Bisogna amarla tanto la nostra buona Madre e rispettarla molto. Ho appena ricevuto un mucchietto d'immagini che la rappresentano e ne sono molto contento.
del 04 dicembre 2009
 
Mi vedo anch'io crocifisso
 
Lunedì 2 settembre
 
Quest'oggi va bene, eccetto il braccio che mi fa un po' male e m'impedisce di scrivere tanto a lungo quanto desidererei. Spero che, con i medicamenti che riceverò, andrà meglio, perché è davvero sgradevole.
 
Ho il cuore ancora tutto pieno dell'amore di Dio e sono adesso molto pi√π tranquillo. Solamente vorrei proprio poter amare un poco pi√π il caro Ges√π. Ci son tuttora tante cose che non ho ancora capito e il cuore rimane spesso insensibile davanti a dei quadri che dovrebbero farmi piangere.
 
Quando medito sulla croce, qualche volta sono commosso, e a volte no. Per essere meglio impressionato, faccio talvolta la trasposizione e m'immagino che fra un mese sono io che sarò crocifisso nella corte della Sante. Ne rimango infinitamente sconvolto. Sono soprattutto i chiodi che devono far male. Mi rappresento la mano tesa, le dita tenute a forza lungo il legno e la punta che si appoggia sulla mano per contraria; e poi il colpo di martello scagliato a tutta carica e le carni che si squarciano e il sangue che sprizza. la mano dev'essere trapassata d'un solo colpo e la punta conficcata nel legno.
 
Per far che penetri bene nel legno, è certo necessario dare qualche colpo supplementare, e ogni volta il ferro deve sfregare contro le carni al vivo e stracciare i nervi. Le dita devono rattrappirsi at torno al chiodo e ad ogni fremito il dolore deve divenire intollerabile!
 
E dopo la prima mano, la seconda! Poi i piedi. Devono essere fìssati alla croce l'uno sull'altro e trapassati da un solo chiodo. Io m'immagino la lunghezza della punta e il numero di colpi necessari per conficcarla. I due piedi l'uno sull'altro devono formare uno spessore elastico e per farvi penetrare il chiodo dev'essere certamente colpito a tutta forza: le ossa si scheggiano e fanno deviare la punta, che va rimessa diritta spingendola o tirandola attraverso le carni irritate.
 
E poi il minimo movimento del corpo deve far sfregare le piaghe attorno ai chiodi, allargandole e facendole sanguinare e provocando intollerabili dolori. Che supplizio!
E che pensare delle sofferenze di una madre che contempla tutto questo e non può fare nulla per alleviare suo figliol? Povera Santa Vergine! Doveva essere tanto infelice. La vedo tutta in pena e lacrime ai piedi della croce, ripetere sommessamente dei No, no. incessanti, e non osare, lei così umile, gridare il suo dolore forte forte.
 
Quando suo Figlio ha chiesto da bere, ella ha forse gettato attorno sguardi ansiosi, mormorando un Ma Lui ha sete! pieno di suppliche angosciate; e con quale attenzione deve aver seguito i gesti del soldato che impregnava la spugna di aceto!
 
Bisogna amarla tanto la nostra buona Madre e rispettarla molto. Ho appena ricevuto un mucchietto d'immagini che la rappresentano e ne sono molto contento. Ve ne sono delle splendide! Prego guardandole e così riesco a concentrarmi meglio.
 
Jacques Fesch
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