Non solo previsioni, ma speranze (Lc 12, 54-59SERIE: D'amore si muore, di speran...

Dove stiamo andando, che direzione prende la nostra vita, i giovani che futuro potranno godere, che cosa capiterà nei prossimi anni al nostro modo di vivere? Sono domande che ogni tanto mettono ansia a un papà e a una mamma di famiglia che pensa ai suoi figli, o a qualsiasi persona che vuol sentirsi responsabile della sua vita.

Non solo previsioni, ma speranze (Lc 12, 54-59SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive)

da L'autore

del 10 gennaio 2007

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Dove stiamo andando, che direzione prende la nostra vita, i giovani che futuro potranno godere, che cosa capiterà nei prossimi anni al nostro modo di vivere? Sono domande che ogni tanto mettono ansia a un papà e a una mamma di famiglia che pensa ai suoi figli, o a qualsiasi persona che vuol sentirsi responsabile della sua vita.

Se guardiamo indietro agli anni che ci hanno preceduto e li confrontiamo con l’oggi registriamo cambiamenti impensabili del nostro modo di vivere. Penso alla rivoluzione nelle comunicazioni, nel lavoro, nella vita di famiglia, nella immigrazione. E siamo spesso impreparati ad affrontare i problemi. Gesù nel vangelo ci dice che dobbiamo scrutare con più attenzione i segni dei tempi. Purtroppo, dice, tutta la vostra intelligenza la mettete nel fare previsioni. Utili anche quelle. Avessimo potuto prevenire lo tsunami! Potessimo prevedere i terremoti!

C’è anche da avere una capacità di cogliere la presenza di Dio nella storia e i segnali di conversione che ci manda. Il futuro non sta nelle previsione, ma nella speranza e occorre soprattutto in questi tempi leggere i segni di speranza che nascono nel mondo per accoglierli, svilupparli, orientare il mondo alla sua naturale direzione che è il Regno di Dio. Il Concilio Ecumenico vaticano II ci aveva aiutati a questo esercizio di lettura dei segni dei tempi, dei luoghi, cioè, in cui si manifesta maggiormente la presenza di Dio, la sua storia di salvezza. Sono indicazioni di apertura a nuovi fatti che caratterizzano il cammino della nostra storia e in essi il cristiano deve seminare la Parola di Dio, li deve orientare nella direzione giusta.

Esistono oggi tanti segni di speranza che vanno sviluppati: la valorizzazione della persona concreta, l’apprezzare le differenze, l’originalità, il pluralismo, la tolleranza, il crescente e diffuso interesse per la creatività, il simbolo, i riti, la dimensione estetica della vita; la particolare e generalizzata sensibilità alla festa e alla componente ludica del vivere umano; l’attenzione alla vita quotidiana, intesa come spazio minimo vitale che consente alle persone di costruire concretamente la propria esistenza; la nuova sensibilità verso la pace, una certa nostalgia del sacro…

Non c’è che da farsi prendere da questa speranza che sale dalla vita.

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