Non fare commercio della tua ospitalità (Lc 14, 12-14) SERIE: D'amore si muore, ...

Se non teniamo alto il nostro senso di umanità, tipicamente italiano, che ci fa essere un popolo generoso, altruista, bonaccione, cordiale e ospitale, a confronto di un modello imprenditoriale che sta caratterizzando giustamente le nostre attività produttive, perdiamo il valore della gratuità...

Non fare commercio della tua ospitalità (Lc 14, 12-14) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 09 gennaio 2007

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Se non teniamo alto il nostro senso di umanità, tipicamente italiano, che ci fa essere un popolo generoso, altruista, bonaccione, cordiale e ospitale, a confronto di un modello imprenditoriale che sta caratterizzando giustamente le nostre attività produttive, perdiamo il valore della gratuità. Oggi tutto si calcola, tutto si deve programmare per vedere quanto spendo, come spendo, quanto guadagno e che utile massimo ne posso ricavare, come ottimizzare i tempi e calcolare le opportunità, come distribuire le energie e ricuperare i tempi morti. A parte che anche nella produzione occorre trattare la persona come tale entro un contesto non solo di calcolo, ma anche di distensione umana. Se è vero che per produrre e garantire ai dipendenti un lavoro sicuro occorre reggere alla concorrenza, è anche vero che la vita è fatta anche di spazi di gratuità.

Quanto è bello essere gratuiti, invitare a casa un amico perché è un amico, fare un servizio a una persona conosciuta per sovrabbondanza di disponibilità, aiutare un povero senza preoccuparci di tenercelo legato, fare dei favori senza calcolare che prima o poi ne avrò bisogno io e gli chiederò conto. Aiuto qualcuno perché anche lui impari ad aiutare un altro meglio di come faccio io; offro la mia disponibilità in caso di bisogno senza fare l’elenco delle persone aiutate e stare a lamentarmi quando nessuno mi ricambia. Il bene è bello quando è bene gratuito fino in fondo.

Dice Gesù: quando fai un banchetto invita tutti i più scalognati che non avranno mai la possibilità di ricambiarti, assicurati nella vita il respiro indispensabile della gratuità per vivere sempre da uomo e non da registratore di cassa. Dio ci ha amati così, ci ha lasciato liberi, ha sprecato alla grande il suo amore a fiumi per farne nascere una goccia tra di noi. Nella vita quotidiana abbiamo bisogno di gente che sciala nell’amore, che sperpera nel accogliere, che si spende per fare buono il mondo. Se si calcola solo, i conti non tornano mai, se non si calcola se ne avrà in sovrabbondanza; non sarò io a goderne, ma sicuramente l’umanità e questo mi basta, come è bastato a Gesù far irrompere nel mondo l’amore e aspettarsi da una croce la risposta. Non è stata quella dell’uomo, ma quella sovrabbondante di Dio. Una speranza così ci riempie di gioia.

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