Lettera di un'alunna alla ricerca dell'anima

Questa ragazza sente la sua anima prosciugarsi. La molla che la spinge a studiare è la paura di non deludere i genitori, ma manca lo slancio per andare oltre...

Lettera di un’alunna alla ricerca dell’anima

da Quaderni Cannibali

del 20 ottobre 2010

         

          Quando si parla di scuola i ragazzi sono i grandi assenti. Vorrei allora dar voce alle loro lettere. Scrive una ragazza di un liceo toscano: “Suona la sveglia. No! La scuola no! E invece sì. Faccio colazione, anzi no, sono talmente stufa che non ho neanche fame. Prendo l’autobus. L’ipod nelle orecchie per vedere se riesco a ritrovare un po’ di carica, ma è una causa persa in partenza perché so quello che mi aspetta.

 

          Sono a scuola e penso a come erano divertenti le lezioni quando ancora era tutto da imparare. Adesso, invece, so che non mi aspetta nulla di nuovo. Nessun professore mi ha mai stupito o fatto qualcosa che mi abbia spinto a studiare volentieri. Se sono brava è solo perché ho paura di deludere i miei genitori.          

          Faccio sempre quello che c’è da fare, ma mai una volta che abbia il desiderio di approfondire un argomento. A che scopo? Da come ne ha parlato la prof. dev’essere una noia mortale. Le lezioni sono sempre uguali, di qualsiasi materia si tratti.

          Provo ad ascoltare, ad appassionarmi, ma è inevitabile: mi annoio. Se almeno facessimo qualche attività ogni tanto. Ma hanno tagliato i fondi. La scuola non ha più un’anima. E, di conseguenza, come potrebbero averla gli alunni?”

          Questa ragazza sente la sua anima prosciugarsi. La molla che la spinge a studiare è la paura di non deludere i genitori, ma manca lo slancio per andare oltre. Manca, sulle carte geografiche del desiderio, una meta segnalata da adulti vivi, capaci di suscitare il fascino della navigazione: a che scopo? Senza un porto da raggiungere è inutile costruire una nave, un sapere che non aiuti a leggere la propria esistenza non interessa.

          Il poeta Claudel diceva: “i giovani sono fatti per l’eroismo non per il piacere”, ma dietro ogni eroe che si rispetti c’è una ricerca: Ulisse, Enea, Dante, Amleto… La mancanza di eroismo nei giovani dipende dall’incapacità della cultura di indicare una meta oltre l’orizzonte ristretto del piacere, che forse è ciò di cui ci accontentiamo troppo spesso noi adulti, confondendo la felicità con il benessere, stranamente compatibile con il consumo di antidepressivi, alcool, droghe…

          Ogni uomo “è creato per essere un nuovo inizio”, così un filosofo definiva la libertà: ai maestri è affidato il compito di far sì che quell’inizio venga varato e non si esaurisca prima ancora di aver cominciato.

Alessandro D’Avenia

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