"Dio non si merita, si accoglie. Il credente non parte dalla conquista del divino, ma si apre alla sua venuta, come la terra protesa, granello per granello, ai semi dello Spirito. Questo fa emergere la vocazione di Maria come un'ospitalità divina, un diventare dimora in cui il Misericordioso senza casa trova casa".
del 05 dicembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
 
L’angelo entrò da lei, presso questa ragazza che sapeva amare, sognare, progettare il futuro.
 
          La metafora della casa, con il suo campo di significati così ricco, ci aiuta a passare dall’edificio all’interiorità di chi vi abita. La casa in realtà era Maria stessa. La casa è il luogo dove il padrone riceve il proprio ospite. Essere a «casa propria», raccolta in sé, è anche per Maria il modo più adeguato per ricevere il grande Ospite. La casa è il luogo dove si fa unità tra quello che è dentro e quello che è fuori, attraverso l’accoglienza e l’ospitalità.
 
          Il raccoglimento è prendere distanza dalle cose di fuori, per una maggiore attenzione rivolta a sé e per dimorare accanto a qualcuno. Abitare la propria casa significa vivere un’attenzione liberata che si apre a un’intimità e un’accoglienza. Infatti maria accoglie: l’angelo, la Parola, lo Spirito, il figlio.
Raccoglimento è un’esperienza spirituale sempre disponibile, in cui è possibile a ciascuno riconquistare di nuovo la propria verginità. Un’attenzione liberata: questa è la verginità del cuore, passato dalla proliferazione dei molti desideri all’emergere del desiderio unico. E come il raccoglimento si apre all’accoglienza, così la verginità di maria si apre sulla maternità.
Attenta e accogliente, la ragazza di Nazaret è vergine e sarà madre.
Raccolta e ospitale, con le due caratteristiche proprie di ogni casa, Maria sarà casa di Dio.
 
          Maria è quindi casa che accoglie. Fin dalla soglia di se stessa, si apre come accoglienza del volto, come intenzione di accoglienza. Simbolo di ricettività, simbolo della femminilità stessa, la funzione della casa si esplica nell’accogliere vite nel proprio interno. La casa rimanda così all’accogliente per eccellenza, all’accogliente in sé, cioè all’essere femminile (E. Lévinas).
La donna è la dimora dove si attua l’accoglienza ospitale più alta, quella di una nuova vita.
Dio non si merita, si accoglie. Il credente non parte dalla conquista del divino, ma si apre alla sua venuta, come la terra protesa, granello per granello, ai semi dello Spirito. Questo fa emergere la vocazione di maria come un’ospitalità divina, un diventare dimora in cui il Misericordioso senza casa trova casa.
 
Dal testo di Ermes Ronchi, “Le case di Maria” (Ed. paoline 2006)
 
 
Preghiera a Maria
 
Maria, Madre di Dio e Madre nostra, non lasciarci soli nel nostro cammino, ma vieni in nostro aiuto nelle situazioni che ora viviamo. Nessuno di quelli che si sono rivolti a te è rimasto deluso e senza risposta. Presenta con il tuo amore di Madre, la nostra preghiera al Signore perché ci renda capaci di affidarci sempre, con totale fiducia a Lui.
 Don Ermes Ronchi
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