Scrivo a voi ragazzi e giovani: Voi siete sempre stati la grande passione di Don Bosco. Per voi egli si è speso fino all'ultimo respiro. Voi siete, oggi più che mai, nel mio cuore e siete “il motivo di vita” di quanti hanno scelto di impegnarsi nella missione salesiana. Scrivo a voi perché conosco “la vostra fame” di proposte vere. Scrivo a voi perché conosco “la vostra sete” di gioia profonda.
del 09 marzo 2007
 
Carissimi Confratelli Salesiani
Carissimi Fratelli e Sorelle della Famiglia Salesiana,
Carissimi Giovani,
 
desidero rivolgere a voi tutti un messaggio particolare in questo giorno, nel quale ricordiamo il 150° anniversario della morte di Domenico Savio. Egli rappresenta per tutti noi uno dei frutti più belli della Spiritualità Salesiana. È con gioia dunque che lo vogliamo ricordare ed invocare in questa speciale circostanza.
Siamo ancora pieni di riconoscenza per quanto il Signore ci ha fatto vivere nell’anno 2004, quando abbiamo celebrato il 50° della sua Canonizzazione. Il pellegrinaggio delle sue reliquie attraverso l’Italia, la Spagna e il Libano è stato un’occasione di riflessione profonda sulla chiamata alla santità, sulla ricchezza della Spiritualità Salesiana, sull’importanza di un’educazione che punti alla crescita integrale dei nostri giovani.
 
Oggi la nostra riconoscenza al Signore si rinnova nella preghiera di contemplazione per quanto il Signore ha voluto operare nella breve vita di questo giovane grande santo e nell’impegno di essere educatori secondo il cuore di Don Bosco e quindi capaci di accompagnare il cammino di vita e di santità dei nostri giovani.
 
Scrivo dunque a voi, carissimi Salesiani.
Siamo alle soglie di un nuovo Capitolo Generale, in cui puntiamo a rinnovare dentro di noi il programma spirituale di Don Bosco: Da mihi animas cetera tolle. Sono parole che vogliamo rivivere e interiorizzare e che ci indicano l’urgenza di fare una consegna totale di noi stessi al Signore ed alla missione che egli ci ha affidato. Offrendo tutte le nostre energie, investendo tutte le nostre risorse, liberando tutta la nostra creatività, saremo come Don Bosco uomini capaci di donare la vita, soprattutto “la vita di Dio”. È quella pienezza di vita che fa sì che i nostri ragazzi e giovani siano capaci non solo di crescere armonicamente in tutte le loro potenzialità umane, ma anche di impegnarsi, apertamente e con gioia, a far propri in pienezza i valori evangelici che illuminano e rendono forte ogni esperienza umana.
Domenico, guidato da Don Bosco, si è fatto santo coltivando una forte amicizia con il Signore Gesù e con Maria, valorizzando il suo impegno nel dovere quotidiano come risposta alla volontà di Dio, servendo i compagni con grande spirito di dedizione e con una carità capace di creare gioia e coesione nel bene.
Per noi, carissimi, questa data è come una nuova “chiamata vocazionale”. Essere per i giovani ciò che Don Bosco è stato per Domenico Savio: guide capaci di condurre verso le mete più alte, verso la pienezza di vita, verso la gioia e la santità.
 
Scrivo a voi, sorelle e fratelli della Famiglia Salesiana, consacrati e laici:
Il grande patrimonio comune di noi tutti è Don Bosco. Egli è “la grande radice” del nostro carisma salesiano. Da lui ha tratto origine «un vasto movimento di persone, che, in vari modi, operano per la salvezza della gioventù» (Cost. sdb art. 5). La modalità apostolica che unifica la nostra missione è l’impegno per l’educazione.
Oggi la sfida dell’educazione diventa sempre più forte ed impegnativa. A fronte del perpetuarsi di situazioni di grave disagio e povertà nei paesi in via di sviluppo; a fronte delle terribili condizioni sociali di grandi fasce di ragazzi e giovani che vivono abbandonati ai margini di ricche metropoli; a fronte della povertà spirituale di milioni di giovani che, pur in un contesto di benessere, vivono disorientati dal punto di vista spirituale e morale, noi non possiamo rimanere insensibili. “Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore…” (Mc 6, 34). Contempliamo questi giovani con gli occhi di Gesù e con gli occhi di Don Bosco e accogliamo il loro grido di aiuto. Siamo chiamati a lavorare con maggior impegno a favore dell’educazione. Siamo chiamati a “lavorare insieme”, a ritrovare con spirito di attualità e nuova vitalità quel grande “strumento educativo” che Don Bosco ha donato a tutti noi, il “Sistema Preventivo”. Sono elementi semplici, essenziali che Don Bosco stesso ha incarnato nella sua vita e che  gli hanno permesso di formare una generazione di santi tra i suoi ragazzi.
Carissime/i, il ricordo di Domenico Savio ravvivi in voi l’impegno di educatrici ed educatori che lavorano “insieme” per un comune progetto apostolico. «Dinanzi alle vecchie e nuove domande dei giovani siate sempre pronti a rispondere, senza incertezze e smarrimenti. Proponete loro un programma di vita come fece Don Bosco con Domenico Savio. Aiutate i ragazzi e i giovani ad assumere la vita come un dono ed a viverla nella vera libertà e con gioia. Dite loro che l’energia e la garanzia della loro crescita è l’amicizia con Gesù, è fare esperienza di Dio. E, infine, educateli ad aprirsi alla responsabilità, al servizio, alla solidarietà, alla carità».[1]
 
Scrivo a voi ragazzi e giovani:
Voi siete sempre stati la grande passione di Don Bosco. Per voi egli si è speso fino all’ultimo respiro. Voi siete, oggi più che mai, nel mio cuore e siete “il motivo di vita” di quanti hanno scelto di impegnarsi nella missione salesiana. Scrivo a voi perché conosco “la vostra fame” di proposte vere. Scrivo a voi perché conosco “la vostra sete” di gioia profonda. In questo giorno in cui ricordiamo il 150° della morte di Domenico Savio vi invito a guardare a questo giovane che con la sua vita vuole essere un modello vero per tutti voi. Egli vi rende partecipi dei suoi segreti.
Il primo è quello di essere capaci di grandi ideali. Soprattutto, lasciatevi prendere dal desiderio di una vita cristiana di alta qualità. Questo significa inserire chiaramente nel vostro progetto di vita l’obiettivo e la volontà di essere “santi”. Questo è stato il grande desiderio di Domenico Savio; questo sia anche un desiderio coltivato nel cuore di ciascuno di voi.
Il secondo segreto che Domenico vi insegna è che la nostra vita cristiana viene continuamente “guarita e rinnovata” dal sacramento della Riconciliazione e diventa forte nutrendosi del “Pane della Vita” nell’Eucaristia. A dispetto di ogni difficoltà, possiamo essere dei forti vivendo una vera relazione di amicizia con il Signore Gesù, attraverso l’esperienza sacramentale. In questo cammino di vita cristiana Maria, come Immacolata ci è accanto per indicarci la bellezza di ciò che è buono, giusto, puro, amabile, degno di lode, e come Ausiliatrice ci sostiene e protegge nelle difficoltà del cammino.
Il terzo segreto è quello di donare fin d’ora la nostra vita per gli altri. Essere dei veri “lottatori del bene”, impegnati nel servizio, portatori di speranza e di gioia. Sempre disposti a tutto per far crescere il bene e combattere il male, proprio come ha fatto Domenico Savio. Sarete capaci di tutto questo? Io ne sono sicuro, ma ad una condizione: che sappiate scegliervi una guida che accompagni il vostro cammino. Carissime/i, sceglietevi “il vostro Don Bosco”![2] Così ha fatto Domenico e la sua vita ha dato quei frutti abbondanti che tutti noi conosciamo. Io, da parte mia, come successore di Don Bosco, vi sono vicino, vi incoraggio e quotidianamente vi ricordo nella preghiera.
 
Termino, carissimi tutti, invitandovi ancora ad essere riconoscenti al Signore che in Domenico Savio ci ha donato uno splendido esempio di come la santità sia una vocazione universale, un cammino possibile per i giovani, un dono da far crescere e maturare attraverso l’accompagnamento di persone profondamente spirituali, permeate dalla passione educativa del nostro caro padre, Don Bosco.
 
Per tutti voi, in questo giorno di grazia, il mio affetto e la mia preghiera.
 
Asunción - Paraguay, 09 Marzo 2007
 
 
 
Don Pascual Chavez V.
Rettor Maggiore
[1] Dall’Omelia del Card. Tettamanzi, in occasione del 50° della canonizzazione di San Domenico Savio, nella celebrazione eucaristica nel Duomo di Milano, presente l’urna del Santo, il 9 marzo 2004.
[2] Cfr. Ibidem
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