Martedì 6 agosto 1957

Satana ti dice: Non lo puoi vedere dunque. Dio ti abbandona. Ma io ti dico invece, anzi Gesù ti dice per mezzo mio: Tu puoi credere all'amore di Gesù per te, se lo vuoi...

Martedì 6 agosto 1957

da L'autore

del 05 novembre 2009

Fortificarmi nella ricerca di Dio

 

Martedì 6 agosto.

 

Oggi va meglio e mi sento meno solo. Bisogna assolutamente che io mi fortifichi l'anima, ma ho così poca volontà!

 

Penso che se a certuni fosse dato di vivere questi due mesi con la possibilità rara di potersi preparare convenientemente [alla morte], lo farebbero con uno zelo ardente e non con la semitiepidezza che blocca la mia atmosfera. Ma come ogni distrazione è nociva! Basta che io vada al passeggio per, ripiombarmi in problemi di quaggiù, e così ho l'impressione di perdere un tempo infinitamente prezioso.

 

Comunque, non posso discutere del Vangelo con il mio vicino per tutto il tempo che ci è dato per sgranchirci le gambe; mi accorgerei presto che mi si sognerebbe nella categoria dei seccatori incurabili, e preferisco tacere. Ma quell'ora per me è funesta.

La vera ricerca di Dio consisterebbe nella meditazione incessante e nel disprezzo di tutto ciò che il mio corpo mi reclama. Il silenzio, la preghiera, il pane secco e l'acqua dovrebbero essere il mio regime, solo che la mia anima deve avere un po' della consistenza gelatinosa delle meduse che fluttuano nei porti e basta che la mia carne brontoli, perché io crolli con lo stesso ciac disgustoso di una crema rovesciata.

 

Ma, ecco, io mi conosco; se facessi così, le mie preghiere sarebbero recitate sulla punta delle labbra, e nel mezzo di un'Ave mi sorprenderei a fantasticare che un morso di cioccolato mi farebbe realmente bene. Allora, mangiamo, e che il Signore mi perdoni.

Sarebbe anche preferibile che recitassi le mie preghiere in ginocchio, ma i sorveglianti che vengono ogni cinque minuti a gettare un'occhiata allo spioncino, mi turbano. Li sento incuriosire e finisco con non pregare più del tutto, ma con sbirciare il loro vai e vieni; e questo non è il fine ricercato. Credo di non aver mai sentito così bene la mia miseria come attualmente.

 

Ho appena riscoperto una volta di più quanto il Signore ci ama, e questo nel meditare una lettera che padre Thomas mi ha inviato. Gesù vuole la mia adesione totale, la mia sottomissione completa alla sua volontà, per potersi dare interamente a me, e affinchè la mia morte sia redentrice. Il Signore si da a quelli che Lo invocano, ma Lui non fa il primo passo, Egli vuole prima di tutto che l'uomo faccia un piccolo sforzo di volontà verso di Lui, ed è per questo che un gran numero di prove che sembrano catastrofiche per il mondo, non sono che grazie che introducono gli uomini in uno stato ideale per questo appello alla misericordia divina. Quanto è bella la lettera di padre Thomas! Te ne trascrivo un passo.

 

Caro fratello, voglio dirti la fiducia che ho in te. Gesù ti ama talmente! Senza il suo amore, non avresti mai potuto perseverare nella fede e nella carità per ormai oltre due anni. E tuttavia io so che Satana ronza attorno a te, volendo trascinarti alla disperazione. Conosce la tua estrema debolezza. ma Gesù ti custodirà, se tu non lo abbandoni. E allora come restare con Gesù? Certo accettando come sua volontà tutto ciò che ti capita. Ma questa accettazione non ti apporterà la pace e perfino la gioia, se non è positiva. Positiva vuol dire atto di fede nell'amore di Gesù per te. La giustizia di Dio è inseparabile dal suo amore: se Dio esige una riparazione per i nostri peccati, Egli non disgiunge mai questa riparazione dal dono più grande che possa farci: Se stesso, il suo Figlio diletto, Gesù.

 

Ben più, è per mezzo di Gesù, in Gesù, che noi ripariamo i nostri crimini. Per questo tu non devi accettare la tua punizione come un debito che si rimborsa, ma devi credere che per mezzo di questa punizione è Dio, l'infinità del suo Amore, che si dona a te. Io dico credere, e cioè fare un atto di volontà per che, sul piano della sensibilità, è vero il contrario. Dio appare come il giudice terribile che applica la legge del taglione, vita per vita. Ed è Satana che ti suggerisce questo. No, fratello mio, Gesù ti ama infinitamente, e tu oggi hai la forza di crederlo. Lo puoi, se vuoi. Satana ti dice: Non lo puoi vedere dunque. Dio ti abbandona. Ma io ti dico invece, anzi Gesù ti dice per mezzo mio: Tu puoi credere all'amore di Gesù per te, se lo vuoi. Gesù ti dona la forza di credere nella notte. Gesù vuole la tua salvezza eterna. Come? È ancora il segreto del suo Amore. La sola risposta certa è che tu otterrai la tua salvezza unicamente facendo un atto di volontà (fede) nel suo Amore che opera incessantemente e dappertutto, in tutti gli avvenimenti senza eccezione.

 

Alla luce di questa lettera, mi rendo conto di avere certamente troppa tendenza a ricercare la sensibilità perché essa mi sostiene meravigliosamente e trasforma i miei dolori in gioia. L'atto di fede nella notte è penoso, si cerca a tastoni ciò che incessantemente ci sfugge sotto forma palpabile. E tuttavia, è per mezzo della volontà che posso salvarmi.

 

Evidentemente, in quei momenti di slancio si andrebbe alla morte cantando, ed è tanto gradevole. Sì, la punizione che mi aspetta non è un debito che io abbia da rimborsare, ma un dono che il Signore mi fa. Quale forza non posso trarre da questo pensiero?

 

 

Jacques Fesch

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