Il creatore del social network più popolare del mondo è stato scelto dal settimanale Time come personaggio del 2010. I lettori, in un sondaggio online, avevano scelto il fondatore di WikiLeaks, ma la direzione del giornale ha puntato sul giovane miliardario californiano..
del 16 dicembre 2010
 
          Mark Elliot Zuckerberg inventore e fondatore del social network facebook, è stato eletto uomo dell’anno 2010 dal prestigioso magazine americano Time che da diversi decenni mette in copertina la personalità che nel bene o nel male ha segnato gli ultimi dodici mesi.           Ha un'età da ragazzo e un look da adolescente. Tecnicamente, a 26 anni Mark Zuckerberg si può definire un giovane adulto. Eppure per Time, prestigioso newsmagazine statunitense, il fondatore di Facebook è un uomo. Per la precisione, è l'uomo dell'anno, incoronato in copertina dalla redazione.           I lettori di Time avevano scelto un altro nome, Julian Assange, l'uomo dietro Wikileaks. Ma Richard Stengel, direttore del magazine, ha preferito il giovane mister Facebook. La differenza sta tutta in come i due comunicano la loro visione del mondo. Per Wikileaks, c'è un nemico dietro ogni angolo. Per Zuckerberg, il mondo è un posto pieno di potenziali amici.           Anche in ufficio: il social network ha appena ricevuto il riconoscimento di Glassdoor.com 1 come 'miglior posto di lavoro' del mondo. Apple e Google sono solo al ventesimo e trentesimo posto.  Prima di Zuckerberg, la regina Elisabetta.           Zuckerberg non è il più giovane 'uomo dell'anno' tra quelli scelti da Time, però ottiene un secondo posto, ex aequo con la regina Elisabetta d'Inghilterra, vincitrice del titolo nel 1952. A battere Mark c'è Charles Lindbergh, il primo 'man of the year' scelto nel 1927 per la sua trasvolata atlantica. 'A differenza della regina, non ha ereditato un impero, lo ha costruito', scrive Stengel. Ricordando che la monarca britannica ha recentemente aperto una sua pagina su Facebook. Ma Sua Maestà è solo uno dei quasi 500 milioni di utenti iscritti al social network, numero in crescita costante, 400 mila e oltre solo in Italia. Un Paese che dimostra di amare molto l'idea di Zuckerberg, ma in cui a 26 anni difficilmente qualcuno diventa uomo dell'anno Due facce della medaglia.           Nel numero di Time in edicola questa settimana, il faccione imberbe del più giovane miliardario del mondo campeggia sotto la storica testata. Accanto, il suo nome e, sotto, un titolo molto chiaro: 'The Connector', il collegatore. In senso più ampio, una specie di pontefice digitale.           E questo è il motivo per cui secondo Stengel, Zuckerberg è l'uomo dell'anno e Assange no: 'Sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di trasparenza. Ma mentre Wikileaks attacca le grandi istituzioni attraverso una trasparenza involontaria con l'obiettivo di depotenziarli, Facebook dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione. Con l'idea di dare loro più potere'. Ma il potere più grande, spiega Stengel, è quello dello stesso Zuckerberg. Scrive il direttore: 'Essere nominati persona dell'anno non è e non è mai stato un onore, è il riconoscimento del potere di alcuni individui nell'influenzare il nostro mondo'.           Ma viene spontanea una domanda sul nuovo fenomeno 'Facebook', la rete dentro la quale molti vivono nascondendosi e che sostituisce l'esistere vero con quello virtuale... Facebook: un bene o un male?Tiziano Toniutti
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