Non è per il colesterolo o la cellulite (Mt 6,1-6.16-18)SERIE: Dio non ci abband...

16 E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17 Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,(Mt 6, 16-17)

Non è per il colesterolo o la cellulite (Mt 6,1-6.16-18)SERIE: Dio non ci abbandona mai

da L'autore

del 16 marzo 2007

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Disintossicarsi, mettersi a dieta, svelenire la vita, staccare la spina, fare un po’ di deserto, prendersi una pausa… sono tutte espressioni che dicono come nella vita di ogni uomo ci sia bisogno di un tempo che crea discontinuità con la routine quotidiana e che ci permette di guardare alla vita da un altro punto di vista.

Siamo sempre noi in ogni momento capaci di dare senso al nostro vivere, non ci possiamo permettere apnee o stati comatosi, occorre però ogni tanto avere il coraggio di collocarsi da altri punti di vista perché nella vita interviene spesso l’abitudine ad abbassare la guardia, la comodità a dare forza all’inerzia, talvolta anche la passione ad annebbiarci la vista, la solitudine a incancrenire atteggiamenti che assolutizzano stati d’animo.

La Quaresima è vista proprio come tempo di conversione, di cambiamento del cuore, di prova per riportare alla sua brillantezza il metallo prezioso che è la vita. Vieni nel silenzio e parlerò al tuo cuore dice il libro di Osea (16). E Gesù parla di digiuno, di mettere il corpo in uno stato di attesa inevasa dell’istinto della fame, di controllo della sazietà per accorgersi di un’altra fame, di un’altra sete. E’ un esercizio che siamo invitati a fare su di noi non per ridurre la cellulite o il colesterolo che pure sarebbe cosa utile, ma per ridare allo Spirito il suo compito di guida della nostra vita.

E questo va fatto nella gioia di una decisione non nella costrizione di una legge, nella certezza di aprire l’animo alla bontà, non nella infelicità di una privazione, nella prospettiva di fare verità nella propria coscienza non nella preoccupazione di dare una immagine severa di noi. Il digiuno è un atto di amore a Dio, non è un biglietto da visita per accreditarsi nel mondo dei pii. Allora digiuno è privazione a vantaggio di altri, è condividere con i poveri quello che abbiamo perché ce ne priviamo per loro, è riportare la natura ad essere madre per tutti e non un possesso di qualcuno, è riportare il mondo alla sua destinazione per la felicità di tutti e non per la gioia di pochi. Soprattutto è mettere al centro Dio, lo Spirito, la preghiera, la contemplazione di Lui. E questa opera quaresimale la facciamo con gioia perché è un altro segno che scriviamo nella nostra vita col quale ci facciamo segno per tutti che Dio non ci abbandona mai.

 

 

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