Carissimo Frate Indovino, mi sono deciso a scriverti e vorrei scusarmi se lo faccio in modo un po' polemico, o meglio, un po' “dialettico”. Comprenderai che lo faccio perché si tratta di problemi che mi toccano troppo da vicino....
del 06 febbraio 2007
Carissimo Frate Indovino,
mi sono deciso a scriverti e vorrei scusarmi se lo faccio in modo un po’ polemico, o meglio, un po’ “dialettico”. Comprenderai che lo faccio perché si tratta di problemi che mi toccano troppo da vicino.
Noto, in questi ultimi tempi, su tanta carta stampata, un certo interesse per noi giovani: cosa vogliono i giovani?, l’immagine dei giovani di oggi, la situazione giovanile, statistiche sui giovani, il disagio giovanile, una nuova politica per i giovani, attesa e prospettive per i giovani, libro bianco sulla gioventù, ecc. ecc. ecc. Scorrendo poi il testo scritto sotto questi titoli mi capita spesso di leggere: giovani insicuri e indecisi, giovani stressati e stanchi, giovani senza punti di riferimento, disaffezione dei giovani alla vita pubblica, giovani delusi, come riconquistare i giovani?, giovani incapaci di scelte a lungo termine, giovani troppo a lungo a casa, ecc. ecc. ecc. E quello che mi secca di più è quel tono , quell’aria di predica che avverto tra le righe. Penso che molte delle cose che si dicono di noi giovani siano vere, anche se starei attento a non generalizzare troppo. Ma io avrei voluto vedere chi scrive, al nostro posto. Cosa può fare un giovane, oggi?
Da quale parte può cominciare a costruirsi una vita? Il mondo del lavoro non è stato mai così incerto, sprofondato com’è in opposti egoismi che non lasciano spazio ad alcuna solidarietà. Siamo in una società nella quale vale solo la forza, per cui, purtroppo, soccombono i più deboli: i giovani e i vecchi. Avete creato un mondo senza punti di riferimento e senza legalità, dove esistono solo diritti e niente doveri. Il mondo della politica, dove voi volete che noi entriamo probabilmente per questione di voti, di numeri, va avanti all’insegna del “solo chiacchiere e niente fatti”. Quali punti di riferimento ci offrite? Il valore della famiglia l’avete svuotato, rendendoci, in un modo o in un altro, tutti orfani. La religione non ha più senso perché dite che Dio è morto, e per voi lo è sicuramente, perché dalla vita pratica lo avete escluso senza appello. State spogliando il pianeta di ciò che è più bello e prezioso, perché non sapete rinunciare a niente, perché “dovete” esibire il vostro “stato sociale”, perché per voi è importante solo l’”avere” e non vi interessa minimamente quello che siete dentro, il vostro “essere”. Come fate a chiedere fiducia a noi, quando voi, pur avendo tutto, vi comportate come naufraghi che si contendono l’ultima tavola per rimanere a galla? Come fate a rimproverarci di essere insicuri e indecisi, quando avete svuotato tutto di significato, e non ci mostrate qualcosa per cui vale la pena vivere in un modo anziché in un altro? Come fate a rimproverarci di disaffezione alla vita pubblica, quando voi avete mercificato tutto e avete applicato nei rapporti sociali la legge della giungla? Voi vi riempite la bocca di paroloni, quali “disagio giovanile”, “apatia dei giovani”, giovani qui e giovani là, senza pensare che il vostro mondo non è migliore del nostro e che noi siamo come ci volete, come voi adulti ci avete ridotto. Forse per tanti di noi questo sistema può anche far comodo. Ma poi fino a quando? E fino a quando gioverà a voi che noi giovani continuiamo ad essere le vostre pattumiere, le voragini “costrette” a divorare quello che voi siete “costretti” a produrre?
Ti ringrazio di avermi ascoltato. Lo sai? Non è facile trovare qualcuno disposto ad ascoltarci. Ciao.
 
“Un giovane ignoto”
 
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La risposta di Frate Indovino è la seguente:
                                                                                                                                 
 A Voi Giovani
 
Carissimi giovani!
Ho tra le mani la lettera di uno di voi. Una lettera simile ad altre che mi capita di ricevere ogni tanto e che voglio inserire proprio nella vostra pagina. Questo per dimostrarvi che vi porto sempre nel cuore, che tengo presenti i vostri problemi e li prendo sul serio. Mi permetto di dirvi che i problemi sono fatti per essere affrontati. Certo, c’è il rischio. Ma il rischio fa parte della vita. Sono sempre dell’avviso che una vita disseminata di errori sia in qualche modo migliore di una vita passata a far niente. Ed  allora permettete che tiri fuori dalla mia bisaccia qualche piccola ricetta di vita che, pur nella sua brevità, è sostenuta da un po’ di scienza e un po’ di esperienza.
 
Cari giovani, provate a rompere il muro della banalità, dell’effimero, dell’apparente, dell’usa e getta; non permettete che il desiderio di ciò che è frivolo metta a tacere l’urlo dei vostri veri “bisogni”.
           
-          Spezzate la solitudine in cui vi costringe la tecnologia mediatica e rifiutate l’anonimato spersonalizzante del virtuale; tornate a respirare l’aria pulita e il profumo di amicizie sincere.
-          Non è vero che la sensibilità e la dolcezza., i sentimenti e le emozioni siano segni di debolezza; è vero il contrario: sono segni di forza e per do più sono ciò che dà intensità e sapore alla vita.
-          Chiedete agli adulti (genitori, educatori, amministratori, responsabili della collettività), non discorsi ma percorsi, non prediche ma esempi, non chiacchiere ma fatti.
-          Boicottate i furbi, i prepotenti, gli speculatori, i venditori di fumo, gli esibizionisti, coloro che riducono la vita ad un ammasso di foglie secche, buone solo ad essere bruciate e a scomparire; la vita è appesa al mistero, è troppo importante e troppo preziosa, non è possibile che scompaia e ripiombi nel nulla.
-          Non abbiate paura del futuro, anzi, fatelo arrivare voi il futuro, preparandolo ora, nel presente: sarà faticoso ma inebriante.
-          Ricordate che solo nelle fiabe tutto appare d’incanto.
 
Ecco carissimi. Sono solo alcune delle mille e mille cose che vorrei dirvi. Prendetele sul serio e andiamo avanti insieme a rinnovare il mondo.
 
Con tanta simpatia e affetto.
Vostro Frate Indovino
 
 
Estratto da Frate Indovino del 2007
Frate Indovino
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