Senza frapporre indugi e senza stare a chiedersi se toccava a lei o meno dare inizio alla partita, ha fatto bagagli, e via! Su per i monti di Giudea. “In fretta”, per giunta. O, come traduce qualcuno, “con preoccupazione”...
del 01 gennaio 2002
E’ lei che decide di muoversi per prima: non viene sollecitata da nessuno. E’ lei che s’inventa questo viaggio: non riceve suggerimenti dall’esterno. E’ lei che si risolve a fare il primo passo: non attende che siano gli altri a prendere l’iniziativa.
Dall’accenno discretissimo dell’angelo ha avuto la percezione che la sua parente doveva trovarsi in serie difficoltà. Perciò, senza frapporre indugi e senza stare a chiedersi se toccava a lei o meno dare inizio alla partita, ha fatto bagagli, e via! Su per i monti di Giudea. “In fretta”, per giunta. O, come traduce qualcuno, “con preoccupazione”.
Ci sono tutti gli elementi per leggere, attraverso questi rapidi spiragli verbali, lo stile intraprendente di Maria. Senza invadenze.
Santa Maria, donna del primo passo, chi sa quante volte nella tua vita terrena avrai stupito la gente per aver sempre anticipato tutti gli altri agli appuntamenti del perdono. Chi sa con quale tenerezza, nella notte del tradimento, ti sei “alzata” per raccogliere nel tuo mantello il pianto amaro di Pietro.
Donaci, ti preghiamo, la forza di partire per primi ogni volta che c’è da dare il perdono. Rendici, come te, esperti del primo passo. Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi. Brucia le nostre indecisioni. Distoglici dalle nostre calcolate perplessità. Liberaci dalla tristezza del nostro estenuante attendismo. E aiutaci perché nessuno di noi faccia stare il fratello sulla brace, ripetendo con disprezzo: tocca a lui muoversi per primo!
Santa Maria, donna del primo passo, esperta come nessun altro del metodo preventivo, abile nel precedere tutti sulla battuta, rapidissima a giocare d’anticipo nelle partite della salvezza, gioca d’anticipo anche sul cuore di Dio.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, ma anche donna che ben conosci il patire, intenta, già sotto la croce, a come trasporre nei ritmi della festa i rantoli di tuo figlio, aiutaci a comprendere che il dolore non e l’ultima spiaggia dell’uomo. Noi non osiamo chiederti né il dono dell’anestesia, né l’esenzione dalle tasse dell’amarezza. Ti preghiamo solo che, nel momento della prova, ci preservi dal pianto dei disperati e che ci lasciamo andare al pianto della speranza. Ti supplichiamo: rinnova per noi, nell’attimo supremo, la tenerezza che usasti per Gesù, quando «da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece gran buio su tutta la terra». In quelle ore tenebrose, disturbate solo dai rantoli del condannato, forse danzasti attorno alla croce i tuoi lamenti di madre, implorando il ritorno del sole. Ebbene, donna dell’eclisse totale, ripeti la danza attorno alle croci dei tuoi figli. Se ci sei tu, la luce non tarderà a spuntare. E anche il patibolo più tragico fiorirà come un albero in primavera.
don Tonino Bello
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)