Mangia, perché è troppo lungo per te il cammino! (omelia)

“Chi crede ha la vita eterna” sentirai domenica nel Vangelo. È proprio così: chi si fida della VITA avrà la vita, quella che non finisce con un bel funerale, ma quella che durerà per sempre con “l'amato del mio cuore!”.

Mangia, perché è troppo lungo per te il cammino! (omelia)

19ª domenica del Tempo Ordinario

12 agosto 2012.

"Mangia, perché è troppo lungo per te il cammino!"

 

Letture:

1 Re 19, 4-8
Efesini 4, 30 - 5, 2
Giovanni 6, 41-51

Sono contento di riprendere il commento alla Parola di Dio domenicale proprio in questa domenica in cui per la terza volta consecutiva si parla dell'Eucaristia (e ne avremo ancora per altre due!). Già questo ci dice che siamo nel cuore della nostra fede, in quel dono misterioso che nessuna religione al mondo ha e che solo il nostro Dio poteva donarci!

Ti pregherei di leggere con calma la prima lettura che mi è particolarmente cara: ci parla del profeta Elia. Le sue parole sono sferzanti: egli minaccia e invoca il castigo del cielo, compie prodigi, ordina alla pioggia di non irrorare la terra, sfida i profeti di Baal sul monte Carmelo, ma alla fine deve arrendersi. Gezabele, la regina, è troppo forte e lo cerca ovunque per toglierlo di mezzo. Si sente solo, abbandonato da tutti e non gli resta che fuggire verso sud: vuole raggiungere il monte di Dio, l'Oreb, dove Mosè 400 anni prima ha incontrato il Signore.

Parte, ma la traversata del deserto è impegnativa e le difficoltà insormontabili; resiste per un po', ma poi sfiduciato si arrende: ha la polizia della regina alle calcagna.

È a questo punto che inizia la nostra lettura.

Elia si siede sotto un albero e invoca la morte. Ha bisogno di forza Elia e il vigore lo dà il cibo, il pane, e il Signore glielo fa trovare. Nota: Dio non sottrae alla prova il suo profeta, non lo solleva dalla fatica, non lo dispensa dal duro viaggio. Gli offre l'alimento necessario e questo basta. "Con la forza datagli da quel cibo, Elia camminò quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb". In questo contesto il numero quaranta richiama i quarant'anni trascorsi da Israele nel deserto ed è il simbolo della vita intera.

Non è questa, in tanti momenti, la situazione della nostra vita?

In queste settimane che ero a Nizza mi hanno telefonato due famiglie per annunciarmi che era morto il loro papà, un'amica carissima per confidarmi che alla mamma hanno diagnosticato un male che non perdona.

E poi, al di là delle Olimpiadi, come dimenticare la tragedia della Siria con il suoi oltre 20.000 morti, i cristiani uccisi in Nigeria, la carestia che sta seminando morte in alcuni stati dell'Africa, la crisi economica che fa soffrire tante famiglie.

Mi verrebbe voglia di coricarmi sotto un albero e invocare la morte, come il profeta! √à allora che anche a me Gesù offre il pane del cammino, che è il cammino della vita, adatto a superare difficoltà, ostacoli, sofferenze, la morte stessa. Infatti i cristiani della prima ora chiamavano l'Eucaristia medicina di immortalità. E questo pane del cammino è Lui, Gesù!

E nota: non si tratta di una unità ideale o affettiva soltanto. È un lasciarsi mangiare, è un diventare NOI. Ricordo che, quando studiavo scienze dell'Educazione, rimasi colpito da una lezione del docente di Psicologia della personalità (il caro e compianto Herbert Franta) nella quale ci faceva vedere come si arriva alla maturità solo quando si riesce a ragionare e vivere non più come un IO o un TU, ma come un NOI! E questo non vale solo per la coppia, ma per tutte le relazioni, anche se con modalità e sfumature diverse. Nell'Eucaristia Gesù fa una sola cosa con me e mi chiede di diventare NOI. Non sono io che assimilo il cibo che mangio, ma è Gesù che cerca di assimilare me a Lui, nel suo modo di pensare, amare, giudicare, servire, soffrire.

 

L'Eucaristia è il cuore del mondo!

Ti lascio alcune piste di riflessione su questo DONO che rischia spesso di diventare abitudine, routine:

- Sei fedele all'incontro con questo pane che dà vita, ogni settimana? Oppure trovi facilmente scuse per non andare a messa la domenica? È un test importante, anche se non l'unico!

- Se non riesci ad andarci, senti che ti manca qualcosa? I primi cristiani dicevano: Non possiamo vivere senza l'Eucaristia!!!!

- Fai la comunione, nel senso che sei preparato/a (una volta si diceva "in grazia di Dio")? Ci tieni a ricevere Gesù, pane del cammino che sostiene la fatica del tuo viaggio?

- Se non fai la comunione, perché? Cerchi di andarti a confessare?

- Curi la preparazione e soprattutto il ringraziamento a questo incontro vivo e personale con Gesù?

- Se sei genitore, ti rassegni che tuo marito o tua moglie o i tuoi figli non vadano a messa la domenica? Non senti questo come una missione? Cioè aiutare queste persone a comprendere il tesoro che è l'Eucaristia?

- In questo tempo di vacanze (ma anche durante l'anno) vai a ricevere Gesù, a fare comunione con Lui anche durante la settimana?

- Anche l'adorazione ha a che fare con l'Eucaristia: è un prolungamento dello stare con Gesù, vivo e pulsante nel tabernacolo.

 

Conclusione: "Chi crede ha la vita eterna" sentirai domenica nel Vangelo. È proprio così: chi si fida della VITA avrà la vita, quella che non finisce con un bel funerale, ma quella che durerà per sempre con "l'amato del mio cuore!"

 

Don Gianni

 

Per la tua lettura personale ti lascio alcuni pensieri di Francesco di Sales sull'Eucaristia.

"Se il mondo vi chiede perché vi comunicate così spesso, rispondete che è per imparare ad amare Dio, per purificarvi dalle vostre imperfezioni, per liberarvi dalle vostre miserie, per trovare forza nelle vostre debolezze e consolazioni nelle vostre afflizioni. Due tipi di persone devono comunicarsi sovente: i perfetti, perché essendo ben disposti farebbero un torno a non accostarsi alla fonte e sorgente della perfezione; e gli imperfetti per poter tendere alla perfezione. I forti per non indebolirsi e deboli per rafforzarsi. I malati per guarire e i sani per non ammalarsi" (OEA III 122)

"Volete diventare parenti della Vergine Maria? Comunicatevi! Infatti ricevendo il Santo Sacramento voi ricevete la carne della sua carne e il sangue del suo sangue, dal momento che il prezioso corpo del Salvatore, che è nella divina Eucaristia, è stato fatto e formato con il suo sangue purissimo e con la collaborazione dello Spirito Santo. Non potendo essere parenti della Madonna allo stesso modo di Elisabetta, siatelo imitando le sue virtù e la sua vita santa" (OEA X 75)

"Questo sacramento non solo ci unisce a Gesù Cristo, ma anche al nostro prossimo, con quelli che partecipano allo stesso cibo e ci rende una cosa sola con loro. E uno dei principali frutti è la mutua carità e la dolcezza di cuore gli uni verso gli altri dal momento che apparteniamo allo stesso Signore e in Lui siamo uniti cuore a cuore gli uni gli altri" (OEA XXVI 223)

"L'esperienza di 25 anni di lavoro pastorale mi ha fatto toccare con mano la straordinaria potenza di questo sacramento per fortificare i cuori nel bene, distoglierli dal male, consolarli: in una parola, divinizzarli in questo mondo a condizione di accedervi con fede, purezza e devozione conveniente" (OEA XVI 57)

"Le notti sono giorni quando Dio è nel nostro cuore e i giorni diventano notti quando Lui non c'è".

don Gianni Ghiglione

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