Signore aumenta in noi la fede, in modo da poter fare della nostra vita un servizio gratuito a Dio ed ai fratelli. [Luca 17,5-10]
del 03 ottobre 2007
a) Chiave di lettura:
Il testo della liturgia di questa domenica forma parte della lunga sezione tipica di Luca (Lc 9,51 a 19,28), che descrive la lenta ascesa di Gesù verso Gerusalemme, dove sarà fatto prigioniero, sarà condannato e morirà. La maggior parte di questa sezione viene dedicata ad istruire i discepoli e le discepole. Il nostro testo fa parte di questa istruzione ai discepoli. Gesù insegna loro come deve essere la vita in comunità (Lc 17,1).
 
b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Luca 17,5: Gli apostoli chiedono a Gesù di aumentare in loro la fedeLuca 17,6: Vivere con la fede grande come un granello di senapa Luca 17,7-9:  Vivere la vita al servizio gratuito di Dio e dei fratelliLuca 17,10: Applicazione del paragone del servo inutile
 
c) Il testo:
[5] Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». [6] Il Signore rispose: «Se aveste fede come un granello di senapa, potreste dire a questo gelso: 'Togli le radici da questo terreno e vai a piantarti nel mare', ed esso vi ascolterebbe. [7] Chi di voi, se ha un servo che si trova ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando sarà ritornato dal campo: 'Vieni subito e mettiti a tavola'? [8] Non gli dirà piuttosto: 'Preparami la cena: rimboccati la veste e servi in tavola, finché io mangi e beva, e dopo mangerai e berrai anche tu'? [9] Avrà forse degli obblighi verso il suo servo, perché questi ha compiuto ciò che gli è stato comandato? [10] Così fate anche voi. Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: 'Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare!'»
d) Per approfondire il testo:
- Contesto storico del nostro testo:
Il contesto storico del Vangelo di Luca ha sempre due dimensioni: l’epoca di Gesù, gli anni 30, in cui avvennero le cose descritte nel testo, e l’epoca delle comunità, a cui Luca dirige il suo Vangelo, più di cinquanta anni dopo. Nel riportare le parole ed i gesti di Gesù, Luca pensa non solo a ciò che avvenne negli anni 30, bensì e sopratutto alla vita delle comunità degli anni 80 con i loro problemi e le loro angosce, comunità a cui vuole offrire una luce ed una possibile soluzione (Lc 1,1-4).
- Chiave di lettura: il contesto letterario:
Il contesto letterario (Lc 17,1-21) in cui è collocato il testo contribuisce a far capire meglio le parole di Gesù. In esso Luca riunisce le parole di Gesù con cui insegna come deve essere una vita in comunità.
In primo luogo (Lc 17,1-2), Gesù richiama l’attenzione dei discepoli sui piccoli, cioè gli esclusi dalla società. Loro devono stare nel cuore della comunità.
In secondo luogo (Lc 17,3-4), richiama l’attenzione sui membri deboli della comunità. Nel rapporto con loro, Gesù vuole che i discepoli si sentano responsabili ed abbiano un atteggiamento di comprensione e di riconciliazione.
In terzo luogo (Lc 17,5-6) (e qui inizia il nostro testo) parla della fede in Dio che deve essere il motore della vita in comunità.
In quarto luogo (Lc 17,7-10), Gesù dice che i discepoli devono servire gli altri con la massima abnegazione e con il distacco da sé, considerandosi servi inutili.
In quinto luogo (Lc 17,11-19), Ges√π insegna come devono ricevere il servizio dagli altri. Devono mostrare gratitudine e riconoscenza.
In sesto luogo (Lc 17,20-21), Gesù insegna come guardare la realtà che ci circonda. Chiede di non correre dietro la propaganda ingannevole di coloro che insegnano che il Regno di Dio, quando giunga, potrà essere osservato da tutti. L’irruzione del Regno non potrà essere osservata da tutti. Gesù dice il contrario. L’irruzione del Regno non potrà essere osservata come si osserva quella dei re della terra. Per Gesù, il Regno di Dio è giunto già! E’ già in mezzo a noi, indipendentemente dal nostro sforzo o dal nostro merito. E’ pura grazia! E solo la fede lo percepisce.
 
e) Commento del testo:
Luca 17,5: Gli apostoli chiedono a Ges√π di aumentare in loro la fede
I discepoli si rendono conto che non è facile avere gli atteggiamenti che Gesù ha appena richiesto da loro: attenzione verso i più piccoli (Lc 17,1-2) e riconciliazione verso i fratelli e le sorelle più deboli della comunità (Lc 17,3-4). E questo con molta fede! Non solamente fede in Dio, ma anche fede nella possibilità di recupero del fratello e della sorella. Per questo, vanno da Gesù e gli chiedono: “Aumenta la nostra fede!”.
Luca 17,5-6: Vivere con una fede grande come un granello di senapa
Gesù risponde: “Se aveste fede come un granello di senapa, potreste dire a questo gelso: gettati nel mare!” Questa affermazione di Gesù suscita due domande: (1) Sarà che lui vuole insinuare che gli apostoli non hanno la fede grande come un granello di senapa? Il paragone usato da Gesù è forte ed insinuante. Un granello di senapa è molto piccolo, tanto come la piccolezza dei discepoli. Ma per mezzo della fede, possono diventare forti, più forti della montagna o del mare! Se Gesù parlasse oggi direbbe: “Se aveste la fede grande come un atomo, voi fareste esplodere questa montagna.” Cioè, malgrado la difficoltà che comporta, la riconciliazione tra fratelli e sorelle è possibile, poiché la fede riesce a realizzare ciò che sembrerebbe impossibile. Senza l’asse centrale della fede, la relazione rotta non si ricompone e la comunità che Gesù desidera non si realizza. La nostra fede deve portarci al punto di essere capaci di smuovere da dentro di noi la montagna di preconcetti e lanciarla al mare. (2) Sarà che Gesù, con questa affermazione, si è voluto riferire alla fede in Dio o alla fede nella possibilità di recupero dei fratelli e delle sorelle più deboli? Prevalentemente i riferimenti sono a tutte e due. Poi, così come l’amore di Dio si concretizza nell’amore verso il prossimo, così anche la fede in Dio deve concretizzarsi nella fede verso i fratelli, nella riconciliazione e nel perdono fino a settanta volte sette! (Mt 18,22) La fede è il controllo remoto del potere di Dio che agisce e si rivela nel rapporto umano rinnovato, vissuto in comunità!
Luca 17,7-9: Gesù dice come dobbiamo compiere i doveri verso la comunitàPer insegnare che nella vita della comunità tutti devono essere abnegati e distaccati da sé, Gesù si serve dell’esempio dello schiavo. In quel tempo, lo schiavo non poteva meritare nulla. Il padrone, duro ed esigente, gli chiedeva solo il servizio. Non era solito ringraziare. Dinanzi a Dio siamo come lo schiavo davanti al suo padrone. Può sembrare strano che Gesù si serva di questo esempio duro, estratto dalla vita sociale ingiusta della sua epoca, per descrivere il nostro rapporto con la comunità. Ciò avviene anche in un’altra occasione, quando paragona la vita del Regno a quella di un ladrone. Ciò che importa è il termine di paragone: Dio viene come un ladrone, senza avvisare prima, quando meno ce lo aspettiamo; come uno schiavo dinanzi al suo padrone, così non possiamo né dobbiamo ottenere meriti dinanzi ai fratelli ed alle sorelle della comunità.
Luca 17,10: Applicazione del paragone del servo inutile
Gesù traspone questo esempio alla vita in comunità: come uno schiavo davanti al suo padrone, così deve essere il nostro comportamento in comunità: non dobbiamo fare le cose per meritare l’appoggio, l’approvazione, la promozione o l’elogio, ma semplicemente per mostrare che apparteniamo a Dio! “Così fate anche voi. Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare!’ ' Davanti a Dio, non meritiamo nulla. Tutto ciò che abbiamo ricevuto non lo meritiamo. Viviamo grazie all’amore gratuito di Dio.
 
f) Alcune domande
per aiutarci a meditare ed a pregare.
a) Quale punto di questo testo mi è piaciuto di più o mi ha colpito di più? b) Fede in chi? In Dio? Nell’altro? O in se stessi?c) Fede come un granello di senapa: sarà che io ho una fede così? d) Fare della propria vita un servizio senza aspettare la ricompensa: sono capace di vivere così?
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