Pubblichiamo il tradizionale messaggio di Natale pronunciato da Giovanni Paolo II sul sagrato della Basilica Vaticana prima di impartire la benedizione “Urbi et Orbi” (alla città di Roma e al mondo).
del 01 gennaio 2002
1. Christus natus est nobis, venite, adoremus!
Cristo è nato per noi, venite, adoriamo!
Veniamo a Te, in questo giorno solenne,
dolce Bambino di Betlemme,
che nascendo hai nascosto la tua divinità
per condividere la nostra fragile natura umana.
Illuminati dalla fede Ti riconosciamo
come vero Dio incarnato per nostro amore.
Tu sei l’unico Redentore dell’uomo!
2. Davanti al presepe in cui giaci inerme
cessino le tante forme di dilagante violenza,
causa di inenarrabili sofferenze,
si spengano i numerosi focolai di tensione,
che rischiano di degenerare in conflitti aperti;
si rafforzi la volontà di cercare soluzioni pacifiche,
rispettose delle legittime aspirazioni di uomini e popoli.
3. Bambino di Betlemme, Profeta di pace,
incoraggia i tentativi di dialogo e di riconciliazione,
sostieni gli sforzi di pace che timidi,
ma carichi di speranza, sono attualmente in atto
per un presente e un futuro più sereno
di tanti nostri fratelli e sorelle nel mondo.
Penso all’Africa, alla tragedia del Darfur in Sudan,
alla Costa d’Avorio e alla regione dei Grandi Laghi.
Con viva apprensione seguo le vicende dell’Iraq.
E come non volgere uno sguardo di partecipe ansia,
ma anche di inestinguibile fiducia,
alla Terra di cui Tu sei Figlio?
4. Dappertutto c’è bisogno di pace!
Tu, che sei il Principe della pace vera,
aiutaci a capire che l’unica via per costruirla
è fuggire il male con orrore
e perseguire sempre e con coraggio il bene.
Uomini di buona volontà di ogni popolo della terra,
venite con fiducia al presepe del Salvatore!
'Non toglie i regni umani
chi dà il Regno dei cieli' (Inno Vespri dell’Epifania).
Accorrete ad incontrare Colui
che viene per insegnarci
la via della verità, della pace e dell’amore.
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