L'Immacolata rappresenta per Don Bosco l'incarnazione dell'amore preventivo di Dio, specialmente a favore dei giovani poveri, abbandonati e a rischio. Ella rappresenta la cura materna di chi ti prende per mano e ti guida, ti educa e ti forma.
del 07 dicembre 2010 Dalle parole di Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore dei Salesiani.                   Sono venuto nella Basilica di Maria Ausiliatrice con profondi sentimenti di gioia e con l’atteggiamento di pellegrino che cerca la casa del Padre e della Mamma. Fin dal primo momento della mia elezione a Rettor Maggiore dei Salesiani, ho affidato la Congregazione e tutta la Famiglia Salesiana e i giovani del mondo alla Madonna.   Una devozione filiale          Vorrei raccogliere il nostro ringraziamento a Dio per la presenza materna di Maria, che fu per Don Bosco una presenza viva fin dal sogno dei nove anni, nel quale lui la accolse come madre e maestra, sotto la cui disciplina si andò modellando il suo cuore di pastore dei giovani.          Come Don Bosco, “crediamo che Maria è presente tra noi e continua la sua «missione di Madre della Chiesa e Ausiliatrice dei cristiani» e ci affidiamo a Lei, umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose, per diventare tra i giovani testimone dell’amore inesauribile del suo Figlio”.          A proposito di questa geniale intuizione di Don Bosco – si deve ricordare che nel Concilio Vaticano II, nel discorso di chiusura, Paolo VI proclamò ufficialmente Maria come «Madre della Chiesa» – è importante che non separiamo questi due titoli. Sono infatti le due facce della stessa medaglia. Nella nostra qualità di discepoli di Gesù siamo Chiesa, che ha come madre Maria, e nella nostra qualità di cristiani contiamo sulla sua materna protezione e siamo chiamati ad essere “ausiliatori” e “ausiliatrici” dei giovani nella prevenzione e nella lotta contro tutti i guai che minacciano la loro vita, dall’aspetto fisico, economico, sociale, fino a quello morale e spirituale, che mette a rischio la loro felicità e persino la loro salvezza.          In questa devozione salesiana alla Madonna Ausiliatrice risaltano gli aspetti di «maternità», nel senso di accoglienza, senza condizioni, dei giovani più bisognosi e in situazione a rischio psicosociale, e di «bontà», quali atteggiamenti fondamentali nella nostra relazione di educatori con loro.          L’invito ad affidarci a Maria ci fa pensare a un gesto filiale che evoca il salmo 130: “Come un bimbo in braccio a sua madre”, però con la consapevolezza di chi si affida a qualcuno e si consacra a qualcuno per indicar dedizione e appartenenza. Facendo così, la devozione del Salesiano a Maria significa affidamento, fiducia, appartenenza, disponibilità.          Contemplando Maria, diventa naturale l’evocazione del canto del Magnificat, che è una chiamata a raccogliere tutta la storia dolente dell’umanità, che ha iniziato a rinnovarsi in Maria, la nuova Eva. Da qui nasce la missione del Salesiano che non consiste in fare cose, anche se molto appariscenti, ma nel “diventare testimone dell’amore inesauribile del Padre rivelato nel suo Figlio”.          Con Don Bosco, vogliamo nutrire questa riconoscenza a Maria per quello che è stata, e continua ad essere, nella Chiesa e nella Congregazione, e, al tempo stesso, assumere questa devozione all’Ausiliatrice come un programma, per farne un’esperienza di vita sì che il nostro amore diventi docilità, imitazione e impegno per rendere visibile, credibile ed efficace l’amore di Dio a favore dei giovani.           Non è da meravigliarsi che Don Bosco centrasse tutta la sua pedagogia nell’amore e nella amorevolezza. Questo lo spinse a fare suo il Sistema Preventivo, che si caratterizza nell’andare incontro ai giovani, nel fare sempre il primo passo, nel prediligere gli ultimi. L’Immacolata rappresenta per Don Bosco l’incarnazione dell’amore preventivo di Dio, specialmente a favore dei giovani poveri, abbandonati e a rischio.          Maria, in quanto Ausiliatrice, rappresenta sia la difesa dei più bisognosi e sfiniti, che la cura materna di chi ti prende per mano e ti guida, ti educa e ti forma. Senza dubbio, il titolo di Ausiliatrice aveva altre risonanze nei tempi di Don Bosco, differenti da quelle che può avere in questo tempo. Il vero è che le principali vittime delle espressioni negative dell’attuale modello sociale sono i giovani. Sia quelli privi delle cose necessarie, tanto da compromettere il loro sviluppo normale; sia quelli che si sentono tentati di cercare forme di vita che non sbocciano nella sua pienezza; sia quelli che si chiudono in se stessi, nella ricerca del confort e perdono così il senso della vita, la capacità di donarsi, la gratuità e il servizio, per cui finiscono per organizzare la loro esistenza al margine di Dio, fonte della vita.I destinatari della nostra missione, i giovani poveri, abbandonati e a rischio (MB XIV, 662), danno ragione del perché della nostra devozione alla Ausiliatrice. Si tratta di persone che non hanno nessun altro ausilio che quello che viene da Dio, il quale pone la sua gloria nell’essere il loro difensore.          La parola di Dio illumina questa nostra devozione perché ci fa vedere Maria come lo strumento eletto da Dio per la nostra salvezza. Lei è la donna vestita di sole in lotta contro il drago. Lei è la donna che accettò di collaborare con Dio nel mistero dell’Incarnazione del suo Figlio perché condividesse fino in fondo la nostra condizione umana e perché ci rendesse figli adottivi. Lei è la donna la cui fede ridona la gioia a chi l’ha perduta o il senso della vita quando questo è sparito, come il vino che alle nozze si era esaurito, e fa nascere così la fede dei discepoli.             Maria Ausiliatrice sia la nostra madre e maestra, come lo è stata per Don Bosco, affinché possiamo essere noi, come lo è stato lui, ausiliatori e ausiliatrici dei giovani.  Rettor Maggiore SDB, don Pascual Chávez VillanuevaTorino, 24 maggio 2002  
 
Pascual Ch√°vez Villanueva
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