Lunedì santo 2025

Il profumo di nardo


LYRICS


Se dopo averci definito tuoi amici
Tu non ti fossi inginocchiato a lavarci,
Dayenu, dayenu Adonai
Dayenu, dayenu Adonai.

Se quando Tu ti sei chinato a lavarci
Poi non ti fossi a noi spezzato come pane,
Dayenu, dayenu Adonai
Dayenu, dayenu Adonai.

Se quando Tu ti sei spezzato come pane
Poi non ti fossi consegnato all’abbandono
Dayenu, dayenu Adonai,
Ci sarebbe bastato, Signore.

Per tutto questo cosa mai potrò donarti?
Se ti rendessi oro e perle senza pari,
Non potrà mai bastare, Adonai,
O Signore, non basterà mai.

Se ti rendessi oro e perle senza pari
Ed aggiungessi il coro immenso dei respiri,
Non potrà mai bastare, Adonai,
O Signore, non basterà mai.

Se ti rendessi il coro immenso dei respiri
Ed aggiungessi terre, cieli ed universi,
Non potrà mai bastare, Adonai,
O Signore, non basterà mai.

Noi ti portiamo tralci spogli e solchi vuoti,
Tu ci darai stille d’uva e farina;
Solo Tu, solo Tu Adonai,
Solo Tu, solo Tu basterai.

Noi ti portiamo stille d’uva e farina,
Tu ne farai il tuo corpo, o Signore;
Solo Tu, solo Tu Adonai,
Solo Tu, solo Tu basterai.

Noi ti portiamo mille vite e mille cuori,
Tu ci farai un solo corpo, un solo cuore;
Solo Tu, solo Tu Adonai,
Solo Tu, solo Tu basterai.
 

Vangelo

Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,1-11)

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.


Maria Maddalena, il suo profumo e il Vangelo di ogni giorno che commenteremo.
Che cosa fa una donna con un profumo? Si profuma. Perché? Perché il profumo è bellezza, è fecondità, è primavera, è freschezza, è meraviglioso. Che cosa dice un profumo? Il profumo attira, per dire: “Qui c’è la vita. Vieni. Qui troverai l’amore. Qui troverai te stesso, troverai il dono, troverai l’accoglienza, troverai tutto.”
Se ci pensate, il puzzo è esattamente l’opposto. Il puzzo ti dice: “Stai lontano.”
 L’odorato, che è uno dei cinque sensi che usiamo meno, è quello che ci mette in allarme. Un cibo ha un cattivo odore? Sta andando a male. Bisogna stare alla larga.
E lei che cosa fa? Non profuma sé stessa, ma profuma il Cristo. Profuma Lui. Non è innamorata: lei vuole che tutti gli uomini, tutte le donne, tutti i poveri lo trovino.
Cos’è che noi vogliamo che gli altri trovino? I nostri amici, le persone che cerchiamo?
Questo amore non è gelosia, non è possesso. Il profumo di Cristo deve attrarre tutti. Forse per questo c’è questo particolare dei piedi, che richiama la sepoltura. Ma c’è anche un passo della Scrittura che dice: “Come sono belli i piedi di coloro che recano lieto annunzio di bene.”
E poi si dice che questo racconto — dice Gesù — sarà raccontato in tutti i luoghi della terra.
 Che cosa vogliamo che il mondo intero conosca, per cui non siamo gelosi, per cui non è nostro ma deve essere di tutti?
Per Maria Maddalena, Cristo deve essere di tutti.
Ed ecco la grande questione. Chi ne fa gli innamorati — di Gesù — non fa solo un errore storico. Non c’è in nessun testo antico questa realtà. Non c’è mai stata questa cosa: né che Lui sia stato innamorato di lei, né che lei lo fosse di Lui. Ma non è solo un errore storico: è che tu torni a misurare la vita con la tua testa.
Chi non conosce nient’altro che l’enormità dell’amore, del perdono, della grazia, della fecondità, della salvezza, della risurrezione...
Chi non conosce altro che le storielle degli attoruncoli, delle biondine e dei biondini che si trovano e si cercano, dice: “Che ci vuoi fare? Questa è la modella, quello il cantante...”. Ma chi accetta di essere lui misurato da questo amore di Cristo, che la Maddalena riconosce, dice: “Ma io quando rinuncio al mio possesso?”
Quel suo modo di perdonare, di morire per il nemico, di salvare colui che è morto, di dare fecondità a chi è arido... cioè: è Lui che misura me.
 Non è la mia idea di amore che misura Lui, ma il Suo amore che misura la pochezza del mio amore, che misura quelle quattro cose.
Il mio amore lo troviamo anche in Dante. Non solo in come viene letto Dante: voi trovate quelli che, come dire, si sentono superiori a Dante, e lo misurano.
 E quelli, invece, che riconoscono che è Dante a far capire loro cos’è la poesia, cos’è la salvezza, cos’è la morte, cos’è il peccato, il servizio, cos’è la beatitudine, cos’è la virtù...
Ma pensate che proprio Dante, esattamente come la Maddalena — potremmo fare un paragone — quando descrive l’inferno, dipinge il male come il gelo.
 Quanto gelo c’è nella vita, nelle nostre vite, nelle vite del mondo.
 Quanta rabbia, quanta indifferenza — anche giustificata, anche reale.
 Ma quando c’è un’altra misura… cosa fa Cristo dinanzi all’odio? Al tradimento dell’amico, Giuda, dell’apostolo?
E voi sapete che in Dante, nel Paradiso, c’è esattamente questo gesto della Maddalena che unge, perché il profumo di Cristo profumi tutti.
Quando Dante arriva da Bernardo e chiede di vedere Dio, Bernardo gli risponde:
 “Guarda, che io sono più felice perché tu diventi felice a vedere Dio, che non per il fatto di vederlo io.”
 Cioè: la mia felicità sta nel fatto che tu diventi felice.
Ma questo richiama proprio la Maddalena: non è che il Cristo golbet a lei, ma che il Cristo è di tutte, di tutti. È il mistero di questa pienezza d’amore.
Qui ho la mia collezione di nardò.
 Ecco, per esempio, una boccetta.
 Se voi poteste sentirne il profumo! Ma non si può.
 Si dice nel testo che è di una preziosità enorme, e che il suo profumo si diffonde in tutta la casa. Si diffonde.
Ecco: il profumo si diffonde. Il profumo di Cristo.
Ogni giorno faremo questa piccola riflessione sul Vangelo della domenica.
 Ogni giorno leggerò al mattino — è un’indicazione che ha dato anche don Fabio a chi fa i sette segni — che sia questa la Settimana Santa:
 prendete il Vangelo della Messa, leggetelo, date il primo posto a Dio.
 Appena alzati, dopo che uno si è lavato, prendere il Vangelo.
 Cinque minuti. Stare cinque minuti e dire:
“C’è la Maddalena.
 C’è il Cristo.
 Quella storia misura la mia vita.”
Questa è Pasqua.
 Non è solo che devo misurare la mia vita, ma che per fortuna c’è un’altra misura della vita.
 Cioè: io incontro, nella Parola, negli eventi, in Cristo stesso, che non è la mia vita la misura.
 E poi imparo a vederla, questa misura.
Una volta che l’ho vista in Cristo, la vedo.
 Chi si è sposato, la vede.
 Chi è padre o madre, la vede.
 Chi fa carità, la vede.
 La vedo nell’amicizia.
 La vedo in chi scrive.
 La vedo in chi fa le cose più umili, più semplici.
 In chi è ammalato.
La vedo perché esiste in Lui.
 E Lui l’ha portata nel mondo.
 

 

Versione app: 3.34.6 (7d3bbf1)