Ecco cos'ha scritto Luciano Donadio, educatore in oratorio...
Un appello accorato alle istituzione quello di Luciano Donadio, da anni impegnato nel sociale con i Salesiani e con i giovani dell'oratorio della Basilica della Neve. Donadio ha inviato una lettera al sindaco Giosuè Starita e al sindaco della città metropolitana Luigi De Magistris, in seguito all'arresta di un giovane di 16 anni che girava per strada con una pistola carica nella cintola.
In basso la lettera:
Quando i riflettori si accendono per l’ arresto di un giovanissimo della mia città (Torre Annunziata) e soprattutto del mio quartiere , il cuore si intristisce per molto tempo. L’ esperienza di oratorio, fatta per un decennio nel posto più degradato della città mi ha insegnato a leggere negli occhi di tanti giovani, ragazzi e bambini l’infelicità. La povertà di cultura, di affetti infranti per i genitori in galera , di condizioni economiche disastrate ,del menefreghismo perbenista e la camorra deviano facilmente la ragione , conducendo molti giovani per sentieri oscuri ; la prevaricazione “con la pistola” è una cultura.
Ecco allora che capita in poco tempo l’ arresto di Matteo Palumbo e per il quale mi sono espresso circa due mesi fa , da qualche settimana l’ arresto di I.G. minorenne , il motivo: detenzione di arma da fuoco, subito appare agli occhi della città assopita un presunto Killer. Ma io sono amico di camorristi? Il cuore salesiano mi porta a delineare una visione più ampia del “ fatto” , dell’ “accaduto” , la ricerca di risposte concrete alla maniera di Don Bosco che ti fà stringere un rapporto di fiducia con il giovane ,tanto da scommettere insieme per il bene. I.G. nell’ estate 2014 in un percorso formativo di campo estivo guardava con me una scena del film di Don Bosco (di Flavio Insinna) , che raccontava la carcerazione e poi la condanna a morte di un giovane che ammazza per una rapina . Abbiamo approfondito fino a notte inoltrata convincendoci che le strade sbagliate ci “condannano “ , ( anche quando la vita è sacrificata ) . Nei pomeriggi di quella settimana di campo scuola era solito al ritorno dal mare di raccogliere fichi , li preparava con cura in un piatto e poi diceva :”vedi come mi metto a disposizione”? Rispondevo: “ fai il tuo dovere”. Di certo voleva rendersi utile e ricambiare un “favore” che gli avevo fatto, si perché G. durante l’ anno oratoriano il campo scuola non se lo era meritato , non tanto per la disciplina bensì per la saltuarietà di frequenza . Oggi penso che quando sta per addormentarsi nella camera della casa famiglia di Monte Corvino Rovella , G. ricorda quelle giornate , le esperienze di cinque anni di oratorio che l’ hanno visto anche aiutante animatore e “ capo degli arbitri” per le attività di estate ragazzi. Da circa un anno non coordino più le attività oratoriane (Madonna della Neve) perché dedito alla ricerca di lavoro nel sistema cooperativistico per giovani a rischio , per quelli che non sono raccomandati da nessuno , affinchè il sudore possa degnare la loro vita . E’ difficile ma per chi rende testimonianza cristiana non può che offrire motivi di speranza ; Signor Giudice tenga conto in seguito di questa umile lettera , lo Stato , le Istituzioni Civili e Religiose quando non riescono a dare risposte concrete generano condizioni di soprusi e di violenze che altrove hanno nomi diversi , dalle nostre parti si chiama camorra. L’ appello lo rivolgo al Giudice di questo giovane, al Sindaco di Torre A. , al Sindaco Metropolitano di Napoli, al Coordinatore di Libera di Torre A. al Presidente dell’ osservatorio per la legalità: dateci una mano .
Luciano Donadio
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