“Maestro, insegnaci a pregare!”

Il tema della preghiera è un tema centrale del Vangelo, della fede cristiana e possiamo applicarvi le parole che Paolo scrive a Timoteo e che ascolteremo domenica: “Insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna”. L'omelia di questa Domenica scritta da don Gianni Ghiglione.

 

“Maestro, insegnaci a pregare!”

 

Nelle domeniche passate ci siamo concentrati sul capitolo 17 di Luca e il tema era quello della fede: “Se aveste fede come un granellino di senape...” cui fa riscontro la preghiera dei discepoli: “Signore aumenta la nostra fede”. C’è stato poi l’episodio del samaritano lebbroso guarito e ‘salvato’ cui Gesù dice: “Va’, la tua fede ti ha salvato!”

Questa domenica e la prossima leggeremo parte del capitolo 18 e il tema è quello della preghiera

 

1. Il testo di Luca 17, 1-8 ci parla, attraverso la parabola del giudice e della vedova, di una preghiera cocciuta, testarda, insistente e perseverante. Non è nuovo questo tema: rileggi l’inizio del capitolo 11 di Luca e coglierai lo stesso messaggio: “Chiedete e riceverete; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto...!” (v.9). Luca ha imparato da san Paolo l’insegnamento sulla preghiera e lo illustra ora con una parabola del Signore. È interessante rileggere la conclusione di alcune lettere di san Paolo: c’è quasi sempre un richiamo alla preghiera in questi termini:

  • pregate continuamente e in ogni circostanza ringraziate il Signore” (1 Tessalonicesi 5, 17)
  • "pregate perché la parola del Signore si diffonda...” (2 Tessalonicesi 3, 1)
  • “pregate senza stancarvi e non dimenticate mai di ringraziare Dio” (Colossesi 4, 2)
  • “pregate sempre: chiedete a Dio il suo aiuto in ogni occasione” (Efesini 6, 18)

Il tema della preghiera è un tema centrale del Vangelo, della fede cristiana e possiamo applicarvi le parole che Paolo scrive a Timoteo e che ascolteremo domenica: “Insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna”.  Dunque siamo invitati a rivedere la nostra preghiera, come e quanto preghiamo, senza trovare troppe scuse alla nostra pigrizia e poca fede.

 

2. Il racconto è breve e semplice. Mette in scena due personaggi: un giudice e una povera vedova indifesa. Il primo è un personaggio cinico e duro, che non si lascia commuovere. La seconda, che ha subìto dei torti da un avversario, vuole ottenere giustizia dall’unico che può rendergliela, quel giudice insensibile. L’unico mezzo di cui la vedova dispone consiste nell’assediare con le sue richieste insistenti il “giudice disonesto”. Quest’ultimo continua a non darle retta, finché, per togliersi il fastidio, cede alle suppliche della donna. Per quanto sembri paradossale, la parabola va applicata a Dio stesso: come quel giudice, egli certamente ascolterà la preghiera insistente dei suoi fedeli. Unica condizione: la fede. Certo, perché si può pregare anche senza fede, cioè senza capire chi è Dio e cosa gli chiediamo.

Ho avuto modo più volte di ripetere una frase che ritengo fondamentale: la nostra fede dipende dall’immagine che abbiamo di Dio e anche la nostra preghiera è così.

  • Se la nostra preghiera è dettata dalla paura di castighi, di disgrazie... non è in linea con la fede
  • Se la nostra preghiera è solo un chiedere delle banalità, non è in linea con la fede
  • Se la nostra preghiera è vissuta come un tributo da pagare a Dio, non è in linea con la fede

 

 3. Vedi, i discorsi sulla preghiera sono importanti, ma fino ad un certo punto. Si potrebbero azzerare e dire: PREGA!  Se vuoi imparare a suonare il pianoforte, non devi leggere una biblioteca intera su come si fa a suonare... metti le mani sulla tastiera, affidati ad un buon maestro e SUONA!  Se vuoi imparare il cinese, non leggere tanti libri sulla Cina! Affidati ad un insegnante che ti faccia parlare cinese.... 

 

A PREGARE SI IMPARA PREGANDO!

 

Ancora una cosa sulla preghiera: è il termometro della tua vita spirituale e in ultima analisi della tua fede. TU VALI QUANTO VALE LA TUA PREGHIERA e questo per tutti: giovani e adulti, uomini e donne, sposati e non, preti e suore, vescovi e papi...  Questo vuol dire che tu sei cristiano (= di Cristo) nella misura in cui sai e vuoi stare con Lui!! Pensaci e non trovare scappatoie: mettiti invece con sincerità davanti al Signore e sta’ lì, non scappare!

 

Buon cammino!

Ti lascio questo decalogo sulla preghiera che sicuramente ti farà del bene: diffondilo!

 

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DECALOGO DELLA PREGHIERA

 

1. CHIUDI LA PORTA

Non si tratta di interrompere i rapporti, ma di risanare i rapporti

 

2. OGNI CONTATTO CON DIO E’ PREGHIERA, MA NON OGNI PREGHIERA E’ CONTATTO CON DIO

Ricordati del fariseo e del pubblicano

 

3. LA PREGHIERA NON E’ QUALCOSA CHE FACCIAMO NOI PER DIO, MA E’ UN’AZIONE DI DIO SU DI NOI.

C’è un’unica preghiera, c’è un unico orante, il Cristo: io devo lasciarmi ‘prendere’, assumere nella sua preghiera

 

4. LA PROVA DELLA PREGHIERA E’ LA CARITA’

La carità feriale, non quella spettacolare, che può gratificare il tuo io

 

5. NELLA PREGHIERA NON CHIEDERE LE COSE CHE DIO NON TI DARA’  MAI.

Dio non vuol darti delle cose: vuole darti se stesso

 

6. PREGARE NON E’ PIEGARE DIO A NOI, MA PIEGARE NOI A DIO

“Sia fatta la tua volontà”

 

7. IL PRIMO FRUTTO DELLA PREGHIERA E’ NON POTERNE PIU’ FARE A MENO

 

8. SE DICI CHE NON HAI TEMPO, FORSE E’ PERCHE’ HAI “FIFA” DELLA PREGHIERA

Perché la preghiera scompiglia i tuoi piani e i tuoi programmi

 

9. IL VERTICE DELLA PREGHIERA E’ LODARE DIO NEL DOLORE

Il vero missionario è l’uomo in croce. Capire la missione del dolore è il grande dono che Dio fa ai veri oranti

 

10. SE DIO NON E’ TUTTO, NON E’ NIENTE

 

 

 

don Gianni Ghiglione

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