In un comunicato tedesco si afferma che in occasione della Festa del Corpus Domini, i cattolici celebrano in modo particolare la presenza di Gesù nei segni della cena, ovvero nel calice e nel pane benedetti. Quale espressione di questa fede, dal secolo XIII «un tale pane benedetto [...] viene portato nelle strade con tutti gli onori affinché sia visibile a tutti». Questa grave improprietà di termini usata nel descrivere l'Eucaristia, rivela la confusione di cui spesso soffre la Chiesa tedesca.
del 05 luglio 2011
 
 
Dal mondo cattolico di lingua tedesca giungono preoccupanti segnali di una sempre più flebile fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. 
 
          Il primo caso che segnaliamo accade a Magdeburgo, in Germania. In occasione della processione del Corpus Domini, quest’anno l’Ufficio Stampa della diocesi ha fornito agli organi di informazione locali una spiegazione del mistero dell’Eucaristia che lascia allibiti.Nel comunicato diramato si afferma infatti che in tale occasione i cattolici celebrano in modo particolare la presenza di Gesù nei segni della cena (il concetto usato in tedesco è «Zeichen des Abendmahls», quindi un linguaggio tipicamente protestante), ovvero nel calice e nel pane benedetti. Quale espressione di questa fede, dal secolo XIII «un tale pane benedetto […] viene portato nelle strade con tutti gli onori affinché sia visibile a tutti». 
          Interrogato su questa grave improprietà di termini usata nel descrivere l'Eucaristia, il portavoce della diocesi di Magdeburgo, Thomas Lazar, ha fornito una risposta che rivela la confusione di cui spesso soffre la Chiesa tedesca. Nella processione del Corpus Domini, ha precisato, infatti, Lazar al portale cattolico kath.net, non si porta per le strade «un pane benedetto qualsiasi, bensì Gesù Cristo, presente in questo Sacramento. [ …] Con l'espressione “pane benedetto” non si era inteso fornire una definizione dogmatica dell'Eucaristia, ma avvicinare i lettori non cristiani della regione, che sono l'80% della popolazione, al mistero della solennità del Corpus Domini». Proseguendo: «Sono convinto che noi nell'est della Germania, se vogliamo che la gente ci stia ad ascoltare, dobbiamo usare una lingua che possa interessare e conquistare. Se nell'ambiente in cui viviamo scrivessimo che portiamo per le strade e adoriamo il Corpo e il Sangue del Figlio di Dio Gesù Cristo, ciò susciterebbe sicuramente irritazione e avversione […]». 
          Insomma, per rendersi attraenti, sembra dire il portavoce della Diocesi di Magdeburgo, occorre talvolta attenuare il senso pieno delle verità di fede. Tuttavia, il linguaggio tipicamente protestante di cui è intriso il sopracitato messaggio diffuso alla stampa fa sorgere qualche legittimo dubbio sul fatto che si sia in realtà cercato di evitare di urtare la suscettibilità dei luterani nel cui Duomo - che ovviamente fino alla Riforma protestante era però una cattedrale cattolica… - ha avuto luogo la Santa Messa che ha preceduto la processione del Corpus Domini, conclusasi poi nell’attuale cattedrale cattolica di San Sebastiano. 
          Un altro segnale preoccupante giunge poi da San Gallo, nella Svizzera tedesca. Il parroco cattolico del Duomo, Josef Raschle, ha infatti avuto la brillante idea di rafforzare la fede dei propri parrocchiani nel mistero dell’Eucaristia invitando a predicare, sempre in occasione della solennità del Corpus Domini, il pastore protestante Hansruedi Felix della Chiesa riformata svizzera (quella fondata da Huldrych Zwingli), presso la quale, così come presso tutte le comunità protestanti, non si crede nella presenza reale del vero Corpo e del vero Sangue di Cristo nel sacramento dell’Eucaristia, né nel valore sacrificale della Santa Messa che rende presente e attuale il martirio di Cristo sulla Croce. 
          Da un predicatore non cattolico non ci si poteva certo attendere un’immersione nel mistero dell’Eucaristia e infatti l’“omelia” di Felix ha avuto come tema principale la cosiddetta “Concordia di Leuenberg”, l’accordo con cui luterani e riformati, e in seguito altre comunità protestanti, hanno finalmente considerato superate alcune controversie teologiche interne al protestantesimo, anche in riferimento a quella che essi chiamano la “santa cena”. 
          A questo punto è lecito domandarsi se il messaggio inviato ai credenti dal parroco Raschle e dal vescovo di San Gallo Markus Büchel - quest’ultimo certamente non all’oscuro dell’iniziativa del suo sacerdote - scegliendo di affidare la predicazione al pastore Felix, e quindi ammettendolo a ricevere la Comunione proprio in occasione della solennità del Corpus Domini, sia stato quello dell’equivalenza tra sacerdozio cattolico e pastorato protestante, quello dell’identità tra Santa Messa cattolica e “santa cena” protestante e infine che la “Concordia di Leuenberg” rappresenti il modello per risolvere le controversie teologiche sull’Eucaristia anche tra cattolici e protestanti, con la conseguente abolizione dal credo cattolico degli articoli di fede riguardanti la presenza reale e il sacrificio eucaristico. 
          È peraltro triste constatare come in quei mondi la pratica di invitare a predicare pastori protestanti e ammetterli a ricevere la Comunione sia diffusa, tollerata e magari incoraggiata, benché rappresenti un evidente caso di sacrilegio e di profanazione della Santa Messa e dell’Eucaristia. 
          È infatti tipico della retorica irenistica e falso-ecumenica affermare che tra cattolici e protestanti è più ciò che unisce di ciò che divide, come se gli elementi di contrasto - quali appunto la presenza reale del Corpo e del Sangue di Gesù nell’Eucaristia, il valore di sacrificio della Santa Messa, i dogmi della Chiesa, la venerazione della Beata Vergine Maria, la Vergine Maria quale sancta Dei genitrix, la sua Immacolata Concezione, l’idea propria del sacerdozio, la figura del Papa e altri ancora - fossero questioni di scarsa importanza. È tipico, ma è un cattivo pensiero e un pessimo insegnamento. 
          Il neoeletto arcivescovo di Berlino, Rainer Maria Woelki, intervistato nel 2010 dal giornale diocesano di Colonia Kirchenzeitung für das Erzbistum Köln, richiesto di una previsione sullo stato della Chiesa cattolica nell'anno 2035, ha risposto: «Vivremo l’esperienza di un cristianesimo molto deciso. Ciò che oggi è ancora di facciata, crollerà […]. La Chiesa dovrà lasciarsi ricondurre all’essenziale. Questo è un lungo processo, che il Signore ha già avviato […]». Parole sante.
 
Guido Villa
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