Il cardinale Bertone ha inaugurato ieri l'Anno accademico della Pontificia università salesiana (Ups). Per il più stretto collaboratore di Benedetto XVI si è trattato di un ritorno a casa, visto che da sacerdote è stato professore e rettore nello stesso Ateneo.
del 16 ottobre 2008
Il cardinale Bertone ha inaugurato ieri l’Anno accademico della Pontificia università salesiana (Ups). Per il più stretto collaboratore di Benedetto XVI si è trattato di un ritorno a casa, visto che da sacerdote è stato professore e rettore nello stesso Ateneo. Alla cerimonia hanno assistito gli arcivescovi Giuseppe Bertello (nunzio in Italia) e Piergiuseppe Vacchelli, segretario aggiunto di propaganda Fide, nonché monsignor Angelo Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Dopo la Messa, celebrata nell’attigua chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza e presieduta da don Adriano Bregolin, vicario del rettore maggiore dei salesiani, nell’Aula Paolo VI si è svolto l’atto accademico vero e proprio. Don Mario Toso, rettore dell’Ups, ha svolto una articolata relazione in cui, tra l’altro, ha detto: «Sembra che non si rifletta abbastanza su quanto è innaturale e depauperante che docenti credenti elaborino le loro discipline prescindendo dall’identità del loro essere e dalle verità della loro fede, che non si oppongono alle verità delle varie scienze umane, ma semmai le trascendono senza negarle, potendo comprenderle entro un orizzonte più vasto». Quindi ha preso la parola il cardinale Bertone che ha dedicato la sua prolusione al tema 'Università e educazione oggi'. Il porporato ha voluto offrire une serie di riflessioni a tutto campo, accompagnando la lettura del testo preparato con aggiunte a braccio legate all’attualità, come quando ha citato un’intervista all’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer pubblicata ieri da un quotidiano; quando ha definito «molto importante» l’educazione civica; quando ha lamentato come le Università ecclesiastiche e libere abbiano meno risorse di quelle statali.
Bertone è partito con una riflessione su quello che è «un tema costantemente presente al cuore del Santo Padre, il quale non manca occasione, come ha fatto anche di recente nel corso della sua visita al Quirinale, per evidenziare quella che ormai tutti ritengono una priorità, anzi una vera e propria emergenza: l’educazione e specialmente la formazione delle nuove generazioni». Tra le sfide culturalmente più impegnative di questa emergenza Bertone ha citato la «questione antropologica», mettendo in guardia su «ciò che le biotecnologie prospettano non solo in termini di interventi tecnico-genetici migliorativi, ma anche in termini in qualche modo 'post-umani' o 'oltreumani', quasi a 'produrre' l’uomo con la tecnica». «Dinanzi a una tale situazione - ha proseguito Bertone - si sente urgente una nuova sintesi di umanesimo. Ci chiediamo ora, in questo contesto, come e in che modo possa un’Università pontificia contribuire a rispondere alle domande di significato che gli uomini del nostro tempo si pongono. Compito di una Università pontificia - ha detto ancora il segretario di Stato vaticano - non può che essere l’annuncio di Cristo, riproporre la 'profezia' del Vangelo dell’incarnazione del Dio che si è fatto uomo perché l’uomo sia redento, salvato, divinizzato'. E in questa chiave - è stata la conclusione di Bertone - acquista importanza la figura e la missione dei docenti: «Occorre che essi siano personalità di profondo spessore umano, prima ancora che provvisti delle pur necessarie e valide competenze accademiche: persone spiritualmente ricche, annunciatori credibili del Vangelo, testimoni chiari della qualità umana della cultura che insegnano o propongono. Soprattutto, non possono non essere al contempo 'maestri' e 'politici', nel senso alto e umano di 'costruttore di polis'».
Gianni Cardinale
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