Nel mese di gennaio vogliamo avvicinarci a Don Bosco attraverso la testimonianza di alcuni giovani che hanno vissuto nella loro vita il #NoiCiStiamo. Sono ragazzi che sono venuti a contatto con gli ambienti salesiani e che, con la testimonianza della loro vita, hanno steso i colori del carisma salesiano in varie parti del mondo: Oggi presentiamo Paola Adamo.
Paola Adamo nacque a Napoli il 24 ottobre 1963, figlia di Claudio Adamo e Lucia D'Ammacco. Fu battezzata lo stesso giorno della nascita nella cappella della clinica Posillipo, dov’era venuta alla luce alle 3 di notte. I genitori, entrambi architetti di professione, erano anche Salesiani Cooperatori e catechisti. Furono proprio loro a preparare la bambina alla Prima Comunione, avvenuta il 28 maggio 1972 nella parrocchia di San Giovanni Bosco a Taranto, e alla Cresima, che le fu impartita due anni dopo, il 22 giugno. Suo padre era stato incaricato come progettista proprio di quella chiesa. Nell’ambiente dell’oratorio salesiano, Paola crebbe e si formò.
Amava tanto i genitori, a cui dedicava le sue poesie. Frequentò lezioni di danza classica e per tre anni praticò il nuoto. Suonava agevolmente la chitarra, felice di cantare e suonare per i suoi genitori. La sua incontenibile gioia di vivere era espressa anche nei contatti con le sue compagne di classe, a cui voleva molto bene. Frequentò con profitto il Liceo Artistico "Lisippo" di Taranto, dove il padre era insegnante. In particolare, prediligeva la compagnia di ragazze emarginate dal resto della classe. Una di queste divenne in seguito la sua migliore amica, seconda solo ai genitori quanto ad affetto.
Sensibile e intelligente, già a nove anni iniziò a scrivere un diario segreto, fonte di pensieri e massime molto profonde a dispetto della sua età. Ogni sera leggeva qualche pagina della biografia di san Giovanni Bosco scritta dal cardinal Carlo Salotti e faceva l’esame di coscienza con molta attenzione. Lo scrisse in uno dei suoi componimenti:
Quando poi la sera, prima di addormentarmi, faccio il bilancio della giornata, mi rimane tanta amarezza per le ore libere che sono sfuggite così stupidamente e mi ritrovo con gli occhi pieni di lacrime.
Una mattina di giugno 1978, quando stava per terminare l’anno scolastico, Paola chiese ai genitori il permesso di non andare a scuola: diceva di avere un dolore al fianco destro. La madre acconsentì, mentre il padre, inizialmente, non le credette e le disse di andarci: come figlia di un insegnante, non doveva dare il cattivo esempio. La sera del 9 giugno, mentre era seduta in poltrona, Paola sentì freddo: i suoi videro che aveva la febbre. Ciò nonostante, partirono ugualmente per Napoli, dove avrebbero dovuto trascorrere le vacanze. Una volta tornata a casa, la sua situazione non migliorò: venerdì 23 giugno 1978 fu ricoverata in clinica. Il medico diagnosticò un’epatite virale, malattia che Paola aveva già avuto da bambina.
Il giorno dopo la diagnosi fu confermata, ma la ragazza era ormai in stato pre-comatoso. Dopo due ore di viaggio, fu riportata a Napoli: la sera del 25 giugno venne ricoverata all’ospedale Cotugno. Lungo la strada, Paola domandava:
Papà, perché siamo a Napoli? Papà, cosa ho di grave? Papà, ma quando guarirò? Ma guarirò? Papà aiutami!
Il 27 giugno ricevette l’Unzione degli Infermi. Il giorno dopo era ormai grave. Il padre cercò ugualmente di consolarla:
Coraggio, Paola, vinceremo
Lei, però, rispose:
No, papà, abbiamo perduto!
Fu portata in rianimazione, mentre i genitori aspettavano pregando. Qualcuno li raggiunse, in lacrime: Paola non soffre più, è in pace. Da Dio.
Era il 28 giugno 1978: Paola aveva quattordici anni e otto mesi. Fu sepolta inizialmente a Napoli, successivamente i suoi resti furono trasferiti presso il Cimitero "San Brunone" di Taranto, nella cappella di famiglia, al Campo 35.
A un anno dalla sua morte, Claudio e Lucia Adamo hanno affidato al libro "Dialogo con Paola" il messaggio d’amore rappresentato dalla vicenda terrena della loro figlia. È stato solo stata la prima di una serie di biografie che hanno contribuito a far conoscere Paola in Italia e non solo.
Nel 1998 si è poi costituito L'e-laboratorio "Amici di Paola Adamo", con lo scopo di raccogliere testimonianze, relazioni di grazie e documentazione che comprovasse la fama di santità della ragazza. Un concorso letterario, giunto alla quinta edizione nel 2018, ha contribuito a far riflettere i giovani sui temi a lei più cari.
A fronte della fama di santità che, a quarant’anni dalla morte, non è venuta meno, la diocesi di Taranto ha avviato le prime fasi per l’apertura della sua causa di beatificazione e canonizzazione. Il tribunale ecclesiastico di competenza sarebbe stato quello della diocesi di Napoli, dove Paola morì, ma il 28 marzo 2017 è stato concesso il trasferimento.
Il 26 aprile 2018, quindi, la Santa Sede ha autorizzato il nulla osta per l’avvio della causa. L'8 settembre 2018 monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha promulgato l’editto per l’introduzione della causa.
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