perché i tuoi fiori profumati diventano scuri quando si toccano con la nostre mani?
- Sono una delle piante più antiche al mondo e vengo dall’Himmalaya incontaminato, per questo i miei fiori non possono essere toccati.
Mia moglie andò a prendere l’annaffiatoio e incominciò a dare acqua dall’aiola dei tulipani.
- Siete tutti in fila ritti, ben ordinati come giocatori di una squadra durante l’inno nazionale, con la vostra maglietta gialla arancio.
- Siamo nati così ogni stelo un singolo fiore a sei petali e pur essendo tutti uguali conserviamo gelosamente la nostra individualità.
- Voi viole del pensiero avete delle striature variopinte e una vestitino quasi di velluto.
- Perché amiamo le sfumature e ci piace stare nella penombra.
- Mi avete insegnato tanto nella vita soprattutto di stare attenta ai particolari, alle piccole cose… E voi ciclamini mi avere dato il gusto del gruppo, dello stare assieme, della famiglia numerosa fatta di figli, nipoti e amici.
- Se c’è una cosa che noi amiamo è proprio lo stare assieme: ci divertiamo tanto!
Dal mio punto di osservazione seminascosto partecipavo alle confidenze reciproche tra mia moglie e i fiori. Dopo aver innaffiato tutte le aiole, mia moglie si infilò dei guanti e con la forbice andò diritta verso il roseto rampicante che fa da pergolato al viale.
- Rosa, rosae, rosae, rosam…siete la prima parola latina che ho imparato a scuola. Non so chi vi ha scelte per questo compito, ma siete rimaste nella anima mia e di tanti studenti.
- Fioriamo nel mese di maggio, in piena primavera e portiamo l’amore vero, quello che abbraccia anche il dolore.
- E’ per questo che vi voglio bene! La vita è come un pergolato di rose nonostante le spine.
Ero felicemente sorpreso della conversazione tra mia moglie e i fiori.
Non aspettai che rientrasse in casa, ma la precedetti in salotto e provai a leggere il giornale, ma a quel punto le notizie mi sembravano banali e mortifere. Ero ancora sotto il fascino di quella insospettata conversazione.
La guardai con occhio diverso quando rientrò. Aveva un mazzo di rose che mise nel vaso della tavola. Chissà quante volte lo aveva fatto, ma adesso mi appariva più bella e più amabile. Non dissi niente. Decisi di custodire solo in cuore quella sorpresa, perché parlarne sarebbe stato rovinare tutto.
Spontaneamente andai al poggiolo. Dall’alto dei fiori di geranio girai lo sguardo nel giardino: la magnolia maestosa con i suoi grandi fiori bianchi, l’aiola dei tulipani perfettamente ordinati, le delicate viole a ventaglio, i gruppetti di ciclamini chiacchierini, il roseto festoso. Ma anche le ortensie azzurre nell’angolo umido, la pianta di mimosa dai batuffoli gialli, il calicanto che profuma d’inverno, l’acero rosso…
Tutto mi parlava di lei.
don Paolo Baldisserotto
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