Ma Lui da me cosa vuole?

Vuole che lasci una ragazza che amo da sette anni per seguirlo, ma è forse «matto»? Oppure vuole che lasci un po' degli impegni che io mi sono creato per seguire solo quelli che Lui mi ha dato? Te cosa ne pensi?

Ma Lui da me cosa vuole?

da Teologo Borèl

del 17 maggio 2007

Ciao Alberto, mi chiamo Gianluca ed ho 26 anni scusami per la confidenza che uso, ma penso di parlare ad un amico oltre che a un Vescovo.

Sono un giovane di quelli che si dicono «impegnati». Vuoi sapere cosa faccio?

Sono uno studente universitario, appassionato di ciò che studio, ma nonostante questo non ho ancora finito, e penso che mi mancherà ancora circa un anno e mezzo. Ciò perché non mi è mai andato di riempire la mia vita di solo studio.

Ho sempre cercato Dio, fin da bambino, ma non so fino a che punto ci ho creduto.

Attualmente sono catechista, ministrante e impegnato anche in una commissione diocesana, non ti dico quale per rimanere anonimo. Tutto questo non mi basta e allora sono impegnato anche nel campo sociale verso i minori a rischio.

Ho una ragazza a cui sono legato da un bellissimo rapporto da alcuni anni.

Rapporto però che comincio a sentire il peso di tutti questi miei impegni.          

Ho tralasciato di dirti anche della famiglia, degli amici e dello sport.

Tanto, vero? Troppo forse! lo so come definiresti questo stato d'animo. Inquietudine. Ho indovinato vero?

Capisci ora che quella domanda «Che cosa cercate?» non poteva lasciarmi indifferente.

Non penso dì essere l'unico, anzi forse sono uno dei tanti a vivere una tale situazione.

Sai cosa faccio, allora, quando riesco ad aprire gli occhi, come ora, e capisco quante incoerenze vivo? Scappo. Scappo in un convento di frati per cercare Dio, convinto che solo spogliandomi di tutti i pesi che mi circondano posso alzarmi in punta di piedi per toccarlo.

Certo però, che quando è Lui a toccarmi, abbassandosi fino a terra, dove sono ricurvo sotto i pesi di cui mi sono caricato, allora è tutta un'altra cosa, e poi mi lascio «fregare», mi lascio caricare di altri pesi. Cosa ti devo dire, non ci capisco più niente. Ma Lui da me cosa vuole?

Vuole che lasci una ragazza che amo da sette anni per seguirlo, ma è forse «matto»? (Penso che anche Lui mi scuserà per questa confidenza che mi sono preso).

Oppure vuole che lasci un po' degli impegni che io mi sono creato per seguire solo quelli che Lui mi ha dato?

Tu cosa ne pensi?

A volte, sai, non riesco ad addormentarmi perché mi prende un senso d'angoscia, crollano tutte le sicurezze in cui credo e mi viene da pensare che forse siano dei naufraghi che aspettano un aiuto, un soccorritore che mai arriverà. Puoi immaginarti come mi sento in quei momenti. I miei pensieri vengono inghiottiti nel vortice del niente e penso che non ha significato tutto ciò che faccio, tutto ciò che gli uomini fanno. In questi momenti cerco disperatamente qualcuno che possa tirarmi fuori e mi rivolgo a Lui come ad un amico, come sto facendo con te ora, e gli parlo, e poi mi chiedo se non lo faccia apposta a farmi sperimentare tutto questo. Certo che a volte è davvero «crudele». É vero che è anche «dolcissimo», ma mai abbastanza per esserne contenti, o forse siamo noi che non ne siamo mai abbastanza soddisfatti. Infatti gli amici che ci pongono di fronte agli occhi la realtà molte volte danno fastidio.

E pensare che avevo scritto per darti delle mie idee sul sinodo, e guarda dove sono finito. Come Pastore chissà cosa penserai di una tua pecora come questa…

Ora ti saluto perché sono le due di notte e sono proprio stanco, ma sono contento perché ho trovato un amico a cui non ho nascosto niente.

«Grandi cose ha fatto in Te l'Onnipotente»

Ciao Gianluca

 

 

Livorno, 23. 09. 1993

 

Carissimo, la tua lettera mi ha stupito.

Mi ha stupito amorevolmente; non temere! Mi pare che tu abbia il dono di una grande confidenza con il Signore. E così bello quando tu dici «sarà mica matto» se pretende che io lasci la mia ragazza; e poi ancora quando tu Lo definisci con due aggettivi che sembrano contrastanti «crudele» e «dolcissimo». Ma il Signore e proprio così; qualche volta non vuole che lasciamo le cose che ci stanno a cuore ma spesso può anche chiedercelo. E allora l'esperienza che abbiamo fatto non è una esperienza da buttare via. Esso evidentemente era un passaggio necessario per una meta ulteriore che il Signore ci preparava. Come un fidanzamento non cancella quelli precedenti; può darsi che invece ne valorizzi la esperienza e la maturazione!

 

Evidentemente non so che cosa ti chiederà il Signore; ad ogni modo sappi che tutto ciò che vivi è utile purché tu sia attento alle richieste prevedibili e imprevedibili di questo Signore che è giustamente «dolcissimo» e «crude­le».

 

Mi pare che la tua capacità di raccoglimento possa aiutarti tanto per scoprire quali sono i Suoi pensieri nei tuoi confronti. Per questo raccoglimento e perché sia fruttuoso, come te penso che forse dovrai lasciare molte occupazioni che ti sei cercato Piuttosto che ricevute da Lui. Nello stesso tempo ti consiglierei di non camminare da solo in questa strada nella quale Lui è così presente ma desidera anche farsi presente attraverso la sua Chiesa, attraverso la Comunità, attraverso una comunione nella quale ci si possano scambiare le esperienze che facciamo e darci luce gli uni con gli altri.

Grazie per esserti rivelato in questa tua capacità contemplativa e di ricerca aperta, direi... all'infinito.

 

Con affetto + Alberto

mons. Alberto Ablondi

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