La novità del cristianesimo come religione della morte di Dio consiste appunto nel rifiutare il Dio dei filosofi e nell'annunciare un Dio che assume la condizione umana.
del 25 novembre 2009
La novità del cristianesimo come religione della morte di Dio consiste appunto nel rifiutare il Dio dei filosofi e nell'annunciare un Dio che assume la condizione umana. La religione fa parte della cultura, non come dogma e neppure come credenza, ma come grido. Ma può essere qualcosa d'altro, almeno con conseguenze? Poiché insegna che la colpa dell'uomo è una felix culpa, che il mondo senza colpa sarebbe meno buono e che, infine, la creazione, che fa decadere l'essere dalla sua perfezione e dalla sua sufficienza originale, è tuttavia preferibile ossia è un bene, costituisce la negazione più risoluta d'un infinito concepito.
 
(M. Merleau-Ponty, Senso e non senso, tr. it. di Paolo Caruso, Milano, Il Saggiatore, 1962, p. 120)
 
 
Il regno del Padre e la religione dell'Incarnazione
 
C'è sempre, nell'idea di Dio, una componente stoica: se Dio è, la perfezione è già realizzata al di qua del mondo, onde non può essere accresciuta e non rimane, letteralmente, niente da fare. «Il mio regno non è di questo mondo». Le opere risultano da un soprappiù di religione. Esse non aumentano la somma del bene, come l'infinito non aumenta per l'aggiunta d'un'Unità. Poco importa la nostra sorte nell’aldilà poiché, ad ogni modo, Dio è adorabile. Riposiamoci in lui. Quietismo. Comunque la nostra sorte quaggiù è indifferente, non ci rimane che prenderla così com'è, felice o infelice. Non abbiamo l'investitura di questa vita. «Sia fatta la tua volontà». L'uomo si spodesta della sua vita. Come il bambino vive nella volontà dei genitori, egli vive nella volontà di Dio. È il regno del Padre, dice Hegel.
 
L'Incarnazione cambia tutto. Dopo l'Incarnazione, Dio è stato nel mondo esterno. Lo si è visto ad un certo momento, in un certo luogo, a lasciato dietro di sé ricordi e parole che si trasmettono. Ormai il cammino dell'uomo a Dio non è più la riflessione, ma il commento e interpretazione di quel messaggio ambiguo la cui energia non è mai esaurita. Il cristianesimo è, in tal senso, agli antipodi dello «spiritualismo». Rimette in causa il problema della distinzione fra corpo e spirito, fra interno ed esterno. Il cattolicesimo non ama le prove riflessive di Dio, alle quali dà posto solo di malavoglia. Si può provare Dio muovendo dallo spirito umano, ma considerandolo come una parte della creazione, allo stesso titolo della terra e dei cieli che «narrano la gloria di Dio».
 
 
(M. Merleau-Ponty, Senso e non senso, tr. it. di Paolo Caruso, Milano, Il Saggiatore, 1962, pp. 205-206).
 
 
Maurice Merleau-Ponty
Versione app: 3.25.3 (26fb019)