Natale: una festa senza il festeggiato che festa è?

Cercando su Google delle immagini natalizie ho inserito con naturalezza la parola "Natale". Non mi ha sorpreso (forse amareggiato sì!) il fatto che solo nella quinta pagina appariva una "timida" immagine della Natività dopo una serie di Babbo Natale, paesaggi innevati, alberi di Natale e donne seminude. E il vero festeggiato dov'è?

Natale: una festa senza il festeggiato che festa è?

da Quaderni Cannibali

del 15 dicembre 2010

 

             In questi giorni è sempre più evidente come si vada perdendo il senso del Natale. Tutto è rivolto verso il prodotto da vendere, da acquistare, da regalare. L’albero prende il posto del Presepe, Babbo Natale quello del “Bambinello”, la fretta supera la riflessione, il rumore vince l’ascolto. La nostra società ha dimenticato il vero festeggiato, ha messo da parte Colui che sta all’origine del Natale, come se tutti per il nostro compleanno facessero i regali ad un nostro parente o amico anziché a noi!           Eppure, oggi, non ci sarebbero presepi, alberi, luci, Babbo Natale, panettoni, auguri, se duemila anni fa Gesù non si fosse fatto uomo per farci come Lui. Con questo non si vuol dire che non bisogna fare festa, gioire, giocare, mangiare, scambiarsi i regali; la questione è per chi facciamo tutto questo!          Il senso del Natale, l’evento centrale della storia della salvezza, il preludio alla Risurrezione, può rivivere ancora nei cuori degli uomini di buona volontà di oggi. Sono coloro che non si stancheranno mai di gridare al mondo con la propria preghiera e con la vita: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini». Sono coloro che non perdono di vista le cose del cielo e soprattutto il divino incontro con Gesù nell’Eucarestia, vero cibo e vera bevanda; e non solo il giorno di Natale e quello di Pasqua!           Sono coloro che, come il vecchio e sapiente Simeone, dicono: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Quale la nostra pace? Quale il nostro riposo? Si tratta di porre tutte le speranze in Cristo e farsi suoi testimoni qualunque sia l’età, lo stato sociale, l’occupazione, la formazione culturale.Ciascuno accoglie secondo la misura che possiede e il proprio desiderio, soprattutto con umiltà e con meraviglia. In tal senso si racconta di un quarto re tra i Magi, che arrivò in ritardo, e durante il cammino donò ai bisognosi i regali che aveva portato per Gesù. Giunse così a mani vuote e imbarazzato perché non aveva niente da offrire; stese le sue mani vuote e con grande sorpresa Maria gli diede da tenere in braccio il piccolo Gesù! Il Natale è vicino anzi è già nei cuori di crede, di chi è in cammino e nella vita del mondo.           C’è da indossare l’abito della festa che va preparato per tutta la nostra esistenza terrena. Non è una festa esclusiva dove si entra solo con la lista o se si è VIP, né bisogna spingere per accedervi o superare la fila, poiché il Signore indica la strada a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, persino a quelli distratti. Una stella, una luce, un incontro, un avvenimento possono cambiare la vita se si è disposti ad alzare lo sguardo e a lasciarsi commuovere.

Marco Pappalardo

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