Vedendo la situazione dove è legale si rilevano grossi danni sociali...
«Legalizzare la cannabis è un errore, provoca danni sociali per miliardi». Parola di Antonio Maria Costa, classe 1941, per anni direttore a Vienna dell’Ufficio Onu per la lotta a droga e criminalità organizzata.
DANNI PSICHICI.
In un intervento pubblicato ieri dalla Stampa, Costa spiega innanzitutto come la «cannabis danneggia la mente», frenando il funzionamento dei recettori sensoriali. Se il rischio di danno psichico è pari al 10% in media, nei giovani che consumano in modo «saltuario» la marijuana «sale al 20%», mentre per i giovani che ne fanno uso abituale si va dal 20% al 50%.
PERCEZIONE DIMINUITA.
Purtroppo il consumo è sempre più frequente a causa della diminuita percezione dei rischi nei giovani, dovuta anche ai «mezzi di info-trattenimento (media, musica e cinema) glorificano la droga, fino a deriderne il rischio». Il risultati è che solo il 40% di giovani europei e americani (dieci anni fa erano l’80%) pensa che la marijuana sia dannosa. Non a caso, «in Italia e Spagna, dove l’apprezzamento del rischio tra i giovani è basso (36%), il consumo è più alto (28%). A livello europeo, 3 milioni di persone fanno uso quotidiano di cannabis, e 10% di loro (circa 300 mila) necessitano di cure ospedaliere».
CRESCE L’USO.
Negli Stati Uniti la marijuana, senza i tanti giri di parole che si leggono sui nostri quotidiani, è stata legalizzata per soldi e «la lobby pro-droga fa milioni vendendo l’erba e ingegnosi derivati». I consumi però sono aumentati e non solo. Conclude Costa: «In Colorado l’uso tra i giovani è salito dal 27% al 31% (contro il 6-8% della media nazionale), la richiesta di assistenza al Pronto soccorso è aumentata del 31%, i ricoveri in ospedale del 38%. In crescita anche i morti su strada. Malgrado le buone intenzioni del legislatore, il mercato illecito prospera (40% del consumo), mentre gli introiti fiscali languiscono all’1% (110 milioni di dollari, su un bilancio di 11 miliardi)».
NON DANNEGGIA LA MAFIA.
Se si aggiunge, come ben spiegato da Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro che vive sotto scorta per le sue inchieste contro la ‘ndrangheta, che la legalizzazione non danneggia affatto le mafie («Il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie è quasi ridicolo», con buona pace di Saviano), si capisce bene che la proposta di Benedetto Della Vedova è del tutto strumentale.
Redazione Tempi.it
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