Ogni lunedì donboscoland pubblica un articolo di attualità. Questa settimana parliamo del Luddite Club Revolution
Lo conosci Ned Ludd? Si tratta di un giovane, che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio in segno di protesta. Ludd divenne simbolo della distruzione delle macchine industriali e si trasformò nell'immaginario collettivo in una figura mitica: il Generale Ludd, il protettore e vendicatore di tutti i lavoratori salariati oppressi dai padroni e sconvolti dalla rivoluzione industriale.
Perché parliamo di lui in questo articolo, a distanza di quasi 250 anni? Perché in un epoca invasa dalla tecnologia e dagli smartphone c’è qualcuno che, con un atto di ribellione, sta portando avanti una controrivoluzione nei confronti dei mezzi di comunicazione in mano agli adolescenti.
“L’unico vero gesto trasgressivo possibile per chi è nato in quest’epoca completamente digitale e digitalizzata è liberarsi dello smartphone”
Tutto parte da Logan Lane, una liceale di Brooklyn che ha sfondato il muro di quella che era la sua dipendenza, riuscendo a trovare dentro di sé, quella consapevolezza che le era mancata. Il suo piccolo smartphone era diventato tutto il suo mondo e nel tempo questa malsana abitudine, l’aveva lentamente estraniata da quello che era la sua vita. Solo dopo un lungo e lento percorso di crescita interiore Lane è riuscita a dire “basta” a quella dipendenza che l’aveva fatta letteralmente sprofondare in quella che potremmo definire una sorta di “noia” cronica, come affermerà lei stessa.
La giovane Logan ha così dato vita al “Luddite Club”, dove a chiunque si iscrive viene richiesta una cosa sola: tornare ad adoperare i vecchi cellulari, quelli senza internet, il cui utilizzo è mirato soltanto alla funzione primaria del telefono: effettuare e ricevere chiamate. Sempre, all’interno del club, viene inoltre richiesto di tornare a quelli che sono i vecchi valori, come riunirsi dopo essersi concluse le ore scolastiche come si faceva, neanche a dirlo, solo due decadi fa. Nel club di Logan i giovani giocano, cantano, leggono libri, si suona la chitarra. Quelle normali attività ricreative, dunque, che un tempo allietavano i pomeriggi dei ragazzi di qualche anno addietro. “All’inizio è dura” ha raccontato Lane, durante un’intervista. Come tutte le dipendenze, uscirne, non è semplice ma ciò non vuol dire che sia impossibile.
L’idea è buona, ma la storia insegna che il primo luddismo non riuscì nell’impresa di fermare la nuova tecnologia industriale, così come (forse) non si potrà nemmeno tornare indietro in questa rivoluzione digitale. Ad ogni modo occorre imparare a saper gestire i tempi di uso dello smartphone, imparando a dedicare buona parte del tempo in attività ri-creative, senza ausilio della tecnologia multimediale. Questo porterà ad una vita più sana.
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