Catholics come home si propone di ispirare, educare ed evangelizzare le persone lontane dalla Chiesa invitandole ad interrogarsi sul perché si sono allontanate ed esortandole a riavvicinarsi a Gesù Cristo.
del 24 marzo 2011
 
            Vi potrebbe capitare un giorno, guardando la Tv, facendo zapping tra un canale e l’altro, di vedere uno spot del tutto particolare. Sullo schermo scorrono immagini che raccontano la Chiesa, con quello che ogni giorno da 2000 anni opera per i più bisognosi, ma la pubblicità non si conclude con l’invito a firmare per l’8x1000, bensì con un’esortazione più ambiziosa.
          Una voce maschile suadente si rivolge a chi sta guardando e dice «Se ti sei allontanato dalla Chiesa cattolica, qualunque sia la ragione, ti invitiamo a cambiare prospettiva della tua vita visitando Catholicscomehome.org, oggi». Vi potrebbe capitare se fossimo negli Stati Uniti e se vi trovaste in una delle diocesi che promuovono un apostolato a misura di piccolo schermo.
          C’è la storia di Kathleen che, come molti, aveva smesso di andare a Messa quando era al college, c’è Scott che dopo il divorzio si sentiva sempre preoccupato e ansioso, Frank, disoccupato sull’orlo di una crisi di nervi ma da sempre convinto di non aver bisogno di Dio, e poi ancora Pam, che aveva smesso di andare in Chiesa perché stava con un uomo non cattolico e all’improvviso si era ritrovata senza fidanzato e senza fede. Uomini e donne normali che raccontano le loro storie in poco meno di un minuto, il tempo di uno spot televisivo. E in effetti le loro conversioni sono diventate degli spot, dopo che loro stessi, per primi, hanno accolto l’invito di una pubblicità a riavvicinarsi alla Chiesa. L’invito a tornare a casa.
          Catholics come home è un apostolato nato in Arizona nel 1998 basato su una campagna di spot televisivi accompagnati da un progetto di evangelizzazione sul web che si propone di ispirare, educare ed evangelizzare le persone lontane dalla Chiesa invitandole ad interrogarsi sul perché si sono allontanate ed esortandole a riavvicinarsi a Gesù Cristo.
          La prima campagna televisiva è stata realizzata dalla Diocesi di Phoenix che è riuscita a far trasmettere gli spot nel corso del prime time di alcune emittenti. L’idea risulta subito vincente poiché ben 3000 cattolici non praticanti si riavvicinano alle proprie parrocchie in sole tre settimane. Si tratta di produzioni televisive professionali e d'effetto, il linguaggio è semplice ed empatico, così la fede diventa il prodotto di cui non si può fare a meno se si vuole dare senso alla vita e, anche se l'approccio può sembrare materialistico, i numeri dicono che funziona.
          Oggi il progetto coinvolge 30 diocesi e arcidiocesi sparse per gli Stati Uniti dove negli ultimi tre anni oltre 200 mila persone si sono convertite grazie a questa campagna, un successo già di per sé straordinario, ma i numeri sono destinati a raddoppiare secondo le anticipazioni di un report in fase di ultimazione. Non solo, nelle diocesi partner il numero dei partecipanti alla Messa e di coloro che si avvicinano ai sacramenti è cresciuto in una percentuale tra il 10 e il 18%. E ancora, sono oltre 40 milioni gli americani che hanno visitato il sito di Catholics come home, cui si aggiunge un milione e mezzo di internauti sparsi in 80 diversi paesi. Al momento diverse diocesi dell’Australia, del Canada e del Brasile stanno pensando di aderire alla campagna, che ha anche una versione spagnola Catolicosregresen.org.
          Il presidente e il fondatore del movimento è Tom Peterson, esperto di marketing e comunicazione che nel 1997 ebbe l’intuizione di sfruttare il potenziale televisivo per promuovere la realtà che gli aveva cambiato la vita, la Chiesa, appunto: «Un americano trascorre in media 40 ore settimanali davanti al computer o guardando la tv. Non solo, è provato che uno spot di due minuti è più efficace e incisivo di una storia che dura due ore, per interessante che sia». Peterson dunque non ha fatto che applicare i principi del suo lavoro alla Chiesa «Alla vigilia del grande Giubileo del 2000 abbiamo accolto l’esortazione di Giovanni Paolo II ad un utilizzo responsabile dei nuovi media e alla nuova evangelizzazione. Per questo abbiamo pensato ad una campagna che passasse attraverso la comunicazione televisiva».
          Gli spot sono di tre tipogie: Epic, Movie e Testimonial. Gli Epic testimoniano la bellezza e la spiritualità della Chiesa che attraverso 2000 anni di storia ha creato ospedali, scuole, chiese in tutto il mondo. I Movie mostrano cosa prova una persona che, nel momento della morte, si vede passare davanti tutta la vita e con essa i momenti di gioia e quelli in cui ha provato o causato molto dolore, i Testimonial infine sono le semplici testimonianze di chi è “tornato a casa”. Ma da dove deriva il successo di questi spot? Lo abbiamo chiesto a Tom Peterson
          «Oltre il 90% di chi ci contatta racconta che non c’è stato un momento preciso di allontanamento dalla Chiesa, ma che sono stati gli impegni, la mancanza di voglia o la noia ad allontanarli. Vedendo lo spot per la prima volta molte persone si sentono interpellate personalmente. Quando chiediamo “Perché volete tornare a casa? Perché volete avvicinarvi alla Chiesa?” spesso ci sentiamo rispondere “Perché mi avete invitato!”, “Perché per la prima volta ho sentito che qualcuno chiamava proprio me”, 'Perchè mi sono sentito guardato e atteso'».
          Oltre all’approccio televisivo, la campagna passa anche attraverso il web. Sul sito Catholicscomehome.org si aprono tre differenti sezioni: “Sono cattolico”, “Non sono cattolico”, “Ero cattolico”. Per ogni sezione sono proposti in modo schematico gli step da percorrere per un eventuale “ritorno a casa”. Ci sono le 10 buone ragioni per avvicinarsi alla chiesa cattolica, le risposte alle domande più frequenti, link e suggerimenti di libri per approfondire le diverse materie di studio insieme a sezioni dedicate ai temi del matrimonio, della bioetica, della morale sessuale, della morte, della resurrezione, della Trinità. Tutto a portata di click. Come dice lo spot 'Tornare a casa non è mai stato così facile'.
          Ma chi sono le persone che più frequentemente rispondono all’invito? «Inizialmente avevamo pensato di rivolgerci a persone tra i 30 e 40 anni sposati con figli, poi abbiamo capito che la campagna non ha età e i nostri messaggi arrivano indistintamente a giovani e vecchi, cattolici tiepidi o agnostici, genitori o ragazzi. Generalmente risponde al nostro invito chi vive delle domande importanti nella propria vita, chi si interroga e cerca un senso a quello che succede, chi si trova in difficoltà e vuole un aiuto, chi si sente perso e appunto, non sa come tornare a casa. Per noi è un miracolo».
          Anche se forse il vero miracolo di questa campagna è il modo in cui viene finanziata… «Noi ci sosteniamo unicamente grazie alle donazioni dei cattolici generosi che amano il Signore, poi però bisogna essere abili a reinvestire subito e bene il denaro raccolto, perché il denaro salva le anime. Più precisamente abbiamo calcolato che per ogni dollaro e 63 centesimi investiti abbiamo riportato un’anima a casa».
          Un'impresa che vale la spesa... «Solo che l'impresa non è nostra. Noi siamo strumenti o meglio usiamo gli strumenti che conosciamo ma è il Signore che continuamente invita, cerca e chiama chi è lontano. Quando si parla direttamente alla vita delle persone, quando si dice chiaramente che la fede cambia la vita e ci si rivolge a quel tu che c'è oltre alla telecamera e lo si invita a tonare a casa, allora che all'invito segue sempre un sì ».
Raffaella Frullone
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